Apple abbandona la Cina per i dazi: gli iPhone venduti negli Stati Uniti saranno prodotti in India

La guerra dei dazi sta spingendo il gigante della tecnologia Apple a spostare la produzione degli iPhone destinati al mercato americano dalla Cina all’India: lo rivela il Financial Times, venuto a conoscenza della strategia di Apple volta a “diversificare la propria catena di fornitura” con l’obiettivo di “rifornirsi dall’India della totalità degli oltre 60 milioni di iPhone venduti ogni anno negli Stati Uniti”.
Gli iPhone per gli Stati Uniti saranno prodotti in India
L’assemblaggio in India degli iPhone venduti negli Stati Uniti partirebbe già l’anno prossimo, comportando per Apple un raddoppio della produzione dei propri smartphone in India, dopo quasi due decenni in cui la società ha investito in Cina per creare la linea produttiva che ha alimentato la sua ascesa globale. La Cina, come noto, è stata oggetto dei dazi più aggressivi da parte del presidente Donald Trump, nonostante quest’ultimo abbia poi manifestato la volontà di negoziare con Pechino.
La Cina è anche il Paese dove Apple produce la maggior parte dei suoi iPhone, tramite terze parti, come Foxconn, anche se negli ultimi anni la società ha costantemente rafforzato la propria capacità produttiva in India, commissionando su contratto la produzione delle componenti ad aziende come la Tata Electronics. Attualmente, l’assemblaggio della maggior parte degli smartphone avviene comunque in Cina.
L’annuncio dei dazi ha già fatto perdere 700 miliardi di dollari di valore di mercato ad Apple, che nelle ultime settimane si è affrettata ad esportare negli Stati Uniti gli iPhone già prodotti in India, per evitare i dazi più elevati imposti alla Cina.
La mossa di Apple per aggirare i dazi imposti da Trump alla Cina
La mossa di assemblare in India tutti gli iPhone destinati al mercato statunitense, come ultima fase del processo produttivo, permetterebbe ad Apple di aggirare la questione dei dazi imposti da Trump alla Cina, inizialmente superiori al 100% su tutte le importazioni dal Paese asiatico e poi temporaneamente sospesi per gli smartphone, attualmente soggetti a un’aliquota separata del 20%. L’India è stata invece colpita da dazi del 26%, anche questi temporaneamente sospesi, mentre Nuova Delhi spinge per un accordo commerciale bilaterale con gli Usa. Durante la visita in India questa settimana, il vicepresidente J.D. Vance ha affermato che i due Paesi stanno facendo “ottimi progressi” nelle trattative.
Apple non ha commentato le indiscrezioni pubblicate oggi dal Financial Times che, se confermate, vedranno il colosso statunitense aumentare la capacità produttiva in India per soddisfare tutti gli ordini provenienti dagli Stati Uniti. Già lo scorso anno, nell’ampliare la produzione dall’India, le società commissionate da Apple hanno iniziato a importare set di componenti preassemblati dalla Cina.
“Riteniamo che questa sarà una mossa importante per Apple, che potrà così mantenere la sua crescita e il suo slancio – ha commentato l’analista Daniel Newman, amministratore delegato della società di ricerca Futurum Group – . Stiamo osservando in tempo reale come un’azienda con queste risorse si stia muovendo a una velocità relativamente rapida per affrontare il rischio tariffario”.