Abbiamo chiesto all’illustratrice di Harry Potter perché c’è un topo gigante nella prima copertina
Serena Riglietti è un’illustratrice e insegna all'Accademia delle Belle Arti di Urbino. Se siete nati negli anni ’90 è molto probabile che abbiate a casa una sua illustrazione. Dovrebbe essere nascosta tra i vecchi libri. Se non temete la polvere, scorrete tra i dorsi finché non ne trovate uno con una sfumatura tra il giallo e il verde. È proprio lui: Harry Potter e la Pietra Filosofale, il volume che ha lanciato la saga di J. K. Rowling. Davanti trovate un giovane Harry Potter con un cappello da topo che gioca a scacchi in compagnia di altri due topi. Uno dei due parecchio sovradimensionato.
La prima edizione della Pietra Filosofale è uscita in Italia nel 1998. Riglietti non ha illustrato solo la copertina ma si è occupata anche di tutti i disegni contenuti tra le sue pagine. Nei primi capitoli dell’opera erano parecchi, poi la saga è cresciuta, i suoi lettori anche e con gli anni l’editore Salani ha deciso di ridurre le illustrazioni interne e lasciare solo quella in copertina. Tutti i volumi di questa edizione sono stati disegnati da lei, compresi i Doni della Morte, l'ultimo capitolo uscito nel 2007. Ora è uno degli ospiti della Milano Games Week.
C’è anche un piccolo caso legato a queste copertine, che i collezionisti conoscono bene. La prima edizione della Pietra Filosofale era diversa da quella che abbiamo conosciuto. La grafica del titolo era più semplice, il disegno più ravvicinato e soprattutto Harry Potter non aveva gli occhiali. Ecco. Se per caso il volume che avete trovate nel vostro scaffale è questo, sappiate che su eBay è in vendita a circa 1.300 euro.
Come ha iniziato a fare l’illustratrice?
È stato abbastanza semplice. Avevo 29 anni era appena finita la Scuola D’Arte. Ho fatto quello che si faceva nel secolo scorso quando si iniziava a lavorare: si prendeva una cartella, si mettevano dentro i disegni e poi si andava a parlare con le case editrici.
Salani era ancora una piccola casa editrice.
Quando sono andata da Salani ho chiamato dalla cabina pubblica di Corso Italia, a Milano. La loro sede è lì vicino. Ho chiesto se potevano farmi un colloquio. Mi hanno detto di mandare delle fotocopie, anche in bianco e nero. Gli ho detto che ero giù e sono salita. Ho mostrato il mio book e ci siamo salutati.
Quando l’hanno richiamata?
Subito dopo. Mi hanno chiesto di illustrare un libro di Beatrice Masini che si intitola La Casa delle Bambole non si Tocca. Un mesetto dopo ero in Sicilia, per passare il Capodanno. Mi hanno chiamato per dirmi che volevano pubblicare un libro. Dicevano che ci puntavano molto e che volevano me per illustrarlo. Era Harry Potter.
Le sono arrivate subito le bozze?
Io ho fatto subito qualche lavoro. Sono andata a comprare carta e matita per un pieghevole che bisognava distribuire nelle librerie, serviva per presentare le nuove uscite. Mi avevano raccontato la trama solo a grandi linee. Ho disegnato Hagrid con Harry Potter sulle spalle. Figurati, Harry l’avevo disegnato con i capelli rossi.
Quando ha letto per la prima volta il libro?
Sono tornata a Pesaro e mi hanno mandato il libro in lingua originale. Ho cominciato a tradurne qualche parte per disegnare la copertina. Solo dopo hanno cominciato a mandarmi le pagine in italiano. Mi arrivavano dalla traduttrice, Marina Astrologo, appena riusciva a scriverle.
La copertina della Pietra Filosofale è piena di roditori. C’è un topo enorme che gioca a scacchi con Harry, c’è Harry con un cappello da topo e c’è anche un piccolo topino sul retro. Nemmeno J.K. Rowling ha saputo mai dire il perché di questa scelta.
