Spunte blu in arrivo anche su Gmail per verificare l’identità del mittente: i passaggi per ottenerle
La spunta blu è diventato un terreno controverso, con l’arrivo di Elon Musk che ha rivoluzionato Twitter il check si è trasformato in altro, una strategia per monetizzare sul social, uno status symbol, e ha creato anche caos e disinformazione certificando profili falsi. Ora Gmail fa un passo indietro e riporta la spunta blu al suo ruolo originale: verificare i profili. Appare accanto al nome del mittente, se c’è vuol dire che il profilo è reale. Il servizio di Gmail è gratuito e pensato per offrire un ulteriore livello di protezione contro le truffe via mail. Non solo, selezionando il nome del mittente, apparirà un messaggio; "il mittente di questa email ha verificato di possedere (nome di dominio) e il logo nell'immagine del profilo". Il roll-out della funzionalità è iniziato il 3 maggio 2023, e richiederà circa tre giorni per essere disponibile su Google.
Il nuovo servizio di Google prevede le spunte blu su Gmail
La spunta blu vuole essere "un solido sistema di autenticazione e-mail che aiuta gli utenti e i sistemi di sicurezza a identificare e bloccare lo spam e consente inoltre ai mittenti di sfruttare la fiducia del proprio marchio", ha spiegato Google in un post sul blog ufficiale. Il sistema si basa sullo standard BIMI (Brand Indicators for Message Identification), che permette di verificare l’identità dei mittenti. In realtà Google aveva già introdotto nel 2021 il supporto allo standard BIMI, consentendo ai brand di usare loghi autenticati nelle loro mail. Ora presenta un servizio extra per distinguere i messaggi dalle mail promozionali o dalle truffe. Il sistema è anche un modo per aiutare Gmail a riconoscere la posta spam e di conseguenza spostare i messaggi nell’apposita cartella. Il sistema sarà disponibile nel corso delle prossime settimane, sia per i clienti di Google Workspace, sia per gli utenti tradizionali. Per ottenerlo bisognerà completare tutti i passaggi per certificare lo standard BIMI che trovate nella Guida Amministratore di Google Workplace.
L'ecosistema delle certificazioni blu
Da mesi si parla di spunte blu. In testa c'è il caso Twitter, con Elon Musk che ha deciso di assegnare il certificato non in base all'autorevolezza dell'account (come pensato in origine), ma attraverso un abbonamento da 8 dollari al mese. Non è l'unico, ora anche Meta punta a ottenere ricavi dalle spunte blu a pagamento per gli utenti, il servizio permetterà di acquistare abbonamenti per verificare i profili degli utenti su Facebook e su Instagram il costo è più altro rispetto a Twitter: 11,99 dollari al mese ma per iOS, il sistema operativo di Apple, si alzerà a 14,99 dollari al mese. Gmail invece ha deciso di usare le spunte alla vecchia maniera, quindi, come spiega sul suo blog, l'obiettivo è fare in modo che i bollini blu "aumentino la fiducia nelle fonti di posta elettronica e offrano ai lettori un'esperienza coinvolgente, creando un ecosistema migliore per tutti".