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C’è un Paese in cui si pensa di registrate il volto degli utenti che visitano i siti porno

Negli ultimi mesi in diverse parti del mondo si sta discutendo su come bloccare per i minori l’accesso ai siti che contengono materiali pornografici. Prima di creare un sistema sicuro di riconoscimento bisogna ancora affrontare parecchi problemi, soprattutto per la privacy.
A cura di Valerio Berra
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Teoricamente i siti porno dovrebbero essere vietati ai minori. Praticamente nella maggior parte dei Paesi dove la pornografia online è accessibile agli utenti, i minori trovano sempre un modo per aggirare i controlli. Quel bottone da cliccare certificando di avere più di 18 anni non è esattamente l'ostacolo più difficile da aggirare. Eppure qualcosa sta cominciando a cambiare, almeno per le tecnologie.

Nel Regno Unito l'Office of Communications (da qui Ofcom) ha pubblicato un rapporto sulla fruizione della pornografia da parte del publico inglese. Circa 14 milioni di abitanti su una popolazione di 67 milioni ne fanno un uso frequente. L’età media in cui si accede al primo contenuto pornografico è 13 anni e un bambino su dieci incontra la pornografia online prima dei 9 anni.

Come bloccare l’accesso ai minori per i siti porno

Secondo quanto riportato dal BBC, Ofcom ha proposto una serie di metodi per verificare l’età degli utenti dei siti porno. Questo dibattito è già parecchio attivo negli Stati Uniti. In alcuni Stati, a partire dalla Louisiana, è diventato obbligatorio certificare la propria età attraverso un servizio che estrae i dati direttamente dalla carta di identità digitale. Fra i metodi proposti da Ofcom ci sono:

  • Richiedere un documento di identità munito di foto
  • Controllare se l’utente sta accedendo a un dispositivo sottoposto a limitazioni per l’età
  • Controllare i dati dell’utente a partire dalla carta di credito
  • Utilizzare un wallet digitale in cui viene memorizzata e certificata l’età dell’utente

Oltre a questo, Ofcom propone anche un altro metodo: verificare l’età dell’utente semplicemente scansionando il suo volto. Sulla carta l’operazione è possibile ma ovviamente il rischio c’è, almeno su due fronti. Il primo è quello della raccolta e della conservazione dei dati scansionati: la biometria è una delle categorie di dati più importanti per la nostra privacy.

Il secondo è quello della sicurezza dei siti stessi. Colossi come Pornhub hanno i mezzi per garantire una gestione controllata dei dati ma l’universo della pornografia online non è fatto solo da colossi. Potrebbero benissimo nascere portali che riciclano vecchi materiali pornografici solo per collezionare le scansioni degli utenti.

Per adesso non ci sono ancora strategie chiare per il Regno Unito. Intanto però possiamo osservare l’evoluzione che stanno avendo queste pratiche dove sono state applicate. In Louisiana per esempio dopo l’introduzione della verifica dell’età il traffico di Pornhub è diminuito dell’80%. Ancora bisogna capire se tutti questi utenti abbiano paura di essere tracciati o si siano spostati su servizi meno controllati, e quindi anche meno sicuri.

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