Lo so, lo so. Due anni fa Donatella Ziliotto, editor Salani e figura fondamentale nell'editoria per ragazzi, aveva risposto proprio a questa domanda fatta da Rowling. Ho deciso di tenere la sua risposta: “Perché la Riglietti fa così”. Io sono un po’ fissata con i copricapi particolari. Quando ho fatto la copertina mi è stato detto solo che questo ragazzino era stato lasciato davanti alla porta dei suoi zii e che poi sarebbe andato in una scuola di magia. Sapevo che aveva un animale da compagnia, ma non mi avevano detto quale.
Infatti nella primissima copertina Harry non ha nemmeno gli occhiali.
Esatto. Chi possiede quel libro ha una piccola fortuna. Ogni illustratore ha il suo immaginario per sognare quello che disegna. Forse ho voluto collegare il tema del costume teatrale, i miei personaggi alla fine li immagino come se fossero tutti già in scena.
A cosa si è ispirata nella costruzione dei personaggi?
A niente. Mi hanno dedicato una mostra personale con un titolo che secondo me è stato perfetto: “Vedere le parole”. La Rowling voleva che ogni illustratore di ogni Paese lo rappresentasse. Io sono nata a Pesaro, ho studiato a Urbino. Ho frequentato la Scuola D’Arte dentro il Palazzo Ducale di Urbino. Mi sono imbevuta di questo immaginario.
Il tono dei libri è cresciuto mentre crescevano i lettori. Come sono cambiate le illustrazioni nel corso della saga?
Ci siamo posti il problema. Prima di tutto abbiamo limitato le illustrazioni nei libri. Alla fine abbiamo deciso di concentrarci solo sulle copertine. Io ho cercato di disegnarle con un segno sempre meno edificante, sempre più grezzo. Intanto l’immaginario dei lettori è cambiato. Sono usciti i film, e figurati. Molti mi hanno rinfacciato che il mio Harry Potter fosse diverso dei film. Grazie. Mi hanno anche chiesto di nascondere il volto di Harry, di disegnarlo di tre quarti.
Forse anche perché l’immaginario dei libri è meno cupo di quello scelto per i film.
Sì, ed è vero che io mi sentivo più libera. Non era ancora successo tutto quello che ora c'è intorno a Harry Potter. Ho potuto trattare la storia di Harry per quella che era.
C’è un’immagine a cui è più legata?
Sicuramente. Io mi sono posta nei confronti di un bambino, senza genitori. Una delle immagini a cui sono più legata del primo è quella di lui, con il Mantello dell’Invisibilità che riesce ad arrivare davanti a uno specchio dove rivede sua madre e suo padre. È quasi un momento intimo.
Cosa le è successo dopo Harry Potter?
Su questi libri c’è stata proprio una spaccatura: chi lo amava e chi lo odiava. Un illustratore, parecchio noto, ha detto in radio che io potevo permettermi di viaggiare in aereo solo perché avevo illustrato Harry Potter. Molti editori magari non mi hanno chiamato perché sono stata considerata un’illustratrice per il mercato di massa. Altre volte ho avuto editori stranieri che mi rincorrevano per offrirmi lavori proprio perché avevo illustrato Harry Potter.
Ha molti fan che le chiedono di autografare i libri?
Guardi, fra mezz’ora arrivano due ragazzi che si sono fatti tre ore e mezza di treno per farmi autografare le mie copertine.
La fanbase di Harry Potter è ancora attiva anche se l’ultimo libro è uscito più di 15 anni fa.
È incredibile.
Che rapporto ha con questi lettori?
Per un lungo periodo sono rimasta molto distaccata. Forse mi sono ammorbidita perché sto invecchiando, ma adesso mi fa piacere parlare con dei ragazzi che stimano il mio lavoro. Con loro cerco di farmi conoscere anche come Serena Riglietti, non solo come illustratrice di Harry Potter. Ho lavorato anche come art director e ho aperto una casa editrice. A marzo uscirà un libro sulle Madri Costituenti. Sempre per Salani.