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Uova prodotte in laboratorio possono farci dire addio agli allevamenti di galline

Punta a questo una startup finlandese che produce albumi d’uovo senza galline, senza causare sofferenza agli animali e riducendo l’enorme impatto ambientale degli allevamenti.
A cura di Valeria Aiello
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Produrre uova in laboratorio, senza galline e senza causare sofferenza agli animali, riducendo l’enorme impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Punta a questo la Onego bio, una startup finlandese che è in grado di sintetizzare molecole proteiche complesse come l’ovoalbumina, la proteina presente nel bianco d’uovo, sfruttando un processo chiamato fermentazione di precisione.

In altre parole, come avviene per alcuni tipi di carne sintetica, gli albumi d’uovo sono opera di Trichoderma reesei, un microrganismo opportunamente modificato per sintetizzare ovoalbumina, che viene poi raccolta e utilizzata per l’industria alimentare come integratore proteico. L’ovoalbumina prodotta con questa tecnologia è identica a quella che può essere trovata nelle normali uova di gallina e può essere utilizzata esattamente allo stesso modo per la preparazione di dolci, prodotti da forno e mousse, conferendo ai cibi le proprietà nutrizionali dell’uovo.

Il progetto ha raccolto dieci milioni di euro in finanziamenti per la commercializzazione della tecnologia di produzione di albume d’uovo con mezzi di agricoltura cellulare. La Onego bio si concentrerà ora sulla realizzazione della sua produzione pilota in Finlandia e sull’acquisizione delle necessarie approvazioni commerciali per il suo primo prodotto, la polvere di bioalbume senza animali. Il prodotto sarà commercializzato per la prima volta negli Stati Uniti, dove il panorama normativo consente un ingresso più rapido nel mercato.

La tecnologia non solo avrebbe un impatto positivo sulle questioni ambientali, ma ridurrebbe anche l’esposizione agli antibiotici e contribuirebbe alla salute globale, prevenendo anche il trasferimento di malattie infettive dagli animali all’uomo, come l’influenza aviaria. “La tecnologia ha il potenziale per fornire bioalbume su scala industriale, a un prezzo competitivo rispetto alla produzione di uova convenzionale, con importanti implicazioni per l’ambiente e il benessere degli animali – ritiene l’azienda – . La domanda di proteine ​​dell'albume senza animali aumenterà a livello globale, perché l’allevamento intensivo di animali causa molti rischi ambientali, come l’uso eccessivo della terra, le emissioni di gas serra, la scarsità d’acqua e il rischio di pandemie”.

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