Airbnb lancia Room, una funzione più economica ma anche con qualche rischio in più
Airbnb ha tracciato le sue prossime mosse. Durante una conferenza stampa a New York il Ceo dell’azienda Brian Chesky ha introdotto Room, una nuova funzione dedicata a viaggi. L’idea è quella di riportare Airbnb alle prime fasi della sua storia, quando venivano usata più per le vacanze che per affitti lunghi anche diverse settimane. Le Room sono stanze (traduzione scontata) e non appartamenti interi. Sono più economiche soprattutto permettono di organizzare un soggiorno insieme a un host che si trovi direttamente sul territorio.
L’idea è antica ed è quella del Couchsurfing, una community che metteva a disposizione singole stanze o anche semplicemente divani per tutti i viaggiatori che avevano bisogno di un posto dove dormire. L’idea era quella di creare un sistema di scambio. La community era abbastanza attiva nei primi anni di internet, il sito venne lanciato nel 2004. Prima ancora della nascita dei social network che ora infestano di notifiche il nostro smartphone. Cambiano i costi: il prezzo medio di una Room si aggira su 67 dollari. Ma cambiano anche i rischi, senza scendere nel penale un host poco disponibile rischia di rovinare il soggiorno.
Lo scopo della funzione Room
L’obiettivo di Chesky, almeno quello dichiarato, è fornire un servizio che in qualche modo permetta anche di avere una guida turistica che possa accogliere e accompagnare i turisti: “Se vuoi fare un viaggio all'estero, a Rio, Tokyo, Città del Messico, una città in cui non sei mai stato, può essere un po' disorientante restare in un hotel di un quartiere alberghiero dove non conosci nessuno. Penso che un'ottima opzione sia invece metterti nei panni di un cittadino del territorio e vivere con lui”.
Il problema degli affitti brevi di Airbnb
Il tentativo di Chesky sembra essere quello di distruggere quei sistemi che stanno cambiando il mercato di Airbnb. Questa piattaforma era nata per mettere a disposizione stanze o singole case per un paio di giorni. Un modo per cambiare il sistema di ospitalità nei grandi centri, sottrarlo agli alberghi e permettere agli host una piccola fonte di reddito secondaria per chi era diposto a lasciare la propria casa.
Ora è diventato un business, con società che acquistano immobili nei centri storici (o li affittano) solo per poi metterli su Airbnb. Un esempio è quello che sta succedendo a Firenze. Secondo il portale Inside Airbnb gli appartamenti in affetti si stanno concentrando nelle mani di grandi società. Nel centro storico ci sono 20 utenti che in totale controllano 1.000 appartamenti.