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Agnese e Clementina: “Con le pagine dei diari dei bambini abbiamo conquistato migliaia di follower”

Agnese Girelli e Clementina Frascarelli hanno creato la pagina Instagram I Diari Dei Bambini (scritta senza spazi). In due anni hanno conquistato 400.000 follower pubblicando le piccole confidenze che facevamo ai nostri diari durante le ore di scuola più noiose.
Intervista a Agnese Girelli e Clementina Frascarelli
Fondatrici della pagina Instagram I Diari Dei Bambini
A cura di Valerio Berra
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Era un piccolo rito. Prima dei registri elettronici, delle app delle scuole o delle mail. A settembre, luglio per i più apprensivi, giugno per i futuri ingegneri gestionali, si passava dalla cartoleria sotto casa per scegliere il diario di scuola. Il catalogo era vasto. Raramente i diari venivano usati solo per i compiti. Se sopravvivevano all’anno scolastico diventavano i custodi di segreti, progetti e scarabocchi dal dubbio valore artistico. Qualcosa resiste alla tecnologia. Nonostante l’arrivo di qualsiasi tipo di diavoleria digitale il diario viene ancora usato dal 40% degli studenti tra gli 11 e i 18 anni (dati sondaggio ScuolaZoo).

Agnese Girelli e Clementina Frascarelli sono due ragazze che si sono incontrate da studenti fuorisede in una casa di Forlì. Durante una sera di noia hanno creato la pagina I Diari Dei Bambini (su Instagram la trovate scritta senza spazi). Qui hanno iniziato a pubblicare pagine di vecchi diari scritte da bambini. Con discrete variazioni tra diari scolastici e diari segreti. Il loro progetto ha superato i 400.000 follower e e ora hanno pubblicato un libro per Mondadori dal titolo discretamente lungo: Dio ha risposto alle mie preghiere, ha detto no. Promesse vane, sogni infranti e altri fallimenti annunciati da I diari dei bambini. Fanpage.it le ha intervistate per capire come mai migliaia di persone si sono appassionate a queste pagine.

Nota per il lettore: se l’interlocutrice non è indicata la risposta è da intendersi come una felice sintesi di discorsi condivisi.

Vi ricordate il giorno in cui avete aperto la vostra pagina Instagram?

Clementina: Sì, è nata l’8 dicembre del 2021. Eravamo coinquiline, studiavamo tutte e due a Forlì: interpretazione e relazioni internazionali. Era un giorno di festa ma eravamo lontane da casa. Avevo portato con me un vecchio diario, me lo tengo sempre vicino perché mi fanno ridere le cose che scrivevo da piccola. L’ho aperto e ho iniziato a leggerlo ad Agnese.

E da qui è partito tutto.

Sì. Abbiamo anche cercato di capire se ci fossero già delle pagine che mettevano insieme questi diari. Qualche raccolta su Facebook o Instagram. Non c’era niente. Allora abbiamo iniziato.

Dove avete recuperato le prime pagine? Il diario di Clementina si sarà esaurito in fretta.

Abbiamo manato il link ai nostri compagni di università e ai nostri amici. Ci servivano pagine per riempire il profilo. Alla fine la voce si è sparsa.

La prima pagina che è arrivata da una persona che non conoscevate.

È di una ragazza che si chiama Alice. Non so come ci aveva trovato. In una pagina faceva i complimenti al nonno perché al cimitero aveva una bara molto “chic”.

La più virale?

Noi in gergo la chiamiamo “Gnanche”. È una pagina in cui c’è scritto solo: “Io mi sento strana non so granché cosa faccio vabbe avrò pazienza”. È diventata virilissima. Mi ricordo che l’aveva condivisa anche Elodie. Ma abbiamo avuto anche grande fortuna con lo Sculo, un disegno di uno squalo deformato e con un’altra pagina dove si legge: “Oggi non ho voglia di fare niente solo di piangere”.

I DIARI DEI BAMBINI | Una delle pagine più virali
I DIARI DEI BAMBINI | Una delle pagine più virali

Da qui avete avviato una piccola azienda.

Il progetto è ancora in fase di sviluppo. Oltre al libro abbiamo un negozio online ma stiamo muovendo i primi passi. Per adesso usiamo la partita Iva di Clementina. Vediamo un po’ da che parte questa pagina Instagram.

Ora però non vivete più insieme in una casa condivisa a Forlì.

Agnese: Io sono a Torino, sto facendo la magistrale in Relazioni Internazionali.

Clementina: Io sono tornata a casa in Umbria, in provincia di Terni. Ora insegno inglese in diverse scuole ma sto preparando un concorso come interprete alla Camera dei Deputati. So che non si dovrebbe dire perché porta sfortuna ma pazienza.

Oltre al diario da cui avete fato partire la pagina, voi usavate diari da piccole?

Agnese: Io sì, li ho usati fino alle medie e poi sono passata ai diari condivisi con le amiche. Lo tenevamo per una settimana a testa, ognuna lo scriveva e poi ce lo passavamo. Però ecco, i miei diari non fanno molto ridere. Erano proprio delle raccolte, li usavo per mettere scontrini e cartoline.

Clementina: Da piccola ne avevo diversi. Li ho persi tutti tranne quello da cui è partita la pagina Instagram. Poi ho ricominciato al liceo ma scrivevo solo di chi mi innamoravo o delle canzoni. Non faceva poi molto ridere. Papà mi ha conservato tutti i disegni.

Come fate a scegliere le pagine che vi arrivano dai lettori?

Ormai i messaggi sono davvero tanti. Cerchiamo di salvare ogni pagina che ci arriva in un archivio in cloud. Ormai abbiamo tantissimi arretrati, ci sono circa mille pagine che non abbiamo ancora pubblicato.

Sono tutte vere? Sono pagine facili da replicare per un adulto.

Non c’è mai venuta la tentazione di scrivere noi delle pagine perché siamo piene zeppe di segnalazioni. Sono convinta che alcuni post che ci hanno inviato sono stati inventati. Abbiamo visto anche dei doppi sensi tanto forzati. Di solito ringraziamo per la segnalazione ma poi non pubblichiamo. Ora siamo diventate più brave, anche perché poi nei commenti gli utenti fanno anche l’analisi della grafia.

Spesso si parla molto di spiritualità, soprattutto di Chiesa e Gesù.

Agnese: Sì, li troviamo spesso e mi piacciono tantissimo i disegni dei bimbi piccoli come La Madonna con i Tentacoli, una Madonna con i tentacoli. Abbiamo anche fatto la sezione nel libro, si chiama Piccoli Devoti.

I bambini scrivono ancora diari?

Ormai nelle scuole è tutto online. Ci sono insegnanti di italiano che danno come progetto la scrittura di un diario ma se diventa un compito non funziona, diventano più dei temi. In generale si è proprio persa tanto l’abitudine.

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