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Venere era forse abitabile come la Terra, con oceani e laghi, ma solo fino a 3 miliardi di anni fa

Ricercatori americani hanno determinato che Venere potrebbe aver avuto oceani e laghi fino a 3 miliardi di anni fa, ma molto meno profondi di quelli terrestri.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
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Venere è oggi un pianeta letteralmente infernale e inabitabile, ma secondo alcuni studi un tempo potrebbe aver ospitato sulla sua superficie grandi oceani e laghi. Forse addirittura la vita. Indagare sul destino infausto di Venere può aiutare gli astronomi a comprendere meglio il futuro dei pianeti abitabili (o potenzialmente tali) come la Terra. Ma che fine hanno fatto i presunti bacini idrici del “pianeta dell'amore”? E dov'è finito tutto l'ossigeno che avrebbe dovuto liberarsi nell'atmosfera? La composizione atmosferica odierna di Venere non riesce a spiegare gli eventi, a meno che non soddisfi determinate e stringenti condizioni. Grazie a una simulazione matematica gli scienziati hanno determinato che, se mai il pianeta avesse avuto acqua sulla sua superficie, ciò sarebbe accaduto non prima di 3 miliardi di anni fa. Inoltre i bacini non avrebbero dovuto superare in media i 300 di profondità media, che è molto meno di quella degli oceani terrestri. Solo con queste caratteristiche è possibile spiegare la presunta e passata era abitabile di Venere, prima di trasformarsi nel mondo alieno attuale.

A determinare che Venere potrebbe aver avuto oceani e laghi ma non prima di 3 miliardi di anni fa sono stati i due scienziati statunitensi Alexandra O. Warren ed Edwin S. Kite, entrambi del Dipartimento di Scienze Geofisiche dell'Università di Chicago. I due studiosi sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto una simulazione della composizione atmosferica di Venere dipendente dal tempo, “a partire dalla fine di un'ipotetica era abitabile con acqua liquida sulla superficie”, come indicato nell'abstract dello studio. In questo modo hanno potuto calcolare il tasso della perdita di ossigeno a seguito dell'evaporazione dei presunti laghi, giungendo alla conclusione che per trovarsi nella situazione attuale i bacini devono essere spariti moltissimo tempo fa. Il risultato di questo studio contrasta con quello di una ricerca condotta da scienziati del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Uppsala (Svezia) pubblicata nel 2019, secondo la quale Venere sarebbe stato abitabile come la Terra fino ad “appena” 700 milioni di anni fa.

Come spiegato dagli esperti, l'acqua presente alla fine di un'era abitabile “deve essere stata persa per fotodissociazione e fuga di idrogeno, causando l'accumulo di ossigeno nell'atmosfera”. Ma oggi l'atmosfera venusiana è poverissima di ossigeno, essendo essenzialmente composta da anidride carbonica (96 percento) e azoto (3 percento), con piccolissime percentuali di altri gas. L'atmosfera è così densa e corrosiva che determina il più potente effetto serra del Sistema solare, con la temperatura superficiale che arriva a 464° C a una pressione 90 volte superiore a quella del nostro pianeta. L'ossigeno è pochissimo, per cui quello liberato dalla fotodissociazione o è stato liberato nello spazio o è stato catturato dal magma ossidabile.

Tenendo presenti le quasi 100mila simulazioni condotte dagli scienziati, condotte su molteplici parametri come le attuali concentrazioni di Argon legate al passato vulcanismo di Venere, gli scienziati hanno osservato che solo nello 0,4 percento dei risultati si ottenevano le condizioni attuali compatibili con una precedente era abitabile. Insomma, le probabilità che Venere abbia avuto davvero acqua liquida sono poche e legate a condizioni stringenti. I dettagli della ricerca “Narrow range of early habitable Venus scenarios permitted by modeling of oxygen loss and radiogenic argon degassing” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

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