“Campi di detenzione sulle Falkland per i rivoltosi di estrema destra”: cos’è la fake news ricondivisa da Musk
Se volete provare a cercarlo su X (fu Twitter), vi avvertiamo, è tempo perso. Questa mattina, Elon Musk, il ceo di X, ha ricondiviso il post di Ashlea Simon, tra i leader del partito di estrema destra britannico Britatin First, salvo poi eliminarlo dopo circa trenta minuti.
"Keir Starmer sta valutando di costruire campi di detenzione d'emergenza sulle Isole Falkland". Si legge nel titolo del presunto articolo del Telegraph postato prima da Simon – con tanto di commento sarcastico "Finiremo tutti alle Falkland" – e poi ricondiviso da Musk. Peccato che si trattava di una fake news in piena regola: non esiste nessun articolo del Telegraph che riportasse quella notizia – come poi ha ufficialmente chiarito il giornale inglese – semplicemente perché non esiste quella notizia.
Cosa diceva il post di Musk
Nel finto articolo del Telegraph, dopo il titolo, un altrettanto finto sommario spiegava che l'attuale primo ministro inglese stava considerando di costruire nuovi campi di detenzione per usarli come prigione dove rinchiudere i partecipanti alle rivolte organizzate da gruppi di estrema destra contro la comunità musulmana che si stanno svolgendo in questi giorni nel Regno Unito. Il finto articolo aggiungeva che questa decisione sarebbe stata motivata dall'attuale stato di sovraffollamento delle carceri britanniche.
La prima a condividerlo è stata Simon. Poco dopo Musk l'ha seguita, ricondividendo il suo post e aggiungendo un laconico "Campi di concentramento…", per poi eliminare il post dopo circa mezz'ora.
Visualizzato da milioni di utenti
Tuttavia, uno screenshot al post di Musk fatto dal sito di informazione Politcs – spiega il Guardian – mostra chiaramente come quei pochi minuti sulla pagina ufficiale del ceo di X siano stati sufficienti per dare a quella fake news un'enorme visibilità: in mezz'ora è stata infatti vista da quasi due milioni di utenti.
Siamo sicuri che si sia trattata di una fake news non solo perché Musk (e poi Simon) ha cancellato il suo post, ma perché è stato lo stesso Telegraph a chiarire in una dichiarazione che quello circolato su X era "un titolo fabbricato per un articolo che non esiste".
Eppure, Musk, uno degli uomini più ricchi e potenti al mondo, oltre che il capo di uno dei social più seguiti, non solo ha pubblicato una notizia senza verificarne la fonte – uno dei principali meccanismi di cui si nutrono le fake news -, ma non ha nemmeno chiesto scusa per l'errore commesso.