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Vietare il fumo ai giovani della Generazione Z salverebbe 1,2 milioni di vite, secondo uno studio

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della IARC ha determinato che vietare il fumo ai giovani nati tra il 2006 e il 2010 eviterebbe 1,2 milioni di decessi per cancro ai polmoni.
A cura di Andrea Centini
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Credit: iStock
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Un nuovo studio ha determinato che vietare il fumo a un parte dei giovani della Generazione Z o Gen Z, che complessivamente va dal 1997 al 2012, può salvare un numero enorme di vite prevenendo il cancro ai polmoni, uno dei tumori maligni più diffusi e letali al mondo. Più nello specifico, i ricercatori hanno calcolato che vietare sigarette, sigari e simili ai giovani nati tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2010 eviterebbe ben 1,2 milioni di morti entro la fine del secolo. La ragione è semplice: circa l'85 percento dei casi di morte per cancro ai polmoni è provocato proprio dal vizio del fumo, mentre il restante può essere associato a esposizione al fumo passivo, inquinamento atmosferico e altri fattori. Soltanto in Italia, secondo l'ultimo rapporto “I numeri del Cancro”, ogni anno perdono la vita 34.000 persone a causa di un cancro ai polmoni, circa 80 al giorno. La stragrande maggioranza di esse muore proprio per il fumo. Non c'è dunque da stupirsi che vietare sigarette e affini può ridurre sensibilmente il numero di morti. Sia il fumo attivo che quello passivo sono classificati come sicuramente cancerogeni per l'uomo (dunque inseriti nel gruppo 1) dal 1986.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati spagnoli del Dipartimento di Medicina Preventiva e Sanità Pubblica dell'Università di Santiago di Compostela e dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molti istituti sparsi in tutto il mondo. Fra quelli coinvolti il Centro de Investigación Biomédica En Red en Epidemiología y Salud Pública di Madrid, l'Università di Pretoria (Sudafrica), il Dipartimento di Salute Pubblica dell'Università di Otago (Nuova Zelanda), l'American Cancer Society (Stati Uniti), l'Ufficio per il controllo del tabacco del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cina) e altri. I ricercatori, coordinati dalle dottoresse Isabelle Soerjomataram e Julia Rey Brandariz, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati sulla mortalità per il cancro al polmone di 185 Paesi, estrapolati dal database sulla mortalità dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per determinare i tassi di mortalità futuri per cancro ai polmoni e le morti prevenibili con divieto di fumo, gli studiosi hanno sottratto il tasso dei decessi per età riportato nelle persone che non hanno mai fumato tabacco da quello previsto dei decessi per cancro ai polmoni, inserendo questa differenza nella popolazione in esame.

Dall'incrocio dei dati è emerso che, tra i 650 milioni di nati tra il 2006 e il 2010 coinvolti nello studio, entro il 2095 si verificherebbero circa 3 milioni di morti per cancro ai polmoni se il vizio del fumo continuasse ai tassi osservati negli ultimi 15 anni. Fra i decessi è stato determinato che 1,85 milioni (62,4 percento) sarebbero uomini, mentre 1,1 milioni (37,6 percento) sarebbero donne. Tuttavia, se il fumo di sigaretta venisse vietato a questi giovani della Generazione Z, la professoressa Brandariz e colleghi hanno calcolato che entro la fine del secolo verrebbero prevenuti 1,2 milioni di decessi. “Abbiamo stimato che 1.186.500 (40,2 percento) di 2.951.400 decessi per cancro ai polmoni nelle persone nate nel periodo 2006-10 potrebbero essere prevenuti se si raggiungesse l'eliminazione del tabacco (vale a dire, una generazione senza tabacco)”, hanno spiegato gli scienziati nell'abstract dello studio. Verrebbe prevenuta la morte di oltre 844.000 uomini (45.8 percento) e di 342.000 donne (30,9 percento).

“Questi risultati sono incoraggianti perché rafforzano ulteriormente l'evidenza che l'adozione di strategie endgame oltre la Convenzione quadro dell'OMS sul controllo del tabacco (FCTC) potrebbe ridurre significativamente i decessi per cancro ai polmoni nelle giovani generazioni”, ha affermato in un comunicato stampa la dottoressa Isabelle Soerjomataram, vicedirettrice del Cancer Surveillance Branch della IARC. In alcuni Paesi e territori del mondo, come la Nuova Zelanda, i governi hanno iniziato a vietare il fumo ai giovani proprio con l'obiettivo di abbattere i decessi per questo vizio e ridurre la pressione sui sistemi sanitari; iniziative analoghe sono al vaglio in diverse nazioni. I dettagli della ricerca “Estimated impact of a tobacco-elimination strategy on lung-cancer mortality in 185 countries: a population-based birth-cohort simulation study” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Public Health.

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