Cos’è ChatGPT, come funziona e come usarlo gratis
ChatGPT, al momento, è la “cosa” non umana più intelligente al mondo. È capace di scrivere animare robot umanoidi come Figure 01, comporre codici, scrivere articoli scientifici e conversare su Tinder. Il chatbot, che sfrutta l'intelligenza artificiale, è in grado di rispondere a ogni domanda posta dagli utenti, ed è la prima volta che uno strumento così potente viene messo a disposizione del grande pubblico attraverso un‘interfaccia gratuita e immediata.
È stato creato da OpenAI, una società di intelligenza artificiale di San Francisco, che ha rilasciato sulla sua piattaforma ChatGPT, un modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), potenziato con un'interfaccia conversazionale. Questo vuol dire che ha letto praticamente tutto quello che circola sul web, e su questa base formula ogni risposta. È versatile, brillante e bravissimo a imitare il linguaggio umano. Talmente bravo da fare paura, e infatti in molti hanno alzato la voce contro chatbot di OpenAI. E oggi è disponibile sotto forma di due modelli, cioè due versioni una più potente dell'altra: da un lato ChatGPT-3.5, gratuito ma ancora fermo alla conoscenza del 2021, e la sua evoluzione ChatGPT-4, a pagamento ma molto più performante e aggiornato.
ChatGPT non arriva da solo, ma in compagnia delle altri intelligenze artificiali generative targate OpenAI: Dall-E3, il modello che permette di creare immagini con un semplice prompt, e Sora che riesce a creare brevi clip video.
Come funziona ChatGPT
ChatGPT fa parte dei modelli GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3), un'intelligenza artificiale basata sul machine learning non supervisionato. Funzionano utilizzando una tecnica nota come transformer, in poche parole utilizzano una rete neurale per analizzare e comprendere il significato di un testo. Per essere precisi ChatGPT fa parte della famiglia degli InstructGPT, quindi modelli formati tramite deep learning ma poi ottimizzati grazie al rinforzo umano.
Il chatbot funziona attraverso un modello di linguaggio di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI. Il modello è stato addestrato su centinaia di terabyte di testo, quasi ogni cosa pubblicata on line. Per questo riesce a interagire con gli utenti in modo sorprendentemente umano. Gli LLM sono modelli matematici della distribuzione statistica dei "token", in un vasto corpus di testo generato dall'uomo. I token sono le parole, i singoli caratteri, e anche i segni di punteggiatura.
Quindi, facendo un esempio, se si scrive su ChatGPT: "La prima persona a camminare sulla luna è stata…", lui risponderà "Neil Armstrong". Ovviamente il chatbot non sa nulla sulla missione Apollo, ma analizza quali parole hanno più probabilità di comparire nella sequenza. Per capirci, ChatGPT potrebbe essere il pronipote del correttore automatico per i messaggi. Funziona come il sistema di testo predittivo sui nostri smartphone. Non solo, ChatGPT utilizza anche le risposte degli utenti per migliorare le sul prestazioni, questo tipo di apprendimento RLHF permette al chatbot di seguire le indicazioni e generare risposte sempre più precise.
Con ChatGPT-4, lanciato nel marzo 2023, sono state introdotte diverse novità. La prima di tutte è una più larga base di conoscenza: addestrato con dati aggiornati fino a gennaio 2022, il modello comunque può accedere a internet per arricchire la sua conoscenza e quindi le sue risposte. In secondo luogo, la multimodalità, cioè la capacità di "leggere" delle immagini date come prompt al posto di un testo. Infine, al nuovo modello (ma anche a quello precedente) è stata aggiunta la possibilità di leggere le risposte grazie a una voce sintetica.
A cosa serve ChatGPT: usi e applicazioni
La prima applicazione di ChatGPT che viene in mente, com'è ovvio, è la generazione di testi. Dai saggi universitari agli abstract per la tesi, dagli articoli di giornale alle email di routine. Ma il suo successo sta anche nel suo essere versatile e creativo: può scrivere canzoni e racconti, ma anche suggerimenti per scrivere la biografia di Tinder. Una delle sue capacità più inaspettate è scrivere codice, aiutando così gli sviluppatori a generare codice nuovo o trovare gli errori là dove non riescono a trovare il problema. Inoltre, il chatbot è in grado anche di automatizzare processi, e non solo quelli degli sviluppatori, ma anche per esempio per le attività di customer service.
