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Alla fine la polizia di San Francisco non potrà usare i robot killer (per ora)

La pressione delle associazioni ha funzionato. Il Consiglio dei Supervisori di San Francsico ha sospeso e poi rimesso in discussione la decisione di concedere alla polizia cittadina l’uso di robot in grado di uccidere a distanza.
A cura di Valerio Berra
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MARVEL | Ultron, il robot di "Avengers: Age of Ultron"
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Marcia indietro. Anzi, come scrivono i giornali statunitensi: U-Turn. Alla fine la polizia di San Francisco non avrà a disposizione i robot in grado di uccidere. La richiesta era partita direttamente dalla polizia, il Consiglio dei Supervisori della città l'aveva approvata ma alla fine, dopo una discreta scarica di proteste, ha deciso di ritornare sulle sue decisioni. Il processo decisionale non è ancora finito. Ora la polizia dovrà scegliere se correggere il tiro della proposta iniziale oppure cancellarla completamente.

La polizia aveva chiesto di introdurre nel suo arsenale dei robot killer dotati di una forza letale, cioè della capacità di uccidere. La proposta introduceva però alcune clausole. Prima di tutto i robot non avrebbero preso decisioni in autonomia ma sarebbero sempre stati teleguidati da un operatore. Oltre a questo, i robot sarebbero stati usati solo in casi di estrema gravità, quelle occasioni come attentati o aggressioni con ostaggi in cui l’intervento di un agente avrebbe messo a rischio la vita di civili e agenti.

SAN FRANCISCO | Uno dei robot in dotazione alla polizia di San Francisco
SAN FRANCISCO | Uno dei robot in dotazione alla polizia di San Francisco

I robot killer e la "slippery slope”

Molte delle associazioni che si sono mosse per fare pressione sul municipio di San Francisco hanno teorizzato il problema della slippery slope, la collina scivolosa. In pratica, accettando oggi l’uso dei robot killer in contesti limitati si sarebbe aperta la strada al loro uso in contesti più ampi.

Negli scorsi giorni lo ha spiegato a Fanpage.it Fabio Fossa, docente di etica per la tecnologia del Politecnico di Milano: “Partiamo da una base che sembra innocua e poi si arriva velocemente a una condizione che al punto di partenza definiremmo inaccettabile. La possibilità dell’escalation è reale”.

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