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Vulcano Stromboli: cos’è il rischio di explosion wake e quali sono le conseguenze

Continua il monitoraggio dell’attività vulcanica dello Stromboli dopo il passaggio del livello di allerta da arancione a rosso per l’intensificazione degli eventi degli ultimi giorni. Negli aggiornamenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si parla anche della possibilità, per ora bassa, di “explosion quake”, ovvero di “terremoto esplosivo”, un evento in realtà tipico dello Stromboli.
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Da quando, la sera del 4 luglio, il Dipartimento della Protezione civile ha deciso di far passare lo stato di allerta per il vulcano Stromboli da arancione a rosso, ogni dettaglio viene monitorato con la  massima attenzione.

"Indipendentemente dalle fenomenologie vulcaniche di livello locale, che possono avere frequenti variazioni, persiste una situazione di potenziate disequilibrio del vulcano", spiega il comunicato diramato dalla Protezione civile, che raccomanda ai cittadini massima attenzione e di seguire le eventuali indicazioni delle autorità. Intanto, sui suoi account social, l'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) pubblica costantemente tutti gli aggiornamenti sulla situazione in atto.

Cosa sta succedendo: gli ultimi aggiornamenti

Nell'ultimo aggiornamento, diramato nella notte di domenica 7 luglio, alle 2.28, l'INGV spiega che l'attività vulcanica al Cratere Voragine, uno dei tre crateri principali attivi, si è ulteriormente intensifica con la formazione di fontana di lava, al momento in atto. Allo stesso modo, nelle ultime ore è aumentata l'ampiezza media del tremore vulcanico, fino a raggiungere "un livello molto alto".

Prima di questo, uno degli ultimi aggiornamenti, quello delle ore 20.28  del 5 luglio, riportava la notizia della ripresa dell'attività effusiva sulla Sciara del fuoco a partire dalle ore 18:55, la depressione naturale che dal cratere scende fino al mare.

Di pari passo all'attività eruttiva viene infatti monitorata quella sismica: su questo fronte, nell'aggiornamento della sera del 5 luglio, l'INGV spiegava che l'ampiezza media del segnale sismico aveva mostrato una "tendenza al decremento", fino a raggiungere "valori che si collocano a un livello basso", con nessuna evidenza di explosion quake. Negli aggiornamenti successivi non ci sono ulteriori riferimenti a questi eventi, ma di cosa si tratta?

Cos'è il rischio di explosion quake

Gli explosion quake, letteralmente "terremoti esplosivi", sono degli eventi tipici dell'attività di questo vulcano: "Stromboli è un vulcano attivo caratterizzato da una persistente attività sismica costituita da terremoti esplosivi, ovvero eventi sismici associati ai fenomeni vulcanici esplosivi", si legge in unostudio pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research.

A un livello più tecnico, un terremoto esplosivo può essere definito come un evento sismico di breve durata e a intermittenza la cui ampiezza tende a diminuire con la distanza dallo sfiato. Sui sismogrammi, gli exolosion quake si riconoscono per la presenza di "due fasi sismiche, spesso chiaramente distinte – prosegue lo studio – la prima fase sismica a bassa frequenza (<2 Hz) è infatti solitamente seguita da una fase sismica ad alta frequenza (>3-4 Hz) dopo un secondo o più".

Quali sono gli eventi più pericolosi

A Fanpage.it il dirigente di ricerca, il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, ha spiegato cosa sta succedendo sullo Stromboli e quali sono i rischi della situazione attuale. Sebbene in questi giorni si stia registrando una rapida evoluzione dell'attività vulcanica in corso, dobbiamo ricordare che lo Stromboli è perennemente in stato di attività: si tratta infatti uno dei pochi vulcani sulla Terra in attività persistente, spiega l'INGV.

L'attività vulcanica tipica dello Stromboli consiste in basse eruzioni esplosive con l'esplosione di materiali piroclastici, lapilli, scorie e gas vulcanici. Tanto che questo tipo di eruzione ha preso il nome del vulcano stesso: "eruzioni stromboliane". Più grandi e pericolosi sono invece i "parossismi", noti anche come "scatti del vulcano", in cui a volte la ricaduta del materiale incandescente può interessare anche le pendici esterni del vulcano. Tra i più forti dell'ultimo secolo c'è stata la serie di esplosioni dell'estate 2019.

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