Violentissima eruzione di Classe X 7.1 sul Sole: allerta per tempesta solare il 4 ottobre
Nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 ottobre il Sole ha sprigionato un violentissimo brillamento di Classe X 7.1, il secondo più potente di questo ciclo solare (25), superato solo dal flare di Classe X 8.7 dello scorso 14 maggio. Il nuovo fenomeno ha innescato un'espulsione di massa coronale (CME) e parte del materiale solare proiettato nello spazio è diretto verso la Terra; secondo i calcoli degli esperti, provocherà una tempesta geomagnetica venerdì 4 ottobre con possibili strascichi che potrebbero protrarsi fino a sabato 5. Al momento non è possibile prevedere con precisione l'intensità della tempesta solare, a causa del fatto che solo un alone del flusso di particelle espulso dovrebbe investire il campo magnetico terrestre. Si ritiene che al massimo si possa verificare un evento di Classe G3, dunque una tempesta forte, ma come avvenuto in passato non si possono escludere sorprese.
Come specificato da Space Weather Live, il brillamento o eruzione solare si è verificato esattamente alle 20:20 del Tempo Coordinato Universale (UTC) del 1 ottobre, 00:20 del 2 ottobre in Italia. L'esplosiva liberazione di energia, che ha provocato un repentino blackout radio sulla Terra, è stata accompagnata da un'espulsione di massa coronale o CME, un fenomeno che non sempre si verifica. Si tratta del rilascio di un potente flusso di materiale solare composto principalmente da plasma, particelle cariche elettricamente molto energetiche e ad altissima velocità. È proprio questo vento solare a innescare le tempeste solari sulla Terra, quando impatta con la magnetosfera. Più è intenso e rapido questo flusso, più violente sono le tempeste geomagnetiche, con un scala che va da eventi minori (G1) a estremi (G5). Lo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) indica che per il 4 ottobre ci si aspetta una tempesta solare di intensità compresa tra G1 e G3 (forte).
Il plasma espulso dal Sole, come evidenziato dai coronografi LASCO (Large Angle Spectrometer Coronagraph) del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) di ESA e NASA, è rivolto in direzione sud – est rispetto al pianeta e solo una componente del flusso dovrebbe investirci. Fortunatamente, dunque, non è stato espulso direttamente contro di noi, altrimenti avremmo rischiato un evento molto più intenso e rischioso. Il pericolo principale delle tempeste geomagnetiche risiede nelle “correnti parassite” che possono essere introdotte nei sistemi di alimentazione delle infrastrutture energetiche e non solo, con potenziali danni catastrofici. Si ritiene che una tempesta solare estrema possa rispedirci in un “medioevo tecnologico” per settimane o mesi, producendo gravi blackout e interruzione dei servizi di comunicazione e internet. Anche i satelliti verrebbero gravemente danneggiati con conseguenze su navigazione e segnali GPS.
Il brillamento di Classe X 7.1 è stato sprigionato dal grande complesso di macchie solari AR 3842, regioni più scure e fredde delle aree circostanti e con una campo magnetico turbolento. Nel caso specifico è di tipo Beta-Gamma-Delta, che alimenta il rischio di significative eruzioni solari con conseguenti CME. Le linee del campo magnetico delle macchie solari possono infatti rompersi e ricollegarsi repentinamente, un fenomeno chiamato riconnessione che può liberare l'energia intrappolata nel “cuore” della stella. Il complesso AR 3842 si trova al centro della regione equatoriale della stella ed è rivolto verso di noi, aumentando le probabilità di forti tempeste solari. Fortunatamente il flusso legato all'evento del 2 ottobre ha proiettato nella nostra direzione solo un alone che dovrebbe colpirci di striscio, pertanto non dovrebbe provocare problemi significativi. Il vento solare impiega 2/3 giorni per arrivare sulla Terra ed è proprio per questo che si attende l'impatto per il 4 ottobre, con strascichi fino al 5.
Al momento non è possibile fare previsioni sull'aurora boreale, un fenomeno collaterale alle tempeste geomagnetiche legato all'interazione tra le particelle del plasma e quelle della ionosfera. Più è forte la tempesta, maggiori sono le probabilità di osservare lo spettacolo di luci colorate – SAR compresi – a latitudini più basse. Tra il 10 e l'11 maggio 2024 il fenomeno fu visibile in Italia in concomitanza con una violenta tempesta geomagnetica G4; è possibile che da qui al picco massimo dell'attività magnetica solare, atteso tra la fine del 2024 e l'estate del 2025, altre aurore polari possano nuovamente manifestarsi nei cieli italiani.