Bentornato Indiana Jones: arriva il videogioco dedicato all’archeologo da vivere in prima persona
Indiana Jones e l’antico Cerchio riesce a realizzare un sogno rimasto sopito per troppo tempo: vivere un’avventura nei panni dell’archeologo più noto della storia del cinema. Per questo scopo, il videogioco sviluppato da MachineGames utilizza la visuale in prima persona in modo da garantire un’immedesimazione totale in Indy. Le sue fattezze sono chiaramente quelle dell’attore Harrison Ford da giovane, ammirabili durante le cutscene o in particolari situazioni di gioco. Una scelta rischiosa ma funzionale per l’immersione, che soprattutto permette di evitare analogie semplicistiche con altri titoli di stampo simile come Uncharted e Tomb Raider, due franchise che hanno fatto dell’avventura archeologica e del carisma dei protagonisti i loro cavalli di battaglia, usando però la visuale in terza persona.
Ritornando al gioco pubblicato da Bethesda, è ambientato tra i film I Predatori dell'Arca Perduta e L'Ultima Crociata. L’anno di ambientazione di Indiana Jones e L’antico Cerchio è dunque il 1937. Una notte, un uomo misterioso riesce a rubare dal Marshall College, l’università del Connecticut in cui lavora Indy, un particolare reperto, una mummia di gatto per l’esattezza. Indy vuole scoprire il perché. Da qui inizia un viaggio fatto di scazzottate, rompicapi ed esplorazione, che parte dagli Stati Uniti e prosegue a Roma, Giza, Sukhothai.
Cosa vuol dire essere Indiana Jones
Nella schermata iniziale, c’è l’archeologo di spalle, vestito con la sua classica giacca di pelle marrone e il cappello in testa. Una volta selezionata “Nuova Partita”, l’inquadratura si restringe e iniziamo subito a giocare. Si tratta di un dettaglio interessante: nonostante il forte taglio cinematografico, com’è giusto che sia, Indiana Jones e l’antico Cerchio sfrutta appieno le peculiarità del medium videoludico, puntando su un ritmo avventuroso e coinvolgente. E questo tenendo conto delle numerose ma non tediose scene di intramezzo. Tale ritmo è possibile perché la giocabilità permette vari approcci e situazioni, da gestire in base alla nostra indole.
Per evitare spoiler, raccontiamo solo la parentesi a Roma, che comprende Castel Sant’Angelo occupato dalla camicie nere di Mussolini. Il clima degli anni ‘30 è perfettamente riprodotto all’interno del gioco, grazie ai manifesti propagandistici di epoca fascista attaccati sui muri, alle divise curate dei nemici e a tutta l'oggettistica delle ambientazioni. Anche i luoghi, come la Cappella Sistina e il Colonnato di San Pietro, evidenziano una grande cura da parte dello studio di sviluppo. Non che ci fossero dubbi, considerato quanto dimostrato nella distopia nazista di Wolfenstein.
Tale cura rende immersiva l’esplorazione, che è il vero cuore pulsante del gioco. Le ambientazioni possono apparire all’inizio dispersive, ma in realtà sono un pretesto per dare inizio a un flusso esplorativo davvero appagante. Nel caso di Roma, abbiamo dovuto travestirci da prete per non farci riconoscere dai fascisti, avventurarci con la sola luce di una candela in passaggi segreti e fotografare iscrizioni latine mentre il clero romano provava a condurre la sua quotidianità. Nel mezzo ci sono stati colpi di mandolino sulle teste di nemici ignari e arrampicate con la frusta. In breve, la struttura del gioco permette di intraprendere una serie di azioni, sospinte dal puro piacere della scoperta, portando al compimento delle missioni principali e secondarie senza quasi accorgersene. E questi sono solo alcuni esempi.
Per fare tutto questo, Indy deve tenere conto di soli due parametri: salute e resistenza. Quest’ultimo punto aggiunge maggiore complessità all’azione, perché andare alla cieca contro i nemici vuol dire perdere tutte le energie e rimanere facile preda delle botte fasciste (e naziste nelle altre ambientazioni). Per questo occorre fare affidamento sugli oggetti sparsi in giro (strumenti musicali, padelle, bottiglie, scope) che possono facilitare gli scontri o distrarre i nemici. Anche la frusta si rivela fondamentale, sia per disarmare e infastidire gli avversari sia per arrampicarsi in zone irragiungibili. A questo si aggiunge la componente stealth, cioè l'azione di sgattaiolare indisturbati nelle zone ad alta sorveglianza.
Non è solo una questione di pugni e nemici: com’è ovvio aspettarsi da Indiana Jones, il titolo punta anche sugli enigmi ambientali, attraverso l’interazione con antiche rovine che celano trappole ma anche tesori. Insomma, parliamo di un mix efficace che riesce a trasformare in chiave videoludica l’epicità della serie cinematografica. Non è tutto, perché tramite l'accumulo di punti (sbloccabili anche fotografando scorci particolari con la nostra splendida macchina fotografica anni ‘30) possiamo rendere disponibili nuove abilità per Indy. Un esempio è Seconda Chance: quando messo KO, l’archeologo può strisciare verso il sua cappello per rialzarsi in piedi e riprendere il combattimento, saltando così il game over.
L’unico vero dispiacere deriva dal fronte grafico. Su Xbox Series S, piattafroma su cui abbiamo testato il gioco, sono lontani i livelli visti nei trailer pubblicati finora. Vero è che la console in questione è meno performante rispetto alla Series X, ancor meno se paragonata a un PC di fascia alta, ma parliamo comunque di standard inferiori rispetto a quello che può fare effettivamente – come dimostrato con Hellblade 2. Sebbene Indiana Jones/Harrison Ford sia riprodotto in modo fedele, al pari degli altri personaggi primari (una è interpretata dall'attrice Alessandra Mastronardi), l’effetto generale è quello di avere a che fare con modelli artificiali fatti da sguardi vuoti e animazioni legnose. Una sensazione che diventa ancora più evidente con i personaggi non giocanti (i famosi NPC) secondari. Il discorso delle animazioni si riflette a volte anche durante il gameplay, nello specifico quando Indy deve lasciar cadere un oggetto per aprire una porta per poi raccoglierlo di nuovo. Sono piccolezze che interrompono il flusso elogiato sopra. Per fortuna non parliamo di nulla di inficiante, è solo strano vedere queste scelte nel 2024, specialmente da uno studio rinomato come MachineGames.
Per concludere quindi, Indiana Jones e l’antico Cerchio è un titolo che saprà fare breccia nel cuore di coloro che non solo hanno amato i film prodotti da LucasFilm, ma anche coloro che sono alla ricerca di un’avventura dall’ampio respiro, in grado di dare il giusto valore a uno dei simboli dell’immaginario creato da Hollywood. Il gioco sarà disponibile dal 9 dicembre su Xbox Series X|S e PC, anche tramite abbonamento Game Pass. Arriverà poi nella primavera 2025 pure su PlayStation 5.