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Caso Starlink, l’esperto: “Musk ha creato un monopolio, ma il vero problema non sono i suoi satelliti”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno ha parlato anche del rapporto tra Starlink e l’Italia, ha definito i satelliti l’unica opzione per assicurare la connessione in aree remote de Paese. Abbiamo parlato Francesco Topputo, professore di sistemi spaziali, per capire rischi e opportunità della rete satellitare.
Intervista a Francesco Topputo
Professore di sistemi spaziali
A cura di Elisabetta Rosso
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Durante la conferenza stampa di fine anno, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato anche di Starlink. "Space X ha illustrato al governo una tecnologia che dispone, che consente di comunicare in sicurezza a livello nazionale e soprattutto planetario. Questo significa garantire comunicazioni sicure nel rapporto con le nostre sedi diplomatiche e con i nostri contingenti militari all'estero. Informazioni che sono molto delicate", così ha risposto alla domanda posta da Fanpage.it durante la conferenza.

Starlink offre la sua connessione Internet ad alta velocità "disponibile quasi ovunque sulla Terra". Elon Musk ha lanciato in orbita oltre 7.000 satelliti negli ultimi anni creando un monopolio nell’ambito delle connessioni a banda larga. Per capire meglio come funziona la tecnologia e se davvero, come ha detto Meloni, "non ci sono alternative", abbiamo parlato con Francesco Topputo, professore di sistemi spaziali al politecnico di Milano.

Capiamo meglio come funziona Sarlink: quali sono i vantaggi?

Allora i vantaggi sono chiari. Starlink consente di avere una copertura globale anche negli angoli più remoti del pianeta, dalle isole al centro oceano pacifico ai poli, senza costruire infrastruttura di Terra. Ora se volessi portare internet al polo nord dovrei portare un cavo fino al polo nord.

E Sarlink basandosi sui satelliti risolve il problema.

Esatto. È un'infrastruttura spaziale e al momento i suoi benefici sono superiori ai costi, e soprattutto ha tempi molto rapidi, vengono lanciati 3-4mila satelliti all’anno, ora sono in orbita più di 7000 satelliti.

Quali sono i rischi invece?

Starlink è un monopolio, è questo il principale problema. Non ci sono tanto limiti tecnici, certo potremmo dire che al momento può supportare solo una parte degli utenti, se tutti si attaccassero non reggerebbe, ma tanto verranno lanciati altri satelliti in orbita per rafforzare l’infrastruttura.

Ecco, ma tutti i satelliti Starlink che orbitano intorno alla Terra non rappresentano proprio un rischio?

Beh si, ma di carattere ambientale non legato alle telecomunicazioni. Per noi dei settore è un problema noto da anni quello dell’inquinamento delle orbite basse, dei detriti spaziali, d’altronde dopo aver inquinato il pianeta ora stiamo facendo lo stesso con lo spazio e bisognerà capire soprattutto cosa faremo con i satelliti una volta spenti, è importante che vengano smaltiti correttamente.

Tornando al monopolio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto oggi durante la conferenza stampa che non ci sono alternative pubbliche. È così?

È così. Diciamo che internet nello Spazio o la possibilità di comunicare attraverso i satelliti esiste già da qualche decennio, il segnale di sky arriva dal satellite, però nell’ambito delle connessioni a banda larga non c’è un equivalente a Starlink. Ci sono sistemi a banda stretta…

Per esempio?

Sicral, un sistema che consente di mandare un messaggio, ma parliamo di pochissimi dati, non di connessione a banda larga. La verità è che non c’è un’alternativa nel campo della connettività a banda larga via satellite.

Nemmeno alternative private?

Nemmeno. È davvero un monopolio, e tutti si stanno rendendo conto che c’è uno squilibrio enorme.

L’Europa è davvero così indietro? 

L'Europa non è indietro, anche perché dal punto di vista tecnologico, la tecnologia che usa stralink è nota, è un satellite in orbita intorno alla Terra che comunica con gli altri satelliti e manda i segnali alla Terra, semplificando all’estremo. Questa tecnologia è nota da decenni.

E allora perché non c’è ancora una infrastruttura? 

Perché in Europa siamo indietro per quanto riguarda l’accesso allo Spazio. Musk ha schierato la sua costellazione perché possiede anche i razzi che permettono di posizionare i satelliti in orbita. I razzi europei non reggono il confronto. SpaceX ha fatto più di 100 lanci l’anno scorso, Ariane, azienda francese e Avio, l’italiana che lancia Vega, 2 all’anno circa.

Quando saranno pronte le prime infrastrutture europee? Penso al progetto Iris2. 

La commissione europea ha capito che c’è una lacuna e un monopolio e ora vuole porre rimedio proprio con la costellazione Iris2. Per ora ha solo presentato il programma che sarà sviluppato da una joint venture di aziende europee, ma saranno a prescindere numeri più bassi, non migliaia ma centinaia.

Se dovessimo immaginare una data?

Non prima del 2030. E siccome non verranno schierati subito molti satelliti ci vorrà ancora tempo prima di vedere l’infrastruttura operativa. Direi quindi verso la metà degli anni ‘30.

É così urgente fare un accordo? Abbiamo davvero bisogno di Starlink? 

Non è una domanda semplice, possiamo dire che Starlink è utile quando un paese ha degli asset, basi militari, navi, avamposti, paesi che sono dei protettorato sparsi su tutto il globo. Esco però dalla mia confort zone, dal punto di vista delle necessità io non vedo questa urgenza.

Ci sono però degli elementi che potrebbero fare pressione, penso alla guerra in Ucraina, in Medio Oriente, alle politiche di riarmo…

Starlink sicuramente può rientrare nel riposizionamento di questi ultimi anni dei budget nazionali, oltre alle pressioni delle guerre, è chiaro che ci saranno sempre più spinte per aumentare le spese militari, per esempio gli obiettivi spesa della Nato. In questo caso i Satelliti rientrerebbero negli investimenti per le spese militari.

Starlink è politico, Musk entrerà a far parte dell’amministrazione Trump, ed è anche l’uomo che ha acceso e spento i satelliti Starlink per boicottare un attacco ucraino. Non ci sono alternative più “neutre”?

Al momento no, la Cina sta lavorando a un’infrastruttura simile a Starlink, ma sicuramente neutra non è, chiaramente una versione europea sarebbe una soluzione win win e seguirebbe anche l’autonomia strategica di Ursula von der Leyen, però dovremo ancora aspettare. Ma il vero problema non è Starlink.

Si spieghi meglio. 

Il monopolio viene fuori ora ma noi del settore lo conosciamo già da anni, sapevamo che questo momento sarebbe arrivato. Stralink non è il problema, dicevo, perché è la conseguenza di una questione più grande. L’accesso allo spazio è cruciale: Musk ha costruito Starlink perché è monopolista nel campo dei lanci. Per essere indipendenti il problema va risolto alla radice.

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