video suggerito
video suggerito

Uomo totalmente paralizzato comunica col pensiero per la prima volta: “Amo il mio fantastico figlio”

Un uomo affetto da SLA completamente paralizzato è riuscito a comunicare col pensiero grazie a un’avanzata interfaccia cervello-computer. È la prima volta.
A cura di Andrea Centini
975 CONDIVISIONI
Immagine

Grazie a una sofisticata interfaccia cervello-computer (BCI) un uomo completamente paralizzato a causa della SLA è riuscito a comunicare con il pensiero. È la prima volta che si raggiunge un simile risultato con un paziente che ha perso qualunque tipo di movimento, compresi quelli oculari e dei muscoli facciali. In passato altri pazienti con questa grave patologia neurodegenerativa progressiva – che porta alla paralisi e alla morte – erano riusciti a comunicare sfruttando interfacce simili, ma i sistemi erano in grado di cogliere i minimi movimenti ancora possibili, come quelli degli occhi e delle labbra.

Il paziente coinvolto nel nuovo studio, un 36enne, aveva iniziato a lavorare con un team di ricerca dell'Università di Tubinga nel 2018, quando ancora riusciva a muovere gli occhi; con l'approvazione della moglie e della sorella acconsentì a un intervento invasivo che prevedeva l'impianto di elettrodi direttamente nel cervello, che gli avrebbero permesso di mantenere una comunicazione con la sua famiglia anche dopo aver perduto il movimento oculare. I medici gli inserirono due array di elettrodi quadrati di 3,2 millimetri nella parte del cervello deputata al controllo dei movimenti. Purtroppo i primi test furono infruttuosi, ma grazie alla collaborazione di neurotecnologi e ingegneri biomedici fu trovato un metodo attraverso il neurofeedback, in cui attraverso l'attività cerebrale rilevata il paziente poteva indicare un "sì" o un "no" in base a un tono alto o basso. Attraverso una macchina che ripeteva le lettere dell'alfabeto ad alta voce, l'uomo era in grado di selezionare le singole lettere e formulare le frasi. In parole semplici, era in grado di comunicare con i medici e la sua famiglia grazie alla forza del pensiero.

"Il successo della comunicazione è stato dimostrato in precedenza con le BCI in individui con paralisi, tuttavia, a nostra conoscenza, il nostro è il primo studio che ottiene la comunicazione da qualcuno che non ha più movimenti volontari rimanenti e quindi per il quale la BCI è ora l'unico mezzo di comunicazione", ha dichiarato il dottor Jonas Zimmermann, neuroscienziato del Wyss Center che ha partecipato al progetto di ricerca. L'interfaccia progettata non è ancora applicabile universalmente e inoltre è piuttosto lenta, dato che il paziente seleziona in media un carattere al minuto, tuttavia da quando è stata impostata la BCI è riuscito a formulare moltissime frasi. Tra le prime registrate vi sono state: “Amo il mio fantastico figlio”; “Zuppa di gulasch e zuppa di piselli dolci”; “Vorrei ascoltare l'album dei Tool ad alto volume”, come indicato da Science.

Spesso le frasi formulate dall'uomo non risultano intelligibili e non sempre l'attività cerebrale è in grado di attivare correttamente l'interfaccia. Gli scienziati non sanno da cosa possa dipendere, ma il sistema di base funziona e già così potrebbe aiutare migliaia di persone con la sclerosi laterale amiotrofica avanzata. Ma per progettare questo sistema personalizzato ci sono volute centinaia di ore e si è ancora lontani dal poter mettere a punto una macchina universale, acquistabile dalle famiglie. Gli scienziati sono comunque fiduciosi che da questi risultati preliminari si possa arrivare a un traguardo del genere, migliorando in modo significativo la qualità della vita delle persone completamente paralizzate e isolate. I dettagli della ricerca “Spelling interface using intracortical signals in a completely locked-in patient enabled via auditory neurofeedback training” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.

975 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views