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Cos’è l’euro digitale e come funziona: la spiegazione dell’esperta

Non è una criptovaluta, la moneta emessa dalla Banca centrale europea manterrà infatti un valore stabile. Si potrà utilizzare anche offline e non è necessario un conto bancario per effettuare i pagamenti.
Intervista a Ida Claudia Panetta
Professoressa di intermediari finanziari all'Università Sapienza di Roma
A cura di Elisabetta Rosso
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La Banca centrale europea (Bce) ha dato il via alla fase due del progetto per realizzare la sua moneta elettronica, l'euro digitale. "Ci sono state le consultazioni e la fase istruttoria, questo è il primo passo concreto. Stiamo parlando di un’alternativa digitale al contante, rispetto ad altri strumenti digitali è una moneta emessa da una banca centrale e non da un privato”, spiega Ida Claudia Panetta professoressa di intermediari finanziari all'Università Sapienza di Roma a Fanpage.it. Non è una criptovaluta, la moneta della Bce manterrà infatti un valore stabile al contrario delle crypto-currencies che possono fluttuare in modo significativo. "Noi siamo abituati a usare pagamenti digitali, e il funzionamento nella sostanza non è diverso”, sottolinea Panetta. “Avremo un portafoglio digitale dove sarà registrato, se lo vogliamo usare ovviamente, il nostro contante digitale, per esempio per pagare esercenti, quindi bar, o negozi, ed essendo una moneta della banca centrale gli esercenti non potranno rifiutare.”

Non è l’unico vantaggio, sarà infatti possibile utilizzarlo offline, come si legge nei requisiti tecnici resi pubblici dalle Bce, e pagare anche se non si dispone di un conto bancario. “L’euro digitale potrebbe risolvere diversi problemi, le persone infatti potranno accedere ai pagamenti digitali senza l’intermediazione di una banca”. Per esempio i minorenni che non hanno un conto potranno pagare digitalmente senza aver bisogno di una carta di debito o di credito.

“Non dovrebbero esserci commissioni per utilizzare l'euro digitale", è chiaro che se il portafoglio digitale viene collegato alla carta di credito si paga il servizio, le spese potrebbero essere dovute alle commissioni all’emittente della carta. "Poi rispetto al trasporto del contante nel nostro portafoglio l’euro digitale è un metodo di pagamento più sicuro, perché è archiviato su un device con accesso protetto, e poi si può utilizzare anche per i trasferimenti di denaro tra persone” aggiunge Panetta. “Infine essendo emesso da banca centrale sarà più stabile.”

Un problema per le banche

Non mancano possibili problemi, l’introduzione dell’euro digitale infatti potrebbe impattare sul sistema bancario. “Il fatto che noi deteniamo contanti nel nostro portafoglio digitale implica che venga sottratta in massa liquidità alle banche”, sottolinea Panetta. E infatti una ricerca realizzata di Mediobanca ha mostrato che l’introduzione dell’euro digitale potrebbe incidere tra il 5 fino al 20% sui profitti delle banche europee. “Per ridurre i problemi infatti è stato proposto un tetto massimo, 3000 euro, ma non è ancora stato confermato, per limitare l’impatto sulle banche”.

Perché la Bce vuole creare l'euro digitale

La Commissione europea ha spiegato: "L'euro è stato un simbolo dell'unità e della forza dell'Europa sin dal suo inizio 25 anni fa. Mentre il contante è ancora prevalente, e rimarrà ampiamente accessibile e accettato, sempre più cittadini e imprese scelgono di pagare elettronicamente." Oltre ai vantaggi già elencati l’euro digitale può essere da un lato un’alternativa pubblica per i pagamenti digitali, dall’altro un modo per contrastare strumenti come criptovalute, “non tanto quelle che sono in circolo, piuttosto quelle che ancora non esistono”, ha sottolineato Panetta.

Come viene tutelata la privacy degli utenti

Tra le preoccupazioni degli utenti c’è la privacy, la paura di essere tracciati se si utilizza l’euro digitale per i pagamenti. “In realtà la Bce non saprà chi sta utilizzando il contante, quindi non c'è questo problema per a privacy, le informazioni condivise saranno con i payment service provider per la sola prevenzione delle attività illecite”, è chiaro che per mettere a terra l’infrastruttura, il payment service provider, quindi creare il portafoglio elettronico, è necessario identificare i soggetti”, ma è qualcosa che già facciamo quando diamo i nostri dati per creare una carta di credito o di debito. “Ad ogni modo non sappiamo ancora quale sarà la soluzione tecnica, per esempio una distribute ledger tecnology, e la piattaforma che verrà utilizzata”.

Quando potremo usare l'euro digitale

La Banca centrale europea deve ancora decidere quando verrà emesso l'euro digitale. “Ci vorranno un paio di anni, nella tabella di marcia per completare la fase due. Prima che entri in circolazione devono essere risolte questioni tecniche e anche l’iter legislativo sarà complesso. Bisognerà mettere d'accordo tutti gli operatori, e avere accortezze per non generare svantaggi, per esempio decidere il tetto massimo, non è una scelta banale, infine bisognerà sviluppare la piattaforma e le infrastrutture necessarie ad un corretto funzionamento in tutta Europa".

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