L'assistenza per la scrittura e correzione di codice fa già parte della versione base di ChatGPT. Se si passa a Enterprise, invece, è possibile accedere a nuovi strumenti per aiutare le aziende a migliorare i processi di lavoro, a partire dall'uso di "Code Interpreter", lo strumento che può essere utilizzato anche dai non adetti ai lavori per analizzare in pochi secondi ogni genere di informazione, da quelle di carattere finanziario a quelle di marketing.
Negli ultimi due anni, ChatGPT è diventato un compagno fedele in molti altri ambiti, dalla sanità, all'istruzione (e non solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti) fino ad arrivare anche nel mondo dell'informazione. Non si ferma qua, ma si spinge oltre: dai testi alle immagini, ChatGPT può essere utilizzata anche nella sua versione "gemella", cioè il generatore di immagini Dall-E3. Il modello può essere utilizzato per scopi artistici o anche solo per divertirsi con la creatività, oppure per immaginare case di design che non esistono.
Come usare ChatGPT, le funzionalità gratis e quelle plus
Usare ChatGPT è semplicissimo, l’immediatezza è uno dei punti di forza di OpenAI. Ci si può iscrivere inserendo una mail e la password che verrà utilizzata per accedere sul sito con tutte le conversazioni che abbiamo già avuto con il chatbot, oppure accedere e usarlo senza neanche registrarsi. Si può usare anche il proprio account Google o Microsoft, sia da PC che da app per smartphone e tablet. Ma, soprattutto, ChatGPT può essere utilizzato nella sua versione gratuita oppure in quella a pagamento. Gli abbonamenti che propone OpenAI sono tre: Plus, Team ed Enterprise.
Le funzioni gratuite di ChatGPT
La versione gratuita del chatbot dà accesso al modello GPT-3.5 e permette di utilizzare il chatbot per generare il testo o sostenere una conversazione grazie a un prompt, cioè un'istruzione o un comando scritto. Come già descritto, il chatbot può aiutare nella creazione di testi creativi ma anche di email, scrittura di codice per sviluppatori o automazione di processi.
Purtroppo, nella sua versione "base" non si può accedere a tutte le potenzialità di ChatGPT. In primo luogo perché le risposte che può dare ChatGPT-3.5 sono limitate, fermandosi a circa 4000 caratteri. Inoltre, si tratta della versione meno aggiornata e meno precisa rispetto alla sua evoluzione, ChatGPT-4, che è disponibile solo per chi si abbona alla versione Plus.
Le funzioni a pagamento di ChatGPT
Nella sua versione Plus, ChatGPT ha molte più funzionalità che possono essere sbloccate a un costo di 20 dollari al mese (che corrispondono a poco più di 18 euro). Innanzitutto, grazie all'abbonamento è possibile accedere al modello più potente, cioè GPT4, che è anche in grado di leggere le immagini date come prompt e che sa rispondere con più precisione a temi specifici. La generazione delle risposte del modello, poi, è più veloce rispetto alla sua versione gratuita. Infine, grazie all'abbonamento Plus è possibile utilizzare anche Dall-E3 e accedere prima di tutti gli utenti della versione gratuita a nuove funzionalità sviluppate da OpenAI.
Non c'è solo il Plus. Oltre a Enterprise, che abbiamo descritto prima, per le esigenze lavorative è possibile sottoscrivere un abbonamento chiamato Team a 25 dollari al mese (circa 23 euro), che dà accesso alle funzionalità del Plus oltre a uno spazio di lavoro condiviso fra colleghi e limiti aumentati nella generazione di testi e di immagini.
Limiti e problemi di ChatGPT
La storia insegna, di solito sopravvalutiamo l’effetto a breve termine delle nuove tecnologie, mentre sottovalutiamo le implicazioni che avranno a lungo termine. E ChatGPT non fa eccezione. Il chatbot è noto anche per un effetto che lo accomuna alle altre intelligenze artificiali, cioè la generazione delle cosiddette "allucinazioni": informazioni false o fuorvianti che nascono solo perché la combinazione di quelle parole è statisticamente probabile per il chatbot. Senza il controllo dell'essere umano, quindi, si rischia di generare e diffondere quelle che poi diventano fake news. Un pericolo che è accentuato se c'è l'esplicita intenzione di sfruttare l'IA per creare disinformazione, anche tramite immagini false.
