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Vaccini nei bambini “bloccati” dopo la pandemia di Covid: l’allarme dell’OMS

L’OMS e l’UNICEF hanno affermato che i livelli di vaccinazione nei bambini dopo la pandemia di Covid sono “bloccati”, con milioni di piccoli che non vengono vaccinati o restano sottovacinati, ovvero non completano il ciclo vaccinale. Quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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I livelli delle vaccinazioni nei bambini in tutto il mondo sono “bloccati”, esponendo milioni di piccoli alle conseguenze di malattie facilmente prevenibili. Ad oggi non sono state ancora recuperate e raggiunte le percentuali precedenti alla pandemia di COVID-19. A lanciare l'allarme l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF, che hanno pubblicato i nuovi dati sui tassi di vaccinazione infantile a livello globale. Più nello specifico, si tratta dell'aggiornamento del set di dati relativo alla copertura vaccinale nazionale (WUENIC), il più approfondito sistema di monitoraggio dedicato all'immunizzazione dei bambini. Nel complesso vengono analizzati i vaccini di quattordici malattie diffuse, tra le quali il morbillo e la difterite.

Come indicato, nel 2023 i tassi di vaccinazione risultano “bloccati”, con ben 2,7 milioni di bambini in più “non vaccinati o sottovacinati”, come spiegato in un comunicato stampa dell'OMS. Questo dato non si riflette solo sui rischi dei piccoli che non hanno completato il ciclo vaccinale (o che non lo hanno iniziato affatto), ma anche sull'immunità di gregge, che permette di proteggere quella fascia di popolazione fragile che non può essere vaccinata o che non viene immunizzata. Basti pensare ai piccoli in cura per malattie oncologiche. Il fatto che siano circondati da coetanei che non vengono vaccinati per motivi ideologici li può esporre a gravi e ingiusti rischi. Del resto basta una semplice infezione in certe condizioni di salute per determinare un esito fatale. Recentemente l'obbligo vaccinale nei bambini in Italia è stato messo in discussione da un emendamento proposto da un esponente della Lega, poi giudicato inammissibile dalla Commissione Sanità del Senato. Il senatore e microbiologo Andrea Crisanti in un'intervista a Fanpage.it lo ha tacciato di essere un concentrato di “stupidaggini antiscientifiche”.

Tornando ai dati WUENIC dell'OMS, sono emblematiche le percentuali del vaccino contro difterite, tetano e pertosse (DTP), considerato un “indicatore chiave per la copertura vaccinale globale”. Nel 2023 siamo infatti fermi all'84 percento di bambini che hanno ricevuto le tre dosi del vaccino. I piccoli a non aver fatto nemmeno una dose sono invece passati dai 13,9 milioni del 2022 ai 14,5 milioni del 2023, un aumento di circa 600.000 unità. Per quanto concerne il morbillo, una malattia molto spesso sottovalutata ma che può avere esiti anche molto gravi, solo l'83 percento dei bambini (a livello globale) ha ricevuto la prima dose e il 74 percento la seconda. Questi dati sono ben lontani dalla soglia ottimale di copertura del 95 percento, che garantirebbe l'immunità di gregge. Spesso le mancate vaccinazioni sono scelte deliberate dei genitori, convinti da assurdità antiscientifiche e complottiste propinate sui social network. A rendere questi dati ancor più preoccupanti, il fatto che oltre il 50 percento dei piccoli non vaccinati o sottovacinati vive in Paesi dove l'assistenza sanitaria non è sempre adeguata, dove l'assenza di servizi li espone a rischi ulteriori di malattie altrimenti prevenibili con un vaccino.

Secondo un recente e approfondito studio internazionale guidato da scienziati australiani del Telethon Kids Institute di Perth, è stato determinato che negli ultimi 50 anni i vaccini hanno salvato la vita a 154 milioni di persone, delle quali ben 146 milioni sono bambini con meno di 5 anni di età. Questi dati dovrebbero far riflettere chi decide di non vaccinare i propri figli esponendoli a rischi inutili, abbattendo al contempo anche la protezione delle persone fragili che non possono proteggersi. “Le ultime tendenze dimostrano che molti Paesi continuano a perdere troppi bambini”, ha dichiarato la dottoressa Catherine Russell, direttore esecutivo dell'UNICEF. “Colmare il divario di immunizzazione richiede uno sforzo globale, con governi, partner e leader locali che investono nell'assistenza sanitaria di base e negli operatori della comunità per garantire che ogni bambino venga vaccinato e che l'assistenza sanitaria complessiva venga rafforzata”. L'obiettivo dell'Agenda per l'immunizzazione 2030 (IA2030) dell'OMS è raggiungere una copertura vaccinale del 90 percento e avere meno di 6,5 milioni di bambini senza vaccino entro il 2030, ma gli ultimi dati suggeriscono che il traguardo potrebbe essere difficile da raggiungere.

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