Violenta tempesta solare oggi 28 giugno: le probabilità di vedere stasera un’aurora polare in Italia
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 28 giugno 2024, la Terra è stata colpita da una violentissima tempesta geomagnetica. Secondo lo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) il fenomeno ha raggiunto un'intensità tale da rientrare nella Classe G4, la penultima in ordine di potenza su una scala di cinque (da G1 a G5). L'ente federale statunitense aveva previsto per oggi proprio una tempesta solare debole di Classe G1, a causa di un'espulsione di massa coronale (CME) associata a un gigantesco filamento emerso sulla superficie meridionale della stella il 25 giugno. Il flusso di particelle cariche elettricamente (plasma) espulso verso il nostro pianeta ha colpito il campo magnetico terrestre con una velocità e una forza sensibilmente maggiori a quelli previsti, dando vita a una tempesta geomagnetica molto più potente, cioè una G4 (acuta) dalle ore 16:18 circa ora italiana.
In tali condizioni c'erano buona parte degli "ingredienti" per la comparsa dell'aurora polare nei cieli d'Italia, come accaduto nella notte tra il 10 e l'11 maggio 2024, tuttavia l'intensità del vento solare – e con esso quella della tempesta geomagnetica – è scemata nel corso di un'ora. Se infatti fino a poco dopo le 17:00 il portale specializzato in meteo spaziale spaceweatherlive.com indicava un indice Kp8 (rosso), alle 17:22 si è scesi a Kp5 (giallo) con declassamento della tempesta geomagnetica a G1.
L'indice Kp è un indicatore che, in parole molto semplici, misura l'attività geomagnetica; più alto è il valore, maggiori sono le probabilità che le aurore si possano manifestare a latitudini più basse di quelle consuete nell'emisfero settentrionale (aurore boreali). La scala va da 1 a 9 e, come indicato, nel primo pomeriggio di oggi si è balzati quasi al massimo dell'asticella. Per quanto concerne l'Italia, le aurore polari diventano probabili a partire da un indice Kp di 7 – 8 (ma è solo uno dei tanti fattori coinvolti). Purtroppo, come indicato, nel momento in cui stiamo scrivendo si è scesi a Kp5. Non si può escludere del tutto una nuova "fiammata" nel corso delle prossime ore, ma non siamo innanzi a CME ripetute come nel caso di maggio; c'è stata una sola espulsione di massa coronale il 25 giugno da una colossale "lingua di fuoco" nell'emisfero meridionale del Sole, un filamento "freddo" di materiale solare legato a zone con campi magnetici di polarità opposta.
La sfortuna per l'Italia, dal punto di vista dell'attività aurorale, è stata anche l'orario in cui la tempesta geomagnetica e l'indice Kp hanno raggiunto la massima intensità. Gli archi colorati delle aurore polari diventano infatti visibili con l'oscurità, come ben sanno i turisti che si recano in Norvegia e Finlandia per assistere al fenomeno (molto più probabile alle elevate latitudini per via dei poli magnetici terrestri). Oggi avremmo dovuto attendere come minimo sin dopo le 21:00 per avere una possibilità di vedere il meraviglioso fenomeno ottico. Sarebbe stato sicuramente più facile da osservare dal Nord Italia e in particolar modo dalle catene montuose come le Alpi, ma l'evento del 10-11 maggio ci ricorda che l'aurora può comparire anche nei cieli dell'Italia meridionale, se la tempesta geomagnetica è sufficientemente forte.
In questo momento spaceweatherlive indica condizioni di perturbazione "moderate" del campo magnetico terrestre in relazione alle tempeste solari. La densità del vento solare è anch'essa moderata (23.11 p/cm3), mentre la sua velocità si attesta sui 450 chilometri al secondo. Come specificato, non si può escludere del tutto una nuova impennata per le prossime ore, ma le probabilità di vedere aurore polari in Italia oggi, con le condizioni attuali, sono praticamente inesistenti.
Ricordiamo che le aurore polari sono solo l'elemento più suggestivo e affascinante di un fenomeno che pone seri rischi alla nostra sicurezza. Una tempesta geomagnetica estrema (classe G5) può distruggere linee elettriche, satelliti, internet, comunicazioni radio e navigazione GPS, facendoci ripiombare in un vero e proprio medioevo tecnologico anche per mesi. I rischi sono enormi e secondo gli esperti le infrastrutture non sono pronte per un evento del genere, analogo a quello di Carrington che colpì la Terra nel 1859.