Vulcano in Islanda, solo 30 minuti di preavviso per l’eruzione: rischio di gas mortali
Sono giorni d'angoscia sulla penisola di Reykjanes, in Islanda, dove il vulcano Fagradalsfjall potrebbe eruttare da un momento a l'altro e distruggere completamente la città di Grindavik, già evacuata da giorni anche a causa delle devastazioni provocate dai continui terremoti. A rendere la situazione particolarmente drammatica il fatto che l'eventuale fuoriuscita del magma, ritenuta molto probabile, avverrebbe con soli 30 minuti di preavviso, come dichiarato durante una conferenza stampa da Víðir Reynissondal, direttore dell'unità di polizia della protezione civile. L'Ufficio meteorologico islandese (IMO) ha infatti affermato che il magma potrebbe ormai essere molto vicino alla superficie; le gigantesche crepe e voragini formatesi nel terreno – da cui escono preoccupanti fumarole – potrebbero inoltre agevolarne la fuoriuscita.
La città di Grindavik, la più minacciata dal magma, come indicato è stata già evacuata dalle autorità, con circa 4.000 persone trasferite nei villaggi limitrofi e nei rifugi di sicurezza. Ma sul campo ci sono numerose squadre a lavoro per provare a riparare gli ingenti danni provocati dalla costante attività sismica. Uno dei rischi principali non è rappresentato dal magma in sé, dato che ci si attende un'eruzione effusiva e non esplosiva (a meno che non avvenga in mare), ma dai gas tossici che potrebbero essere sprigionati nell'area. Per questo motivo è stata pubblicata una mappa dei rischi caratterizzata da tre zone di sicurezza (A, B e C) con potenziali pericoli crescenti. Nella zona A, in arancione, il pericolo è legato all'attività sismica, che come indicato ha già causato ingenti danni alle infrastrutture e agli edifici; nella zona B, in rosso, una lunga striscia di terra – che comprende anche larga parte di Grindavik – sussiste il rischio maggiore di eruzione, apertura improvvisa del terreno, colate di lava e inquinamento da gas tossici; nella zona C sita appena a nord della città, in viola, il rischio di eruzione e spaccature improvvise del terreno è ancora maggiore, così come quello del rilascio di gas tossici. Per questo motivo chiunque vi acceda è obbligato a indossare una maschera antigas.
Le squadre di soccorso stanno accompagnando piccoli gruppi di persone a recuperare i propri effetti personali lasciati nelle case abbandonate in fretta e furia per l'emergenza, ma si tratta di operazioni rapidissime e strettamente monitorate dagli esperti del Met Office, che è in costante contatto radio con chi si avventura nella città fantasma. “Quando il magma affiora in superficie si possono leggere sui misuratori sismologici una sorta di soffio e tante piccole scosse. Ciò indica che il magma sta raggiungendo gli ultimi 100 metri in superficie”, ha dichiarato all'Indipendent Jon Baglundsson, portavoce della squadra di soccorso ICE-SAR impegnata nella scorta ai residenti. Come indicato, c'è solo un preavviso di appena mezzora per l'eruzione e ogni missione nelle case viene organizzata con un piano di fuga.
Nelle ultime ore sono stati registrati circa 200 terremoti, molti meno dei 1.500 – 1.700 quotidiani dei giorni scorsi, tuttavia il terreno continua a sollevarsi e sta minacciando soprattutto la centrale geotermica di Svartsengi, che fornisce acqua calda ed energia elettrica a oltre 20.000 famiglie. Squadre di operai stanno innalzando muri innanzi alla centrale per evitare che venga invasa dalla lava in caso di eruzione.
Al momento non è possibile prevedere né dove né quando il magma possa spuntare in superficie, tuttavia si ritiene che il luogo più probabile per un'eruzione è appena a nord di Hagafell, proprio nel territorio di Svartsengi. Il magma da qui potrebbe raggiungere la città Grindavik e distruggerla completamente. Secondo gli esperti, anche qualora non dovesse verificarsi un evento catastrofico, potrebbero volerci mesi prima che i residenti possano tornare alle proprie abitazioni, diverse delle quali seriamente danneggiate dall'attività sismica.