Amazon licenzia ancora, tagliati altri 9.000 dipendenti: “Vogliamo essere più snelli”
Il copione è lo stesso, arriva una mail sull'account aziendale dove si spiega che il sistema economico è incerto e che le assunzioni durante la pandemia sono state troppo ambiziose, poi sulla base di queste premesse vengono annunciati migliaia di licenziamenti. A questo giro il mittente è Amazon. L’amministratore delegato Andy Jassy ha annunciato che verranno tagliati 9.000 posti di lavoro dall'organico di Amazon Web Services, Twitch e altre unità. In questo modo verrà portato a 27.000 il numero di dipendenti lasciati a casa dall’azienda (a gennaio infatti era scattato il primo round di licenziamenti).
“Considerando la nostra economia e l'incertezza del prossimo futuro, abbiamo scelto di essere più snelli nei nostri costi e nell'organico", ha affermato Jassy in una nota inviata ai dipendenti e pubblicata online. Il piano fa parte di una lenta ritirata nonostante il business in Amazon abbia segnato un +20% nell’ultimo trimestre, cresce sì, ma a un ritmo più lento. D’altronde le condizioni di esistenza sono cambiate, se durante il Covid l’acquisto online era la regola, con la fine delle restrizioni sono diminuiti anche gli ordini sul sito. Situazione analoga anche per Meta, Google, Microsoft che hanno dovuto fare i conti con i loro sogni sproporzionati. Credevano in un mondo completamente digitalizzato post pandemia, ma non è proprio andata così, e quindi licenziano per restare a galla. A pesare su tutto un assetto economico instabile che ha messo in ginocchio le Big Tech nel 2022.
I nuovi tagli di Amazon
La maggior parte dei dipendenti di Amazon (sono 1,5 milioni) lavora nei suoi magazzini, ma c’è anche l’area dei colletti bianchi, i dipendenti aziendali e tecnologici, che conta 330.000 dipendenti. Loro sono finiti in prima linea durante i licenziamenti di massa. Jessy infatti ha spiegato che gli ultimi tagli sono stati decisi dopo aver programmato gli investimenti per il prossimo anno e fissato nuove priorità. In realtà però questi è il secondo round per Amazon, con una nota pubblicata sul blog il Ceo Andy Jassy a gennaio aveva confermato la decisione di licenziare ma ha 18.000 dipendenti. Due mesi dopo rilancia e aggiunge 9.000 tagli in più.
"Alcuni potrebbero chiedersi perché non abbiamo annunciato queste riduzioni di ruolo insieme a quelle decise un paio di mesi fa. La risposta breve: non tutte le squadre hanno terminato le loro analisi nel tardo autunno, e invece di affrettarci attraverso queste valutazioni senza la dovuta diligenza, abbiamo scelto di condividere queste decisioni mentre le prendevamo in modo che le persone avessero le informazioni il prima possibile” ha spiegato Jassy. “I team stanno ancora prendendo decisioni su quali ruoli esatti verranno tagliati, ha scritto, e i lavoratori licenziati verranno informati al termine del processo a metà o fine aprile.” La ritirata di Amazon non riguarda solo i licenziamenti, a inizio marzo infatti ha annunciato che sospenderà la costruzione del suo secondo quartier generale a Arlington, in Virginia, e ha anche annullato o ritardato i suoi progetti di sviluppo in tutto il Paese.
Un panorama difficile per le Big tech
Lunedì le azioni Amazon sono scese di oltre l'1,2%, chiudendo a 97,71 dollari, lo stesso giorno in cui i principali indici statunitensi sono saliti. "A partire dalla metà del terzo trimestre del 2022, abbiamo visto i nostri tassi di crescita anno su anno rallentare mentre le aziende di tutte le dimensioni valutavano i modi per ottimizzare la loro spesa per il cloud in risposta alle difficili condizioni macroeconomiche", ha spiegato Brian Olsavsky, Chief Financial Officer di Amazon. L’universo tech già in affanno è stato ulteriormente messo in difficoltà questo mese dal crollo della Silicon Valley Bank.
Amazon non è l’unica a scegliere di ridimensionarsi. Twitter ha perso circa la metà dei suoi dipendenti dopo essere stata acquistata da Elon Musk. Tesla ha perso 650 miliardi di dollari di capitalizzazione, passando da oltre mille miliardi di dollari di valore azionario a circa 330 miliardi di dollari. Meta a metà marzo ha annunciato che licenzierà altri 10.000 dipendenti. È il secondo grande taglio per l’azienda di Zuckerberg, che già a novembre aveva deciso di lasciare a casa 11.000 lavoratori. E le Big tech molto probabilmente manterranno questa linea per tutto il 2023. Licenziare i dipendenti infatti non è solo un modo per snellire le aziende ma, come ha spiegato l'analista di Wedbush Daniel Ives a Forbes, costituiscono il "primo grande passo nella stabilizzazione dei titoli in difficoltà”, e un modo per attrarre nuovi investitori. I tagli infatti potrebbero essere un segnale positivo che va ad indicare un’azienda decisa a rimanere redditizia.