Altro che femminismo: la verità dietro al volo spaziale di Jeff Bezos dove ci sono solo donne

Sei donne in tute attillatissime blu elettrico con pantaloni a zampa di elefante e posa da Charlie's Angels. Non è così che mi immagino il femminismo, eppure Jeff Bezos ha presentato l'equipaggio dell'NS-3 1 come il simbolo dell'emancipazione femminile contemporanea. Il team, capitanato da Lauren Sanchez, giornalista, pilota e fidanzata di Jeff Bezos, è partito oggi, 14 aprile, a bordo del razzo New Shepard di Blue Origin, in Texas, per un volo suborbitale di 11 minuti. L'azienda ha presentato la missione come "il primo volo spaziale commerciale interamente al femminile", e "la prima missione spaziale interamente al femminile in più di 60 anni". Nonostante gli slogan, siamo di fronte a sei celebrità che sono state lanciate per una manciata di minuti nello Spazio marchiate con l'hashtag #girlboss.
Le argomentazioni a sostegno del "volo femminista" sono scarse, ma la farsa diventa ancora più evidente se consideriamo le mosse imprenditoriali di Bezos nel 2025. Il fondatore di Amazon infatti ha baciato l'anello a Trump dopo le sue rielezioni a novembre e donato 1 milione di dollari al suo fondo inaugurale. Non solo, per ingraziasi il presidente ha anche ridotto gli investimenti sul programma DEI, iniziative per rendere i posti di lavoro più equi e inclusivi, anche per le donne.
L'equipaggio "femminista" di Blue Origin
L'equipaggio è composto da sei donne. Amanda Nguyen, attivista per i diritti civili e prima donna vietnamita a volare nello Spazio, Gayle King conduttrice di CBS Mornin, Kerianne Flynn, produttrice cinematografica, Aisha Bowe, l'imprenditrice ed ex scienziata missilistica della NASA, Lauren Sánchez, giornalista, pilota e fidanzata di Jeff Bezos e la pop star Katy Perry.
Le celebrità hanno spiegato che il loro volo avrà effetti rivoluzionari sulle generazioni future. Nel comunicato stampa abbondano cliché e frasi fatte: Bowe spera che la sua storia "dal community college allo Spazio" ispiri i giovani a "inseguire i propri sogni", mentre Sánchez vuole "ispirare la prossima generazione di esploratrici". Sia Perry, sia Flynn hanno affermato di sperare che ispiri le giovani donne a "puntare alle stelle".
È stata recuperata anche la retorica del Glamour. "Chi non si vestirebbe di glamour prima del volo?" ha osservato Sánchez. Perry ha aggiunto: "Lo Spazio diventerà finalmente glamour. Lasciate che vi dica una cosa. Se potessi portare il glamour con me, lo farei. Renderemo cool la parola astronauta." L'ennesimo tentativo di ridurre il genere femminile a glitter e lacca (anche, per carità, ma non solo). Ah. È un'inesattezza, definire l'evento "la prima missione interamente femminile a raggiungere la linea di Kármán". La cosmonauta Valentina Tereshkova volò infatti in solitaria nello Spazio nel 1963.
Il vero scopo di Jeff Bezos
Bezos non è l'unico miliardario della tecnologia nel settore spaziale: è in diretta concorrenza con SpaceX di Elon Musk e Virgin Galactic di Richard Branson. I Falcon 9 di Space X di Musk sono stati lanciati 469 volte. Al contrario, Blue Origin ha completato con successo solo 31 di New Shepard, inclusi 11 voli suborbitali con equipaggio.
A inizio 2025 Blue Origin ha anche lanciato, New Glenn, il suo razzo più grande e riutilizzabile, da Cape Canaveral, Florida. Secondo l'azienda il razzo sarà come un "aereo di linea commerciale ma con carburante più pulito", permetterà di "ridurre sprechi e costi" e potrà trasportare 13 tonnellate in orbita geostazionaria e 45 in orbita terrestre bassa. Nonostante i successi, Blue Origin rimane al secondo posto e ha un disperato bisogno di attirare l'attenzione.
È inevitabile, nei prossimi anni assisteremo ad altri voli come questo, nei quali verrano lanciate star per promuovere l'immagine di Blue Origin come leader dei viaggi spaziali privati. È solo triste vedere come, ancora una volta, il femminismo sia stato strumentalizzato per una trovata pubblicitaria.