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Virus West Nile, 4 morti in Italia: sintomi e come si previene l’infezione trasmessa dalle zanzare

Il virus West Nile responsabile della febbre del Nilo occidentale continua a diffondersi in Italia, in particolar modo in Emilia Romagna. Da maggio 2024 registrati oltre 50 casi e quattro morti nel nostro Paese. Quali sono i sintomi e come si previene l’infezione trasmessa dalle zanzare.
A cura di Andrea Centini
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Come evidenziato in un recente comunicato del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), la stagione del virus West Nile trasmesso dalle zanzare – in particolar modo quelle del genere Culex – è in pieno svolgimento in Europa. Dall'inizio dell'anno, in base all'ultimo rapporto dell'ente, nel Vecchio Continente sono stati registrati decine di contagi in otto Paesi. Il più colpito è al momento la Grecia, seguita da Italia e Spagna. In Italia le infezioni sono localizzate tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia e soprattutto Emilia-Romagna, dove è in corso un'allerta per contenere e prevenire la diffusione dei contagi. L'ultimo bollettino del Sistema di Sorveglianza dell'ISS (pubblicato il 7 agosto) indica che dall'inizio di maggio 2024 sono stati segnalati in 52 casi confermati in Italia, quasi il doppio rispetto ai 28 del rapporto precedente. Di questi casi in 29 hanno manifestato la forma neuro-invasiva dell'infezione, 13 dei quali localizzati in Emilia Romagna. Otto casi (sul totale) riguardano invece donatori di sangue.

Sempre da maggio nel nostro Paese ci sono stati quattro morti per virus West Nile, di cui due in Emilia Romagna: un uomo di 78 anni, deceduto a Russi (Ravenna) tra il 12 e il 13 agosto; e un uomo di 89 anni morto all'inizio del mese, che era stato infettato a Carpi. Gli altri due decessi si sono verificati in Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il primo caso locale dell'infezione è stato registrato il 26 giugno in Emilia Romagna. Ricordiamo che solo nell'1 percento delle infezioni la cosiddetta “febbre del Nilo occidentale” può sfociare in esiti gravi con coinvolgimento neurologico e, ancor più raramente, in una encefalite letale, come evidenziato dal Ministero della Salute.

La mappa dei contagi in Europa da virus West Nile. Credit: ECDC
La mappa dei contagi in Europa da virus West Nile. Credit: ECDC

Cos'è e come si trasmette il virus West Nile

La febbre di Nilo occidentale è una malattia infettiva trasmetta dalla puntura delle zanzare infette dal virus West Nile (WNV). In Italia, dove si registrano casi di trasmissione locale, la specie più comunemente coinvolta nelle infezioni è la zanzara Culex pipiens, la diffusa zanzara comune. Il virus responsabile appartiene alla famiglia dei flavivirus (Flaviviridae) e fu isolato per la prima volta in Uganda alla fine degli anni '30; il nome West Nile è legato a quello del distretto ugandese coinvolto nel rilevamento del patogeno. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) indica che il virus può essere trasmesso anche attraverso trasfusioni di sangue, trapianto di organi e trasmissione verticale, ovvero quella tra una donna in gravidanza e il bimbo che porta nel grembo. Possibile anche durante l'allattamento. Non avviene trasmissione tra uomo e uomo. In genere il virus circola negli uccelli, viene trasferito alle zanzare che a loro volta lo trasmettono all'uomo. Possono essere contagiati anche altri mammiferi, come cavalli, gatti, cani e conigli.

Sintomi e complicazioni dell'infezione

Nell'80 percento dei casi l'infezione da virus West Nile è asintomatica. Nel caso in cui dovessero comparire dei sintomi, il periodo di incubazione – cioè il tempo che intercorre tra l'esposizione al patogeno / puntura e la manifestazione clinica – va dai 2 ai 14 giorni, ma in alcuni casi specifici si può arrivare anche a tre settimane. L'ECDC indica che tra i sintomi principali figurano mal di testa (cefalea); malessere generalizzato; febbre; dolori muscolari (mialgia); eruzioni cutanee; affaticamento; vomito e dolore agli occhi. L'ISS segnala anche l'ingrossamento dei linfonodi. In genere spariscono nel giro di pochi giorni o qualche settimana.

Tra i casi sintomatici, l'1 percento sviluppa la forma severa della malattia, caratterizzata da febbre alta, tremori, problemi alla vista, convulsioni, debolezza muscolare, perdita di coordinazione, cefalea forte. La condizione può sfociare in paralisi e coma. La forma neurologica grave della patologia, chiamata malattia neuroinvasiva del Nilo occidentale (WNND), può portare a una infiammazione del cervello (encefalite) potenzialmente mortale. Tra le persone più a rischio ci sono gli anziani, come evidenziano anche i casi dei decessi verificatisi in Italia. Può andare incontro a complicazioni anche chi soffre di ipertensione, malattie renali, diabete e tumore al cervello. Anche l'abuso di alcol è considerato un fattore di rischio.

Zanzara Culex pipiens. Credit: Wikipedia
Zanzara Culex pipiens. Credit: Wikipedia

Come si previene e cura la febbre del Nilo occidentale

Ad oggi non esistono né un vaccino né una cura specifica contro la febbre del Nilo occidentale causata dal virus West Nile, pertanto l'unico trattamento possibile è quello di supporto per attenuare i sintomi. Il metodo più efficace per proteggersi dall'infezione è dunque prevenirla, riducendo il rischio di essere punti dalle zanzare portatrici del patogeno. Per questa ragione le raccomandazioni sono uso di vestiti lunghi (e leggeri) che non lascino pelle scoperta, in particolar modo all'alba e al tramonto quando le zanzare sono più attive; evitare ristagni d'acqua nei sottovasi, in tombini, piscine per bambini e altri luoghi e oggetti attorno e dentro il giardino di casa; cambiare spesso le ciotole dell'acqua degli animali domestici; e usare repellenti contro gli insetti.

Alla luce dell'aumento dei casi di West Nile in Emilia Romagna, le autorità locali hanno deciso di potenziare la distribuzione dei larvicidi, sia contro le zanzare del genere Culex che contro la zanzara tigre (Aedes albopictus), responsabili della diffusione di diverse patologie. Possibili anche interventi di disinfestazione straordinari e preventivi contro gli esemplari adulti in occasioni di eventi che prevedono grandi assembramenti. Non sono previste azioni nei cortili delle scuole. “I Comuni sono in prima linea nella lotta al contrasto della diffusione del virus dimostrando ancora una volta l’importanza di azioni congiunte e coordinate per raggiungere i risultati che ci prefiggiamo. Grazie alle indicazioni della Regione e al supporto prezioso dell’Azienda Usl sono certo che sapremo far fronte anche a questa situazione”, ha dichiarato in un comunicato stampa Il Presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia

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