“Vi racconto com’è vivere con i livelli di testosterone di un uomo”: la storia di Noemi
Noemi Castrichella ha 40 anni, è romana e ha alle spalle un passato di atleta. La sua vita procede normalmente fino a quando a 28 anni scopre di soffrire di una particolare condizione medica che le causa una grave forma di iperandrogenismo. In questi giorni se ne è parlato molto a proposito della polemica, alimentata da fake news prive di qualsiasi riscontro, nata attorno all'identità sessuale della pugile algerina, Imene Khelif, definita erroneamente da molti una persona trans.
L'iperandrogenismo femminile causa infatti una produzione di ormoni maschili superiore a quella considerata normale nella donna, tra cui il testosterone, l'ormone tipicamente maschile, che può avere diversi effetti sul corpo di una donna. Un aspetto che secondo alcuni renderebbe non equa la partecipazione di Khelif alle competizioni femminili.
Noemi ha raccontato a Fanpage.it la sua storia, cosa significa vivere con elevati livelli di testosterone e ricevere i commenti discriminanti di chi ignora l'esistenza di questa condizione di salute e l'impatto che ha sulla vita di chi ne soffre. Vale la pena specificare ancora una volta che l'iperandrogenismo di Noemi è un caso a sé, che determina livelli di testosterone molto più elevati di quelli di Khelif.
Da cosa è causato il tuo iperandrogenismo?
La mia condizione rappresenta un caso limite, nel senso che il mio iperandrogenismo è molto grave e mi ha portato ad avere livelli di testosterone molto più elevati rispetto a quelli che hanno in media altre donne che pure soffrono di iperandrogenismo per altre condizioni cliniche.
Com'era il tuo corpo da bambina?
Ho sempre avuto un fisico mascolino, fin dall'infanzia. Ero più robusta e anche più forte delle mie coetanee. Lo sono sempre stata, ma per me non era un problema. Era il mio corpo, per me era normale che fosse così.
Poi cos'è successo?
Ho scoperto di avere un problema di salute solo a 28 anni, quando mi è stato diagnosticato un particolare tumore all'ovaio, noto come tumore delle cellule germinali, che secerneva testosterone e che mi aveva fatto prendere 60 chili, nonostante avessi un'alimentazione normale. Prima che mi venisse asportato, i miei livelli di testosterone erano altissimi, circa 410 unità, quasi quattro volte quello considerato normale in un uomo.
Com'è cambiata la tua vita dopo l'intervento?
Una volta rimosso il tumore anche il mio testosterone è sceso, tanto e improvvisamente. È stato molto difficile e doloroso: mi sono ritrovata in un corpo che non era il mio. Oltre che sul fisico – ad esempio mi è tornato il ciclo dopo anni di amenorrea – questi cambiamenti così importanti negli ormoni modificano anche il tuo stato emotivo e psicologico.
Adesso come stai?
Dopo quello ovarico, ho avuto altri quattro tumori in diversi organi. E sono stati tutti causati dal mio iperandrogenismo. Ho fatto tutte le visite mediche del caso: non ci sono altre cause, né tanto meno una predisposizione genetica. Ciò che innesca la formazione di tumori sono gli eccessivi livelli di testosterone presenti nel mio corpo. Ma, oltre alle conseguenze fisiche che questa condizione comporta, è stato anche molto difficile accettare il comportamento delle persone.
Spiegaci meglio.
Le persone non capiscono che l'iperandorgenismo è una condizione innata. È il corpo in cui nasci a funzionare così. È così per me, come lo è per tutte le altre donne nella mia condizione, compresa Imane Khelif. La capisco perché anche io sono stata un'atleta.
Come è stato essere un'altleta con questa condizione? Hai mai subito forme di discriminazione?
Ho fatto diversi sport, come atletica e boxe. Ero molto brava e vincevo quasi tutte le competizioni. Ma devo essere sincera, da bambina o ragazzina, nessuno mi ha accusato di nulla o fatto sentire discriminata. Paradossalmente il bullismo lo sto subendo adesso che sono adulta.
Parli di bullismo. Ti va di raccontarci meglio?
Ormai per me è la normalità, anche se fa molto male. Spesso le persone mi dicono che sembro un uomo. Gli operatori telefonici non credono che sia io perché sostengono che la mia voce sia troppo maschile per essere quella di una donna. Negli autogrill o nei bagni pubblici sono costretta ad andare nei bagni per uomini perché in quello delle donne non mi fanno entrare. La lista delle umiliazioni potrebbe essere ancora molto lunga, ma preferisco non continuare. Non provo neanche più a controbattere, perché dovrei ogni volta spiegarmi e questo mi farebbe ancora più male.
Cosa diresti a chi ha detto a Imane Khelif che avrebbe dovuto partecipare alle competizioni maschili?
Mi sono molto immedesimata nel caso di Khelif. Anche se i motivi alla base sono diversi, so cosa ha provato in questi giorni. Purtroppo c'è tanta disinformazione su questa condizione di salute e questo porta le persone a esprimere giudizi del tutto privi di senso.
Una donna, anche se soffre di iperandrogenismo, come me, o come Khelif, resta una donna. Certo possiamo essere più robuste, ma la nostra struttura scheletrica è esattamente quella di una donna, senza nessuna differenza. Perché dovremmo partecipare alle competizioni maschili se siamo donne? Ci tengo però a ribadire che la mancata conoscenza non può essere una giustificazione.
Cosa o chi non giustifichi?
Non giustifico chi nega l'evidenza e chi non presta attenzione. A volte mi è capitato di stingere la mano a persone che senza pensarci due vote mi hanno detto: "Tu non puoi chiamarti Noemi, non sei una donna".
Io ho avuto la fortuna di piacermi abbastanza e sono riuscita ad accettare il mio corpo, ma sentirsi mettere costantemente in dubbio nella propria identità di genere può essere davvero difficile. A volte chi soffre di problemi simili si sottopone a trattamenti anche dolorosi pur di modificare il suo aspetto.
A quali trattamenti ti riferisci?
Lo hanno proposto anche a me. Si tratta di trattamenti ormonali che facendo crollare la produzione di testosterone portano ad attenuare almeno in parte i tratti più spiccatamente mascolini: ad esempio fanno diventare la voce più acuta, accentuare i fianchi o il seno e perdere la massa muscolare. Ma questi cambiamenti creano malessere, insonnia, e soprattutto dolori, anche molto acuti e duraturi. Da quando ho subito la mia prima operazione, ho ancora oggi, ogni notte, dolori molto forti alle gambe.
Cosa ti auguri per il futuro?
Spero che le persone possano imparare a osservare di più. Perché una donna, anche se è più alta o più muscolosa, resta pur sempre una donna. E, soprattutto, mi auguro che prima di dire certe cose, fare certe battute o insinuazioni, riflettano sulle conseguenze che queste potrebbero avere sulle persone. A volte le parole possono fare più un male di un pugno.