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C’è un gruppo di ricercatori italiani che vuole estrarre l’ossigeno dalla polvere sulla Luna

il Politecnico di Milano vuole usare la regolite per creare ossigeno, l’Italia potrebbe essere il primo Paese a costruire un impianto dimostrativo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Potremmo andare davvero a vivere sulla Luna visto che basta una una manciata di polvere per creare l‘ossigeno sul satellite. Non solo abitare, ma anche, per esempio, creare combustibile per le astronavi. Tutto questo grazie alla regolite, un insieme eterogeneo di sedimenti, e al processo ORACLE, (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment). E in prima linea c'è c'è l'Italia che vuole realizzare un primo impianto dimostrativo da poter lanciare entro il 2028.

Il processo in parte è già stato verificato in laboratorio dal gruppo ASTRA del Politecnico di Milano. Insieme all'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana ha firmato un accordo per sviluppare la tecnologia. "Estrarre ossigeno della regolite lunare, così come tante altre risorse che troviamo su altri corpi celesti è una condizione essenziale per preparare l'esplorazione umana del futuro", ha spiegato Simone Pirrotta, responsabile dell'ufficio esplorazione robotica dell'ASI.

"Oracle è un esperimento che si basa su un processo termico che consente di estrarre l'ossigeno dalla sabbia secca che non contiene già acqua ed è una grande sfida, anche dal punto di vista ingegneristico perché si tratterà di rendere molto piccolo quindi di miniaturizzare un impianto chimico. Ma non solo, ci sarà anche da affrontare la sfida di stivare l'ossigeno in un ambiente vuoto come quello lunare", ha spiegato Michèle Lavagna, Responsabile scientifico del Progetto per il Politecnico di Milano

Che cosa è la regolite

La regolite è un insieme eterogeneo di sedimenti sullo strato esterno della superficie dei pianeti rocciosi. Sulla Terra ha origine dalla degradazione del substrato roccioso, ed è fondamentale per la sopravvivenza della vita, è anche la base per i materiali da costruzione, da cui si ottengono sabbia, ghiaia, pietrisco, calce e gesso. La Luna non possiede un'atmosfera in grado di distruggere i meteoroidi, quindi la formazione della regolite avviene principalmente dopo l'impatto con la superficie, le rocce si frantumano e polverizzandosi si crea la regolite.

Il record italiano

“L’In Situ Resources Utilization, cioè l’estrazione e lo sfruttamento delle risorse sul posto, è una capacità chiave per l’esplorazione sostenibile come quella che stiamo pianificando per la Luna. In questo senso, contiamo che il progetto ORACLE si riveli di interesse globale in una prospettiva futura e che consenta all’Italia, tra i primi al mondo, di detenere una tecnologia strategica", ha spiegato Raffaele Mugnuolo Responsabile Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie e Satelliti Scientifici dell’Agenzia Spaziale Italiana. "In questa nuova stagione di ritorno alla Luna, il nostro Paese si sta preparando al meglio per essere presente e ORACLE ci darà l’opportunità di consolidare il ruolo di primo piano in programmi di ampio respiro come Artemis”.

L'interesse della Nasa

Anche la Nasa è interessata alla regolite, e infatti ha lanciato un appello alle agenzie pubbliche e private per il recupero delle risorse nello Spazio, in particolare dei sedimenti superficiali: “I requisiti che abbiamo delineato sono che l’azienda raccolga una piccola quantità di “sporco” lunare da qualsiasi posizione sulla superficie, e poi fornisca alla NASA immagini, insieme ai dati del luogo della raccolta. Poi verrà condotto “sul posto” un trasferimento della regolite o delle rocce lunari alla NASA. Dopo il trasferimento della proprietà, il materiale raccolto diventerà di esclusiva proprietà della NASA per il nostro utilizzo.”

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