Anche Meta lavora alla sua intelligenza artificiale, vuole far arrivare “personaggi virtuali” su WhatsApp
Anche Meta rincorre l’intelligenza artificiale generativa. D'altronde non poteva mancare la chiamata. Dopo Microsoft, e Google, Mark Zuckerberg ha deciso di investire nei chatbot lanciando "un nuovo gruppo per prodotti di alto livello". L’obiettivo finale del team è creare "personaggi AI che possano aiutare le persone in vari modi", ma la strada per realizzarli è ancora lunga. Per ora Meta sta cercando di ricreare un ChatGPT su WhatsApp e Messenger, ma parte in ritardo, e dovrà accelerare per stare al passo con la concorrenza.
Secondo Axios, il progetto sarà guidato da Ahmad Al-Dahle, ex dirigente Apple, e inizierà sperimentando strumenti creativi in grado di assistere i clienti. Potrebbe anche sfruttare l'IA generativa per offrire alle aziende un supporto per le vendite e il servizio clienti. In realtà Meta aveva già lanciato due chatbot: Galactica e Blenderbot. Ma l'esperimento era naufragato, Galactica diceva che il Colosseo era un centro commerciale e Blenderbot che Zuckerberg era un tipo inquietante e manipolatore.
La corsa verso l'intelligenza artificiale generativa
Microsoft ha già investito 10 miliardi dollari su ChatGPT, l’intelligenza artificiale generativa più brillante al mondo. L’azienda di Redmond, Washington, il 7 febbraio ha presentato la fusione tra Bing e ChatGPT. Il chatbot sviluppato da OpenAi permetterà al motore di ricerca di Microsoft di rispondere a ogni esigenza. Durante la presentazione sono stati mostrati alcuni esempi: “Sto organizzando un viaggio per il nostro anniversario a settembre. Quali sono alcuni posti dove possiamo andare che si trovano a tre ore di volo da Fiumicino?”, oppure: “Pianificami un allenamento per braccia e addominali senza sit-up e senza attrezzature da palestra. Massimo 30 minuti”. E poi: “Scrivi del codice in Python per trovare la sequenza di Fibonacci”.
Con un leggero ritardo e con uno scivolone, è stato annunciato anche Bard, il campione in gara di Google. Durante la presentazione ha risposto male a una domanda sul James Webb Telescope. A ogni modo, i chatbot AI non sono perfetti, sbagliano ancora, e nonostante quello di Google sia sembrato un po’ un tentativo maldestro per stare al passo con Microsoft, ora dentro i laboratori gli ingegneri stanno perfezionando Bard. Quindi sia Bing, sia Bard spingono per uscire, di per sé sono già pronti, serve solo qualche ritocco per evitare figuracce o partire con il piede sbagliato.
Persino You.com e Neeva hanno annunciato l’integrazione dell'intelligenza artificiale generativa nel loro motore di ricerca, e Snapchat ha appena presentato un chatbot personalizzato per i suoi abbonati. In mezzo ai motori già caldi arriva Meta. Dopo le aspettative spezzate e investimenti a vuoto nel Metaverso, Zuckerberg inverte rotta e cerca di puntare su quella che sembra la vera gallina dalle uova d’oro della Silicon Valley: l'IA generativa.