Beppe Grillo torna al passato: “Non essere online è il vero lusso moderno”
Su YouTube c’è ancora qualche video. Beppe Grillo è sul palco. I capelli sono più grigi che bianchi, l’allestimento è spoglio, la qualità delle immagini sgranata. Grillo ha una mazza in mano e si accanisce contro un pc inerme. Urla: "Chi vuole romperlo? Chi vuole sfogarsi?". La clip dovrebbe risalire al 2000. Nell’ultimo post pubblicato sul suo blog, Grillo sembra tornato a questa posizione. O quasi.
"Essere offline è diventato un lusso moderno. Tutta questa connettività non ha migliorato affatto la comunicazione tra le persone. Sembra che più ci scambiamo messaggi, più diventano banali le nostre interazioni. Non c’è nulla di sbagliato nella tecnologia, il punto è che la maggior parte delle persone non sembra sapere quando fare una pausa”.
Una nota, anche se l’articolo è sul blog di Beppe Grillo, non è detto che sia stato scritto da lui. Non c’è nessuna firma e a giudicare dalla frequenza di pubblicazione è improbabile che Grillo si occupi della stesura di tutti gli articoli. Detto questo, il blog di Grillo non è uno spazio aperto su cui scrivono tutti. Anche i testi e i temi scelti dai collaboratori saranno concordati.
Perché Grillo dice che non essere online è un lusso
Le tesi citate da Beppe Grillo sono due, entrambe note. La prima è che l’uso di strumenti digitali per l’apprendimento diminuisce i risultati degli studenti: “Ora molti chiedono agli studenti di depositare i loro telefoni e tablet. Questo li costringe a prestare attenzione gli uni agli altri e ad imparare gli uni dagli altri. La ricerca ha dimostrato che un notebook aperto in una classe crea un cerchio di distrazione attorno a quel notebook aperto”.
La seconda invece è negli ultimi anni stanno nascendo in diverse parti piccoli movimenti per contrastare l’uso smodato degli smartphone, anche fra la Gen Z: “Un gruppo crescente di persone che vogliono staccare la spina di tanto in tanto, che scelgono di disconnettersi e sono disposti a pagare un prezzo elevato per questa libertà da Internet. A New York, lo scorso anno, un gruppo di ragazzi ha creato il Luddite Club, un club in cui per poter accedere non si deve fare uso di smartphone e social network”.
L’articolo si chiude con l’invito a guardare un documentario: “Offline is the new luxury”. La pellicola del è del 2016 ed è diretta da Bregtje van der Haak. Certo, è un po’ datata per l’era digitale ma contiene diverse testimonianze. C’è anche la voce di Evgeny Morozov, uno dei critici più importante dell’era digitale.
L’inizio del Movimento 5 Stelle radicato nel web
“Una rete di persone, in connessione diretta. Siamo il popolo del web, in diretta con le webcam”. Il primo inno del Movimento 5 Stelle rende bene l’idea di cos’era all’inizio il progetto varato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Una delle basi su cui poggiava era proprio l’uso di internet per connettere gli attivisti, distribuire informazioni, organizzare eventi e soprattutto avere una linea diretta con gli organi del potere.
Nel 2013 trasmisero in diretta web anche le consultazioni con l’allora leader del PD Pierluigi Bersani per la formazione del nuovo governo. Non solo. Uno dei pilastri dei primi programmi del Movimento era proprio la creazione di una rete Wi-Fi libera e gratuita per tutti i cittadini.