Il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato in Francia: quali sono le accuse mosse alla piattaforma
Il 24 agosto Pavel Durov è stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget, vicino Parigi. Il fondatore di Telegram era appena atterrato con il suo jet. Secondo TF1 TV, Durov sarebbe stato fermato dalla polizia per un’indagine, ancora a livello preliminare, proprio su Telegram: in base alle accuse l’assenza di moderazione su canali e gruppi nella piattaforma avrebbe contribuito alla nascita di una lunga serie di attività criminali sull’app.
Durov, origini russe, ha fondato Telegram nel 2013. Secondo Forbes ha un patrimonio stimato che si aggira sui 15,5 miliardi di dollari. Come riporta Reuters, al momento non è ancora chiara la direzione i cui si evolverà la sua situazione: il ministero degli Esteri della Russia ha spiegato di essere al lavoro con la sua ambasciata in Francia per chiedere il rilascio di Durov. Secondo AFP il fondatore di Telegram dovrà comparire oggi stesso davanti a un tribunale francese.
I legami di Pavel Durov con la Russia
La presa di posizione del Cremlino sorprende. Durov è dovuto fuggire dalla Russia proprio per problemi con il governo, visto che Telegram aveva rifiutato di collaborare per chiudere i gruppi e i canali dove si riunivano gli oppositori di Vladimir Putin. Non solo. Nel 2018 sempre il Cremlino ha deciso di bloccare formalmente l’accesso a Telegram, senza molto successo. E ancora, il 21 agosto scorso Telegram e WhatsApp hanno registrato un down in Russia poco chiaro che secondo il governo sarebbe da ricondurre a un attacco hacker.
Al momento Telegram è rimasto una delle poche piattaforme dove chi vive in Russia può accedere a informazioni non filtrate dal Cremlino. Telegram infatti è praticamente privo di moderazione. Caratteristica che in certi casi permette di accedere a fonti dirette e non schermate da meccanismi di censura. Nella maggior parte dei casi però questa assenza di moderazione favorisce la proliferazione di discussioni oltre i limiti della legge, dallo scambio di materiale pornografico diffuso senza consenso all’organizzazione di attacchi hacker.
In un reportage pubblicato su Fanpage.it avevamo mostrato come questa libertà avesse favorito anche lo sviluppo di gruppi e canali dove si diffondono consigli su diete e pratiche alimentari che portano all’anoressia. Al momento si stima che Telegram abbia circa un miliardo di utenti.
Il commento di Matteo Salvini sull’arresto del fondatore di Telegram Pavel Durov
L'arresto di Pavel Durov ha sollevato una lunga serie di commenti. A difenderlo sono soprattutto imprenditori e politici che negli ultimi anni si stanno posizionando contro la moderazione delle grandi piattaforme social. La dinamica è nota. Alcune aree politiche che fanno riferimento a ideologie conservatrici e nazionalisti accusano da tempo i social di attuare una censura arbitraria mossa più da motivazioni politiche che da necessità legate alla gestione della community.
Esponente principale di questa battaglia è Elon Musk che da tempo si è posizionato a favore dei una supposta "libertà di espressione". Musk ha commentato con diversi post l'arresto, rilanciando l'hashtag #freePavel. Anche Matteo Salvini ha commentato in questo senso l'arresto di Durov: "Viva la libertà, di pensiero e di parola. Chi sarà il prossimo ad essere imbavagliato?"