ChatGPT attira i signori della tecnologia: perché Microsoft vuole già investire 10 miliardi di dollari
OpenAi potrebbe essere il prossimo pixel nella costellazione digitale delle Big Tech. Fino a settembre era ancora poco nota al grande pubblico. Fondata nel 2015 doveva essere un’organizzazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di collaborare liberamente con altre istituzioni e ricercatori.
Poi hanno aperto al pubblico DALL-E e hanno mostrato quali immagini era in grado di costruire l’intelligenza artificiale. E poi ancora hanno aperto ChatGPT e hanno svelato tutte le applicazioni dell’intelligenza artificiale nella scrittura di codici e testi.
Ora le Big Tech hanno cominciato a mettere gli occhi su OpenAi. Secondo diverse fonti Microsoft sarebbe pronta a investire 10 miliardi di dollari. Con questa cifra, la valutazione totale di OpenAi dovrebbe arrivare a 29 miliardi di dollari.
Come potrebbe guadagnare OpenAi
Al momento ChatGPT è un servizio in perdita. Non ci sono pubblicità e non ci sono servizi in abbonamento. Ogni volta che un utente prova ChatGPT, OpenAI perde qualche centesimo per consentire ai suoi server di eseguire tutti i calcoli necessari a completare l’operazione. Il problema ora è trovare un modello di business che permetta loro di guadagnare.
La tecnologia è impressionante e si presta a parecchie declinazioni, il problema è capire come monetizzare. Secondo le indiscrezioni che circolano, l’investimento da 10 miliardi di dollari di Microsoft prevederebbe un accordo per cui la società fondata da Bill Gates potrebbe incassare fino al 75% delle entrate di ChatGPT fino a quando non avrà assorbito l’investimento.
Chi sono i fondatori di OpenAI
Il volto di OpenAi è diventato quello di Sam Altamnn. Classe 1985, Altmann è arrivato a OpenAi dopo aver guidato l’acceleratore di start up Y Combinator. È noto come imprenditore, è stato per otto giorni Ceo di Reddit ed ha anche un’attività di investimenti così intensa che nel 2015 Forbes lo ha nominato come il Miglior Investitore under 30.
Altmann è fra i fondatori di OpenAi, un gruppo in cui si trovano ricercatori di computer science affermati come Wojciech Zaremba o Ilya Sutskever ma anche vecchie conoscenze della Silicon Valley, a partire da Elon Musk. Il Ceo di Tesla e Twitter ha commentato così questo progetto:
“Cosa è la cosa migliore che possiamo fare per assicurare che il futuro sia buono? Potremmo stare nelle retrovie o possiamo incoraggiare un controllo normativo, o potremmo partecipare con la giusta struttura con persone interessate profondamente a sviluppare IA in un modo sicuro e vantaggioso per l’umanità”.