Per quanto riguarda le allucinazioni si affaccia un barlume di speranza chiamato ChatGPT-5, il nuovo modello che, secondo il Ceo Sam Altman, dovrebbe sistemare i problemi delle versioni precedenti. Ma per quanto riguarda gli usi potenzialmente nocivi, come la generazione deliberata di disinformazione, la strada per trovare delle soluzioni è lunga. Se lasciato nelle mani sbagliate, infatti, ChatGPT può essere utilizzato per compiere veri e propri crimini. Per questo motivo, l'Unione Europea sta provvedendo a regolamentare lo sviluppo e la diffusione delle intelligenze artificiali grazie all'AI Act. Ma anche l'Italia si muove in questa direzione: è dello scorso 23 aprile il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri che andrà a stabilire dei paletti su come vengono usati i modelli. E quindi, anche come verrà utilizzato ChatGPT.
Infine, a preoccupare settori come l'editoria o l'informazione è la potenziale violazione del copyright nell'addestrare il chatbot, tanto che lo stesso New York Times ha intentato una causa contro OpenAI perché quest'ultima avrebbe utilizzato gli articoli del noto giornale americano proprio per darli in pasto a ChatGPT. Una reazione diversa è arrivata da altre testate, però, che hanno invece scelto di stringere degli accordi di collaborazione con l'azienda di ChatGPT proprio per concedere l'uso di articoli per addestrare il chatbot in cambio di un uso libero degli strumenti di lavoro di ChatGPT. Fra questi ci sono anche il gruppo editoriale Alex Springer (che pubblica, per esempio, il giornale tedesco Bild) e il Financial Times.
Le differenze tra ChatGPT e gli altri chatbot
Negli ultimi dieci anni, i chatbot AI sono stati terribili. Gli strumenti di intelligenza artificiale sono diventati bravi a svolgere compiti ristretti e ben definiti, per esempio scrivere testi di marketing, ma spesso fallivano non appena gli si chiedeva di intervenire fuori dalle zone di comfort. Poi è arrivato ChatGPT, che ha rivoluzionato il settore e che ha spinto le altre aziende della tecnologia a mettersi al passo.
Così nel corso dei mesi, dopo il lancio ufficiale di ChatGPT, sono arrivati i concorrenti. Primi fra tutti, Copilot di Microsoft e Gemini di Google. Se Copilot si appoggia a ChatGPT-4 per generare testi e Dall-E3 per le immagini (lasciando così la possibilità di un "assaggio" delle versioni Plus di ChatGPT), il modello alla base di Gemini è stato sviluppato interamente da un team Google.
Copilot garantisce tutti i vantaggi di ChatGPT-4, ma la sua potenza è stata limitata: ogni conversazione accetta prompt lunghi al massimo 2.000 caratteri e può restituire solo cinque risposte prima di costringere l'utente a cambiare chat. Ma ci sono anche delle aggiunte rispetto a ChatGPT: Copilot, infatti, arricchisce le sue risposte con immagini o con link quando necessario. E la generazione di immagini è particolarmente semplice, visto che avviene nello stesso spazio dove possono essere scritti i prompt.
Gemini, conosciuto fino a poco tempo fa come Google Bard, garantisce ai suoi utenti la varietà e profondità dell'esperienza di Google, un dettaglio che ovviamente manca a ChatGPT. Per esempio, chiedendo al chatbot dove si trova un luogo specifico o qual è il negozio più vicino a un certo posto, Gemini risponderà con delle indicazioni e allegando una mappa di Google Maps. Ma, più di ogni altra cosa, Gemini ha un legame diretto con il motore di ricerca Google, che garantisce a questo chatbot rispetto a ChatGPT delle risposte che sono più vicine all'esperienza quotidiana degli utenti, anche quando si tratta di riconoscimento delle immagini.