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Veicoli spaziali alimentati da detriti raccolti in orbita: cosa sappiamo del sistema di propulsione Magdrive

Il rivoluzionario sistema di propulsione spaziale in fase di sviluppo è progettato per utilizzare i metalli come combustibile: la startup britannica Magdrive sta lavorando a tre versioni del propulsore, Rogue e Warlock che verranno testati nel 2025, e SuperMagDrive che dovrebbe essere pronto entro 2027.
A cura di Valeria Aiello
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MAGDRIVE / Il sistema di propulsione della startup britannica Magdrive, nella versione più evoluta SuperMagDrive, che può utilizzare vari propellenti metallici solidi, come alluminio e rame. 
MAGDRIVE / Il sistema di propulsione della startup britannica Magdrive, nella versione più evoluta SuperMagDrive, che può utilizzare vari propellenti metallici solidi, come alluminio e rame. 

La startup britannica Magdrive sta sviluppando un rivoluzionario sistema di propulsione che utilizza i detriti spaziali: un prima versione del propulsore, chiamata Rogue, è già pronta per il suo primo test di volo, previsto nel secondo trimestre del 2025, e anche la seconda versione, denominata Warlock, sembra essere destinata ad essere lanciata in orbita entro l’anno. Sarà poi la volta di SuperMagDrive, terza evoluzione dell’innovativo sistema di propulsione, che dovrebbe essere testata entro il 2027.

Vari propellenti metallici solidi potranno essere vaporizzati in un plasma ed accelerati a velocità ultraelevata – spiegano gli sviluppatori della Magdrive – . Operando ad alta frequenza, questi getti di plasma verranno fatti passare attraverso una camera magnetica ad alto campo. Ciò accelererà e dirigerà lo scarico del plasma, producendo la spinta”.

Considerando che nello spazio fluttuano oltre 10.000 tonnellate di detriti, tra satelliti dismessi e altri tipi di spazzatura spaziale, e che nei prossimi anni si prevede che verranno lanciati migliaia di altri rottami che orbitano attorno alla Terra, la possibilità di utilizzare la spazzatura spaziale come combustibilesposta l’ago della bilancia nell’industria spaziale, facendoci diventare una società spaziale” ha affermato Mark Stokes, che ha co-fondato Magdrive nel 2019.

Secondo i calcoli degli sviluppatori, il sistema di propulsione che trasforma i metalli solidi in plasma per creare spinta, può rendere i veicoli che integrano questo sistema “dieci volte più manovrabili dei satelliti odierni, riducendo al contempo di dieci volte la massa dedicata alla propulsione”.

Nelle prime versioni del propulsore che verranno testate nel 2025, il sistema non sarà rifornibile, ma utilizzerà un propellente metallico e l’energia interna ricaricata per creare plasma ad alta energia. Successivamente, il sistema verrà ampliato per poter utilizzare i metalli recuperati da satelliti morti e di altri detriti metallici come propellente.

Il vantaggio di questo sistema è che saremo in grado di chiudere il cerchio sulla nuova economia dell'era spaziale utilizzando risorse che sono già lì –  ha aggiunto Strokes – . Ciò potrebbe rendere quello di Magdrive l'unico sistema di propulsione che non dovrà portare con sé il suo propellente dalla Terra”. L’approccio mira non solo a ridurre l’inquinamento da detriti spaziali ma rappresenta anche un significativo passo avanti nell’esplorazione spaziale sostenibile. “È un momento emozionante per il settore e siamo orgogliosi di essere all’avanguardia nelle soluzioni che aiutano a rendere lo spazio più pulito e più accessibile”.

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