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Addio smartphone, la Gen Z sta usando i vecchi flip phone per scappare dai social

C’è anche un club per liberarsi dai social media e mettere i dispositivi dentro una scatola, sempre più adolescenti stanno cominciando a ripudiare la tecnologia.
A cura di Elisabetta Rosso
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Potrebbe essere la prima crepa nella bolla dei social media. Dietro all’ossessione per gli anni 90 e 2000 della Generazione Z, c’è di più. C’è l’insofferenza verso la privacy dilaniata dalle storie Instagram, lo scrolling che consuma le giornate, e i tassi di depressione cresciuti proporzionalmente con la distribuzione capillare degli smartphone.

Tutto è iniziato come una moda, le fotocamere digitali acquistate su eBay, i pantaloni a vita bassa, le app che trasformano lo smartphone in un iPod Classic. Il nuovo oggetto iconico per staccare dal mondo è il flip phone del ‘96, “perché la causa delle nostre lacrime sono i nostri smartphone”, e gli adolescenti fondano club per liberarsi dai loro iPhone.

Gli smartphone chiusi in casa

Sammy Palazzolo ha 18 anni ed è una matricola all'Università dell'Illinois Urbana-Champaign. La sera, insieme alle sue amiche, si prepara per uscire e quasi sempre lascia scorrere sul suo smartphone la playlist del momento. Poi mette il cappotto, apre la porta, e lascia a casa ogni dispositivo. Con sé porta solo un flip phone AT&T Flex anni ‘90. Per sentirsi più libera.

Anche le sue amiche hanno deciso di rinchiudere gli smartphone nelle loro camere, e infatti a dicembre tutte insieme sono entrate in un Walmart e hanno comprato dei Tracphone da 19,99 dollari. "Elimina tutte le cose brutte del college e porta tutte le cose buone di un telefono, ovvero entrare in contatto con le persone e scattare foto e video” ha spiegato Palazzolo, che sta incoraggiando, su TikTok, ad acquistare i flip phone. I video hanno più di 14 milioni di visualizzazioni e oltre 3 milioni di Mi piace.

“Spesso le nostre serate finivano in lacrime per un post sgradito sui social o la storia Instagram di un ex” ha spiegato alla CNN Palazzolo, "e la causa principale era dai nostri telefoni".

Il successo su TikTok

Non è l’unica. Su TikTok sempre più persone si filmano mentre spacchettano l’involucro di un flip phone, esaltano l’estetica sfocata della fotocamera a bassa qualità, e scelgono custodie coloratissime per i loro telefoni vintage. La nuova moda ha incuriosito anche le celebrità.

"Sono la rivoluzione. Sono del team flip phone, magari posso scriverne l'inno”, ha twittato la cantante Camila Cabello. L'attrice Dove Cameron invece ha spiegato, “mi sono accorta che trascorrevo troppo tempo sui social media, ed era davvero un male per me, era fuorviante. Ora ho trovato un piccolo flip phone anni '90, Matrix-y, ho un numero separato”.

@skzzolno

thank you for thinking id be so radical but i am simply a college girl who realized going out without a phone is much better #bringbackflipphones #flipphones #college #collegenightsout #collegelifehacks #goingout #y2kaesthetic

♬ original sound – The Real K Carbon

Il club nemico dei cellulari

Gli adolescenti ‘luddisti' non vogliono i tuoi mi piace. Questa è la filosofia di club di adolescenti che stanno cercato di liberarsi dei loro smartphone. Ogni domenica si riuniscono sui gradini della Central Library in Grand Army Plaza a Brooklyn per dare inizio all'incontro settimanale del Luddite Club, un gruppo liceale che promuove uno stile di vita di auto-liberazione dai social media e dalla tecnologia. Il fondatore Logan Lane, 17 anni, ha scelto di dedicare il club a Ned Ludd, il folcloristico operaio tessile inglese del XVIII secolo che avrebbe distrutto un telaio meccanizzato, ispirando altri a prendere il suo nome e a ribellarsi contro l'industrializzazione.

"Quando ho ricevuto il mio flip phone, le cose sono cambiate all'istante", ha spiegato Lola, membro del Luddite Club al New York Times. “Ho iniziato a usare il mio cervello. Mi ha fatto osservare me stessa, ho provato a scrivere un libro". Tutto è iniziato durante il blocco, ha detto, quando il suo utilizzo dei social media ha preso una svolta preoccupante. "Sono diventata completamente consumata", ha detto. “Non potevo postare una bella foto perché non ne avevo. Alla fine, troppo esausta per scorrere oltre l'ennesimo selfie Instagram perfetto per le foto, ho cancellato l'app. Ma non era abbastanza", ha spiegato. "Così ho messo il mio telefono in una scatola." Come si legge nel "Manifesto luddista", questi ragazzi, sognano di gettare il loro iPhone nel Canale di Gowanus.

Depressione da social

Tra il 2004 e il 2019 il tasso di depressione adolescenziale è quasi raddoppiato, secondo la Substance Abuse and Mental Health Services Administration del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti. Uno studio pubblicato su “Italian Journal of Pediatric” ha mostrato che da marzo 2020 a marzo 2021, mentre gli accessi totali ai Pronto soccorso  per minori con patologie di interesse neuropsichiatrico sono cresciuti dell’84%. In particolare, sono aumentati del 147% gli accessi per ideazione suicidiaria, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78,4%).

Il Journal of Affective Disorders Reports, ha scritto che i giovani adulti che utilizzano molto i social media hanno una probabilità maggiore di sviluppare depressione entro sei mesi, a prescindere da quale sia la loro personalità. Non è ancora chiaro se l'uso dei social media porti a una maggiore depressione o se questi sintomi depressivi inducano le persone a cercare più i social media."I risultati però sono importanti in un periodo di espansione tecnologica", ha sottolineato Renae Merrill, ricercatrice dell’Università dell’Arkansas. "Connettersi virtualmente con le persone può aumentare il rischio di problemi di comunicazione o di percezione errata che porta a difficoltà relazionali e al potenziale rischio di problemi di salute mentale".

Cresce il mercato dei flip phone

"Attribuiamo questo cambiamento a molti utenti di smartphone che iniziano a riconoscere che trascorrono troppo tempo incollati ai loro dispositivi e hanno un forte desiderio di disconnettersi ed essere pienamente presenti per migliorare la qualità delle loro connessioni sociali", ha spiegato Jackie Kates, responsabile del marketing di HMD Global, che sviluppa cellulari Nokia.

"È una generazione che non ha avuto un Nokia come primo telefono e probabilmente ha scoperto il nostro marchio attraverso i social network” aggiunge Kates. “Sicuramente è una fascia demografica insolita per l’azienda”.

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