Altro che nicchia: Elden Ring ha venduto più di Call of Duty
Nonostante sia uscito il 25 febbraio scorso, Elden Ring continua ad essere il videogioco del momento. Lo dimostrano le 13,4 milioni di copie vendute e il dominio del dibattito pubblico all'interno della community videoludica. Secondo l'ultimo report di NPD, Elden Ring resta sul podio dei giochi più venduti. Primato che prosegue su Steam da mesi. Un risultato dunque sorprendente per un gioco appartenente alla nicchia dei soulslike, un genere partorito dalla software house di Hidetaka Miyazaki, la giapponese FromSoftware, la stessa dietro Elden Ring.
Numeri da capogiro, che fanno impallidire titoli più diffusi tra il pubblico mainstream, come Call of Duty Vanguard e Cyberpunk 2077. Un paragone che in parte lascia il tempo che trova. Call of Duty Vanguard è tra i capitoli che hanno venduto meno nella storia della serie, a causa di una campagna single-player scialba e banale e una modalità multiplayer cannibalizzata da Warzone. A tutto questo si aggiunge l'enorme scandalo che ha coinvolto nei mesi scorsi Activision Blizzard, legato alle molestie e alla frat boy culture sul luogo di lavoro.
Riguardo Cyberpunk 2077, è stato detto molto del lancio problematico che ha deluso le promesse fatte in fase di sviluppo da CD Projekt RED. Di conseguenza, nonostante le 13,7 milioni di copie vendute al lancio, il titolo ha poi subito un inevitabile declino. Eppure, resta sorprendente vedere come un gioco come Elden Ring riesca a superare nomi del genere, divenendo il titolo più giocato, chiacchierato e streammato nell'ultimo periodo. Come è possibile?
Elden Ring fa parte dei soulslike, genere nato da Demon's Souls, poi proseguito con Dark Souls, Bloodborne e Sekiro. Tutti titoli di FromSoftware, diretti da Miyazaki. La loro peculiarità è la mole di impegno e dedizione richiesta al giocatore o alla giocatrice, gettati in mondi ostili, silenziosi, popolati da nemici letali. Elden Ring estende questo concetto e lo inserisce all'interno della struttura open world. Tuttavia l'ultimo titolo di FromSoftware non si adegua ai canoni oramai consolidati dell'open world, ma dà una sua interpretazione.
A differenza di un Assassin's Creed: Valhalla o di un Horizon Forbidden West, Elden Ring non travolge chi gioca con un mondo gigantesco costellato di segnalini sulla mappa. Non ci sono decine e decine di attività da compiere, né personaggi secondari che danno inizio a infinte sottomissioni – o sub quest nel gergo videoludico. No, Elden Ring non dice nulla. Non accompagna per mano chi gioca. Per raccontate e immergere nella sua storia, si affida alle criptiche frasi scritte da George R. R. Martin (Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco/Il Trono di Spade) e agli oggetti nascosti nell'Interregno, il suggestivo e letale mondo in cui prendono luogo le gesta dei Senzaluce.
Spetta a chi gioca andare in avanscoperta, leggere i messaggi lasciati da giocatori o giocatrici passati prima, comprendere le movenze di un boss prima di batterlo, studiare l'uso di un oggetto per l'equipaggiamento. Rispetto ai souslike, più lineari nella struttura e dunque più frustranti – se lungo la strada si incontra un boss, c'è poco da fare, bisogna batterlo – Elden Ring permette di mettere in stand-by una porzione di mappa troppo difficile per promuovere la scoperta di altre, ognuna caratterizzata splendidamente a modo suo. In poche parole, FromSoftware elogia l'esplorazione, dando un senso effettivo all'open world.
Questo tratto caratteristico, unito alla partecipazione di Martin nella scrittura, all'ottima salute di cui gode l'immaginario dark fantasy e all'enorme passaparola iniziato da giocatori e giocatrici, fanno sì che Elden Ring resti il titolo del momento, consolidando il suo esordio nel panorama mainstream. Il tutto però senza cedere alle sue regole, proponendo un'avventura single-player, senza microtransazioni e miriadi di attività segnalate da svolgere. Tutt'altro: con Elden Ring, difficoltà, impegno e dedizione non riguardano più solo una nicchia di pochi, ma un'utenza composta da 13,4 milioni di persone che hanno ceduto al fascino dei soulslike.