“ChatGPT ha voluto correre troppo. Ma ora l’intelligenza artificiale sostituisce chi non ha talento”
Prima ancora del far west sintetico, del chatbot geniale che parla come un umano, di OpenAI, del blocco di ChatGPT in Italia, c'è chi ha visto l’intelligenza artificiale generativa e ci hanno costruito sopra un’azienda.
Esiste un mondo prima di novembre 2022 (quando la start up californiana ha lanciato ChatGPT) e per capire meglio il dopo abbiamo intervistato Massimiliano Squillace, Ceo & Founder di Contents.com, che si occupa di creare contenuti a 360 gradi attraverso l’intelligenza artificiale. Siamo partiti dall’inizio quando i software sputavano fuori risposte sconclusionate e abbiamo provato a immaginare del futuro, “quando diventeranno parte integrante di quello che facciamo, della nostra quotidianità. E tutto questo potrebbe succedere in meno di un anno”.
La prima volta che avete usato l’intelligenza artificiale generativa, cosa avete pensato?
Quando abbiamo iniziato a giocarci era davvero qualcosa di pionieristico, quindi i risultati erano pessimi, non immaginare quello che vedi adesso.
Per esempio?
Allucinazioni, follie, tu chiedevi di scrivere un breve testo su Milano e lui invece ti faceva la ricetta delle lasagne. Proprio cose che non c’entravano nulla, era estremamente basico. Però una cosa ha funzionato sin da subito: nonostante non rispondesse esattamente alla domanda, la scriveva in un linguaggio corretto.
E questo è stato l’indizio della rivoluzione.
Esattamente, e il progresso è stato estremamente veloce. Noi scherziamo sempre dicendo che qualcosa che sei mesi fa ci sembrava il futuro irraggiungibile, dopo solo sei mesi non solo è il presente ma è già il medioevo, l’abbiamo superato.
Infatti è stata lanciata anche la petizione per rallentare l’AI
Sì perché sta andando tutto troppo velocemente, non abbiamo nemmeno il tempo per immagazzinare quello che è successo fino ad oggi.
Content.com usa o ha usato ChatGPT?
La nostra azienda esiste da marzo 2021 prima che tutto questo diventasse molto popolare, noi non abbiamo iniziato con GPT in realtà ma con Google Ibm, OpenAi sono stati più bravi a diventare popolari. Noi abbiamo una nostra soluzione si chiama AIchat, che funziona come ChatGPT, ma è in linea con le leggi sulla privacy, abbiamo anche creato i nostri algoritmi.
Come usate AIchat?
Molto semplicemente abbiamo due soluzioni, una standard accessibile a tutti sul nostro sito, e una enterprise dove per ogni azienda facciamo un training della macchina in modo tale che impari a parlare come vuole l’azienda di riferimento, quindi che tenga in considerazione in target, il tone of voice e dia risultati diversi per ogni realtà. Noi insegnamo alla macchina non solo a parlare in italiano, ma a pensare in italiano, e lo stesso con altre lingue.
Mi spieghi meglio?
Non è solo una questione di vocabolario, trasmettiamo la cultura di un Paese, per esempio lavoriamo molto con l’America latina, nonostante parlino lo spagnolo sono molto diverse dalle aziende spagnole, noi trainiamo la macchina a pensare come penserebbe un messicano o uno spagnolo.
Quindi addestrate le macchine per creare contenuti specifici, poi li filtrate o non è necessario?
Guarda non lo è la maggior parte delle volte. Poi dipende cosa vuole il cliente, per esempio lavoriamo con molte aziende di moda, che sono attentissimi alla qualità o al tone of voice, che chiedono il controllo umano, ci sono invece contenuti per siti di e-commerce dove non è necessario nemmeno controllare, l’IA è bravissima a generare questo tipo di contenuti.
E qua il grande tema. E così brava da sostituire gli umani?
Mi sono fatto un’idea, per esempio nel mondo della comunicazione verrà sostituito chi non ha talento, come chi fa copia e incolla, i contenuti di qualità resisteranno. Io sono d’accordo con il Ceo di Microsoft Nadella, quando dice che l’unica cosa che cambierà è che lavoreremo sempre con una bozza davanti.
Per quanto riguarda gli altri lavori?
Stiamo vivendo un po’ una nuova rivoluzione industriale, sta succedendo come nei primi anni del ‘900. Cambierà tutto.
Quali lavori avranno più benefici?
Te ne dico due. Innanzitutto l'health care, il settore della salute. Pensa un dottore che di colpo ha davanti tutti i dati di una determinata malattia che indicano chi e come è guarito o meno. Hai accesso a una conoscenza enorme. E poi tutto il lavoro del marketing per una questione di scalabilità, velocità.
Quello che fate voi.
Sì, e qui posso anche farti un esempio concreto in numeri così si capisce meglio la portata del progresso, alcuni nostri clienti scrivevano le schede a mano e riuscivano a farne cento al mese più o meno, ora ne fanno 10.000 con un click.
Cosa ne pensi del blocco a ChatGPT fatto dal Garante della Privacy?
Io sono liberatrio ma credo che OpenAI si sia mossa male, ci sono errori basici, banali, ha saltato i passaggi, ha inventato un software e l’ha messo fuori. Per accelerare è uscita con un prodotto in beta, una delle cose che ha sottolineato il Garante per esempio, è la questione del controllo dell'età, bisogna avere più di 13 anni per usare ChatGPT ma non c’è un modo per controllarla, questo è un classico esempio di superficialità.
Quindi cosa succederà ora?
Nessuna tragedia, Open AI si adeguerà, e come fanno sempre i colossi americani si metterà a posto è tornerà disponibile. È importante avere delle regole. Poi tutti scrivono sui social l'italia è il medioevo ma se anche gli altri paesi bloccano diventa in realtà la prima ad averci visto giusto.
Avete riscontrato problemi?
In realtà no, il vero problema è come riesci a trainare la macchina, se lo fai bene all'inizio la macchina ti segue. Si chiama intelligenza artificiale, è un nome bellissimo ma poi alla fine è una macchina che legge milioni di dati e li mette insieme come fa il nostro cervello e diventa in grado di formulare una frase.
Potremo farne a meno nel futuro?
No, secondo me diventeranno parte integrante di quello che facciamo, della nostra quotidianità.
Quindi, facciamo un salto nel futuro, un esempio?
Ah ce l’avremo su WhatsApp, arriverà il messaggio della mamma o del fidanzato e in tempo reale l'IA suggerirà cosa rispondere.
D’altronde è il pronipote del correttore automatico che già è integrato.
Si, sarà ancora più avanti, magari collegata con il calendario, l’amico chiede di uscire una sera e avrai la risposta pronta perché l’IA è collegata con l’agenda di appuntamenti e sa già se ci sei o meno. Adesso io e te stiamo immaginando questo scenario, che però potrebbe tranquillamente essere reale tra sei mesi.
Lavorativamente parlando invece? Cosa vi aspettate nel prossimo futuro?
Farà tanti passi avanti, il primo sarà diventare indistinguibile da un umano, ora si capisce, ma arriverà un momento, forse tra meno di un anno, dove sarà in grado di scrivere come noi. Un secondo step sul quale stiamo lavorando molto è creare tutta una serie di connettori in modo tale che questi contenuti siano condivisi e che non rimangano solo sull’interfaccia conversazionale. E poi l ‘IA collaborativa, per ora è one to one, una persona chiede qualcosa al chatbot, stiamo invece immaginando un brainstorming, dove si può lavorare tutti insieme, anche con l’IA.