L’agroalimentare italiano punta sulla ricerca per riuscire a nutrire il mondo in modo più sostenibile
Il Made in Italy è una delle più grandi ricchezze del nostro Paese, nel mondo i nostri prodotti sono unanimemente percepiti come di maggior qualità, belli e soprattutto buoni. Perché non parliamo solo di automotive, moda e beni di lusso, quello che traina l'economia è l'agroalimentare: secondo i dati ISMEA il valore aggiunto dell'agroalimentare esteso a tutta la filiera vale il 15% del PIL nazionale e coinvolge circa 1,36 milioni di occupati (FONTE: Rapporto sull'agroalimentare italiano di ISMEA). Eppure sopra i campi avanza la nuvola nera del cambiamento climatico, una minaccia che rischia non solo di mettere in pericolo il comparto economico più ricco e florido che abbiamo, ma anche di rendere più difficoltoso il futuro alimentare del mondo.
Oggi più che mai la ricerca scientifica è un supporto prezioso, perché è necessario trovare in fretta delle alternative sostenibili per nutrirci senza impattare sull'ambiente. AGER – AGroalimentare E Ricerca è un'iniziativa nata nel 2008 per rafforzare le filiere produttive italiane grazie alla scoperta di nuove tecnologie che siano all'avanguardia, ma al tempo stesso facilmente applicabili dagli operatori del settore. A impegnarsi nel più grande progetto filantropico in Europa a sostegno dell'agrifood sono attualmente 18 Fondazioni bancarie, di cui Fondazione Cariplo è capofila. In questi anni sono stati realizzati 35 progetti destinando oltre 39 milioni di euro (di cui 11,8 da Cariplo stessa) a 8 settori strategici come cerealicoltura, ortofrutticola, vitivinicolo e lattiero-caseario.
Nel corso di oltre 16 anni di attività Ager ha sostenuto progetti concreti che si sono rivelati cruciali, anche in ottica di sostenibilità: dalle nuove tecnologie che collegano i dati climatici con lo sviluppo della coltura così da ottimizzare la concimazione del grano duro, al miglioramento della salute del suolo per rendere la vite più efficiente nell'utilizzo dell'acqua, fino ai progetti che negli anni si sono occupati del recupero dei sottoprodotti e di economia circolare. Non solo, ha anche contribuito a valorizzare il Made in Italy, migliorando i prodotti del comparto caseario e dell'olio extravergine d'oliva.
Il nuovo bando “Colture Proteiche: innovazioni per un'alimentazione sostenibile” vuole stringere una collaborazione lungimirante tra ricercatori e agricoltori, che unendo conoscenza ed esperienza sul campo possono riuscire a nutrire il mondo in modo sano e più sostenibile. La tradizione gastronomica italiana affonda le sue radici nei diversi legumi presenti sui territori, ecco che riscoprirli e rafforzarli può diventare davvero la soluzione per aumentare la produzione e il consumo di proteine vegetali, restituendo fertilità al suolo e riducendo le emissioni di CO2.
“Nutrire 9 miliardi di persone con i metodi di produzione attuali e facendo i conti con la crisi climatica non sarà possibile – afferma Claudia Sorlini, Vicepresidente di Fondazione Cariplo e Presidente Ager. “Per questo abbiamo strutturato un bando di ricerca per rendere le colture leguminose resilienti ai ritmi stagionali irregolari, in particolare all’instabilità idrica e agli sbalzi termici, ampliando la gamma di specie coltivabili a disposizione degli agricoltori.” Un perfetto esempio di come la tecnologia non sempre svilisce la tradizione, ma anzi, può giocare un ruolo cruciale nel proteggerla e tramandarla.