video suggerito
video suggerito
Elezioni USA 2024

Ci sono gruppi Facebook dove si sta organizzando una guerra civile per Trump: “Pronti con il grilletto”

Da anni gli estremisti di destra usano Facebook per attirare nuove reclute e organizzare eventi e manifestazioni. A pochi mesi dalle elezioni del 5 novembre sono stati creati 20 nuovi gruppi pro Trump: i sostenitori dell’ex presidente si dicono pronti a scendere i piazza e a presidiare le urne.
A cura di Elisabetta Rosso
2 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Sto cercando un gruppo di persone che si rendano conto della situazione disastrosa in cui si trova il nostro Paese", si legge sul gruppo Facebook U.S.A. Militia We The People. "Persone che capiscano che la guerra civile è alle porte se Kamala viene eletta. Sono nel posto giusto?". Sui gruppi pro Trump è normale leggere messaggi simili. C'è chi si presenta come un veterano militante "pronto a riaccendere lo spirito battagliero", chi propone di organizzarsi per "monitorare e presidiare le urne" e chi vuole scendere in piazza armato con un AR-15 per prepararsi alla guerra civile, pronti a "premere il grilletto". Come scrivono sulla pagina di Three Percenter del Kentucky: "Dobbiamo avere un luogo in cui tutti i patrioti di tutti gli Stati possano recarsi quando sarà il momento".

Le elezioni del 5 novembre hanno richiamato su Facebook i sostenitori di Trump, che si dicono pronti a combattere in caso di sconfitta. Sono anni che i gruppi di estrema destra usano Facebook per reclutare nuovi seguaci e organizzarsi. Basti pensare all‘attacco di Capitol Hill. Questi gruppi estremisti che incitano alla violenza non seguono le linee guida di Meta, eppure come mostrano i dati che il Tech Transparency Project ha inviato a Wired Us, le pagine stanno crescendo. Dopo il 6 gennaio 2021 infatti sono spuntati 262 gruppi e 193 pagine su Facebook. Negli ultimi cinque mesi in vista delle elezioni sono stati aperti più di 20 gruppi pro Trump. 

Perché Facebook è diventato il covo degli estremisti

I gruppi sono uno strumento prezioso per gli estremisti, li usano per organizzarsi, reclutare e radicalizzare nuovi membri. E infatti Scot Seddon, leder dell'Ap3 ha spiegato su Distributed Denial of Secrets: "Abbiamo sempre usato Facebook, ed è stata la nostra arma principale. Ci ha condotti dove siamo oggi. Dobbiamo usare gli strumenti che abbiamo a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi. Il nostro scopo è costruire una rete, ampliarci il più possibile, raggiungere nei nostri Stati il maggior numero di patrioti che la pensano come noi e su cui possiamo fare affidamento se la situazione dovesse degenerare".

"Sappiamo fino a che punto Facebook permetta ai gruppi estremisti di attirare nuove persone nella tana del coniglio e di radicalizzarle ulteriormente", ha spiegato Jon Lewis, ricercatore presso il Programma sull'Estremismo della George Washington University, a Wired Us. "Dovremmo essere preoccupati dal fatto che i gruppi estremisti nazionali organizzati possano sfogarsi liberamente su piattaforme utilizzate da milioni di americani".

Meta ha un problema con i gruppi pro Trump

Se così tanti gruppi estremisti resistono su Facebook c'è un problema. Meta infatti dovrebbe bloccare le pagine che violano le sue linee guida. L'azienda ha spiegato a Wired Us di aver effettuato "interruzioni strategiche della rete" rimuovendo 900 gruppi, pagine e account estremisti. 

"Gli oppositori cercano sempre di trovare nuovi modi per aggirare le nostre politiche, ed è per questo che ci impegniamo costantemente per contrastare i gruppi e gli account che violano le nostre regole, investendo molto nel personale, nella tecnologia, nella ricerca e attraverso partnership. Continueremo a rimuovere tutti i gruppi e gli account che violano le nostre politiche".

Eppure non è sufficiente. "A quasi quattro anni dall'attacco del 6 gennaio a Capitol Hill, Facebook rimane un importante strumento di reclutamento e organizzazione per milizie come l'AP3, nonostante l’introduzione di politiche che le vietano", ha spiegato Katie Paul, direttrice del Tech Transparency Project. "Come ci si può aspettare che Meta contrasti efficacemente gli estremisti con un passato nelle milizie che fomentano la violenza politica, quando i suoi stessi sistemi aprono loro gruppi in cui riunirsi?".

2 CONDIVISIONI
134 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views