ChatGPT ricorderà tutto quello che gli diciamo: come funzionerà “Memory”
Immagina di parlare con la stessa persona tutti i giorni, ti aspetti che ricordi il tuo nome e le cose più importanti di te, invece ogni volta è come la prima: lei non ricorda nulla e tu devi ripeterle da capo ogni cosa. A un certo punto è inevitabile che non avrai più voglia di parlare con quella persona. Ecco, questo è quello che vuole evitare OpenAI con la decisione di introdurre la funzione "Memory" su ChatGPT. La nuova funzione – ha spiegato l'azienda – sarà in un primo momento disponibile in forma di test solo per una "piccola parte" di utenti, sia della versione gratuita (ChatGPT 3.5) sia di quella a pagamento (ChatGPT 4). Ma è verosimile che non ci vorrà molto prima che diventi parte integrante del chatbot per tutti gli utenti. Come chiarisce OpenAI, infatti, l'obiettivo è "un'implementazione più ampia" della funzione.
Questo nuovo strumento dovrebbe permettere a ChatGPT di acquisire memoria delle informazioni che gli utenti comunicano mentre conversano o fanno richieste al chatbot, così da rendere l'uso di ChatGPT più personalizzato e immediato, anche in base al profilo dell'utente che lo sta utilizzando. Il tutto dovrebbe puntare quindi a ottimizzare e migliorare il chatbot, ma c'è chi solleva dubbi su come verranno gestite le informazioni personali degli utenti.
Come funzionerà Memory
L'obiettivo di OpenAI è integrare lo strumento delle "Istruzioni personalizzate" introdotto a luglio 2023, attraverso il quale l'utente può scegliere di chiedere al chatbot di conservare le informazioni personali desiderate per le future interazioni. La differenza è però evidente: nelle versioni attuali di ChatGPT è l'utente a chiedere espressamente al sistema di memorizzare alcune informazioni, Memory invece è pensata come una funzione opt-in di default: questo significa che tutte le informazioni personali verranno immagazzinate dal chatbot in automatico, a meno che non sia l'utente stesso a disattivare la funzione. Per farlo, spiega OpenAI, basterà andare nella sezione "Impostazioni", e poi scegliere attraverso il menu "Personalizzazione" di disattivare la funzione "Memory".
Ma come funzionerà? OpenAI ha spiegato che le informazioni verrano memorizzate in due modi. Se la funzione è disattivata, l'utente potrà chiedere direttamente al chatbot di mettere da parte solo le informazione personali che vuole (ad esempio i gusti musicali, le preferenze in fatto di cibo, o semplicemente la propria professione). Quando invece la funzione è attiva, quindi di default, ChatGPT ricorderà in automatico tutto quello che diciamo di noi mentre interagiamo con lui.
"Il controllo resterà all'utente"
Questa prossima evoluzione di ChatGPT, se da una parte potrebbe rendere l'uso del chatbot ancora più performante, dall'altro sta facendo già sorgere i primi dubbi e le prime preoccupazione sulla gestione dei dati che l'IA otterrà attraverso la nuova funzione.
Rispetto a questi dubbi, OpenAI ha già risposto, assicurando di star lavorando per lasciare in ogni caso l'ultima parola l'utente. Sul sito ufficiale, l'azienda spiega infatti di star "testando la capacità di ChatGPT di ricordare le cose di cui parli per rendere più utili le chat future", ma ribadisce che gli utenti continueranno ad "avere il controllo della memoria di ChatGPT". Oltre infatti a poter disattivare completamente la funzione Memory, si potrà chiedere al chatbot di cancellare solo alcune informazioni, pur nel caso in cui la funzione sia attiva. Spiega OpenAI:
Hai il controllo della memoria di ChatGPT. Puoi dirgli esplicitamente di ricordare qualcosa, chiedergli cosa ricorda e dirgli di dimenticare la conversazione o attraverso le impostazioni. Puoi anche disattivarlo completamente.
Sarà anche possibile "gestire" la funzione. Dalle "Impostazioni" l'utente potrà infatti aver accesso a tutte le informazioni e i dati memorizzati da OpenAI, eliminarne alcune oppure scegliere di cancellare tutte quelle archiviate fino a quel momento. È bene però specificare che anche disattivando la funzione "Memory", i dati continueranno a essere utilizzati per addestrare l'IA durante le conversazioni tra utente e chatbot.
Dubbi sui dati sensibili
Le principali preoccupazioni riguardano la gestione da parte del chatbot delle informazioni sensibili, quelli cioè inerenti alla sfera più intima della persona, come la salute o l'orientamento sessuale. Su questo punto, OpenAI ha spiegato che parallelamente alla funzione "Memory" sta implementano anche le "considerazioni in fatto di privacy e sicurezza". Nello specifico, la funzione – ha chiarito l'azienda – è stata progettata e addestrata in modo da "non ricordare in modo proattivo le informazioni sensibili, come i dati sulla salute, a meno che tu non lo chieda esplicitamente".