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Banche, fondi e principi sauditi: da dove arrivano i soldi con cui Musk ha comprato Twitter

Con l’acquisizione di Twitter, l’uomo più ricco del mondo è entrato ufficialmente nel mercato dei social network.
A cura di Valerio Berra
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Elon Musk è l’uomo più ricco del mondo. Per essere totalmente corretti è l’uomo con il patrimonio stimato più grande del mondo: mentre scriviamo questo articolo Forbes fissa il valore dei suoi beni (in crescita) a 221,5 miliardi di dollari. Quasi il doppio di Jeff Bezos che con i suoi 134 miliardi di dollari guarda Musk dal terzo gradino del podio. Fra loro due c'è Bernard Arnault. Tutti questi soldi non sono però solo un numero su un conto corrente, sono distribuiti in beni, fondi e soprattutto azioni.

Per acquistare Twitter Elon Musk ha dovuto pagare 44 miliardi di dollari e per metterli insieme non ha semplicemente fatto un bonifico dall'app della sua banca. Dietro la sua operazione ci sono investitori privati, banche d’affari e fondi di investimento che hanno deciso di coprire l’acquisizione del social network. Musk poi non è partito proprio da zero nella sua scalata. Il 4 aprile 2022 aveva già investito tre miliardi di dollari per acquistare il 9,2% delle azioni di Twitter.

Le banche e i fondi di investimento

La prima quota dei fondi necessari per l’acquisizione è coperta dai prestiti forniti dalle banche. Sono tante le società del settore che hanno deciso di sostenere Musk. La prima è Morgan Stanley, una delle più importanti banche d’affari degli Stati Uniti con una capitalizzazione di mercato che arriva a 138,53 miliardi di dollari. Solo da qui arrivano 3,5 miliardi di dollari.

Oltre Morgan Stanley, dagli Stati Uniti è arrivata anche Bank of America, che può contare su una capitalizzazione di mercato da 287,84 miliardi di dollari. I soldi però non arrivano solo dagli States. Dentro l’affare ci sono anche due banche giapponesi: UFJ Financial Group e Mizuho, la britannica Barclays e le francesi Société Générale e BNP Paribas. In totale i prestiti bancari arrivano a un totale di circa 13 miliardi di dollari.

Chiuso il capitolo banche si apre quello fondi di investimento. Da qui arrivano in tutto 7 miliardi di dollari di investimenti. In prima fila c’è Larry Ellison, cofondatore di Oracle, che ha deciso di puntare un miliardo di dollari su tutta l’operazione. Come lui anche Qatar Holding, legato al fondo sovrano del Qatar. Al Jazeera ha spiegato poi che a tutta l’operazione ha partecipato anche il principe Alwaleed bin Talal, il principe dell’Arabia Saudita che era uno dei più grandi azionisti di Twitter prima che Musk cominciasse la scalata. Solo lui ha trasferito al fondatore di Tesla circa 35 milioni di azioni del social network.

La quota pagata da Musk

Una quota dell’affare è stata pagata dallo stesso Musk. Negli ultimi mesi sono state due le operazioni finanziarie dell’imprenditore che hanno sollevato le attenzioni della Securities and Exchange Commission (SEC). La prima risale allo scorso agosto, l’altra è più recente ed è stata conclusa ad aprile. In queste operazioni Musk ha venduto azioni di Tesla, l’azienda di auto elettriche ha trainato la sua scalata come persona più ricca del mondo. Il primo blocco di vendita gli ha permesso di portare a casa 8,4 miliardi di dollari, con il secondo è arrivato a 6,8 miliardi di dollari. Tesla è il gioiello più brillante nella costellazione di Musk. Nonostante il calo nell’ultimo mese le sue azioni vengono scambiata per circa 225 dollari e ha una capitalizzazione di mercato da 705,31 miliardi di dollari.

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