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Un’azienda vuole costruire un super allevamento di scimmie: saranno tutte cavie da laboratorio

Il progetto prevede la costruzione di una struttura che potrebbe ospitare fino a 30.000 macachi da destinare alla ricerca medica. Residenti e animalisti hanno deciso di opporsi.
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Immaginate una città in cui il numero di scimmie allevate superi quello dei residenti. È quello che potrebbe presto succedere a Bainbridge, una piccola città di 14.000 abitanti della Georgia, negli Stati Uniti. Uno scenario che potrebbe diventare realtà qualora andasse in porto il progetto di Safer Human Medicine (SHM) di costruire il più grande allevamento di scimmie da laboratorio degli Stati Uniti.

Il piano, che già ha ricevuto moltissime critiche da parte di animalisti e residenti, punta a costruire una maxi-struttura di 80 ettari, ovvero più o meno quanto ottanta campi da calcio, in cui allevare 30.000 macachi cinomolgi (Macaca fascicularis) da poter utilizzare come cavie nella ricerca scientifica nel campo della medicina umana.

Tuttavia, sono tanti quelli che non vogliono che l'impianto diventi realtà. Non solo gli animalisti, preoccupati dalle condizioni di vita in cui potrebbero vivere le migliaia di scimmie ospiti, ma anche i residenti, che temono le conseguenze per la propria salute, oltre che per l'impatto urbanistico.

Le ragioni del progetto secondo l'azienda

Almeno sulla carta, il progetto della Safer Human Medicine dovrebbe puntare a risolvere un ostacolo importante con cui la ricerca medica è costretta a fare i conti: la difficoltà nel reperire primati non umani su cui condurre le varie sperimentazioni animali necessarie per l'individuazione di nuove cure o terapie per l'uomo. Come l'azienda ha spiegato in una lettera aperta ai cittadini di Bainbridge, l'obiettivo con cui è nata sarebbe quello di "contribuire a far sì che la ricerca medica negli Stati Uniti non venga rallentata a causa del fatto che scienziati e ricercatori non hanno accesso ai primati".

Quello degli animali utilizzati come cavie nella ricerca medica è un tema molto complesso, in cui le esigenze degli scienziati si scontrano con le sensibilità animaliste. Su questo però l'azienda non sembra avere dubbi: "All'indomani della pandemia, abbiamo imparato a nostre spese che i nostri ricercatori negli Stati Uniti hanno bisogno di un accesso affidabile a primati sani per sviluppare e valutare la sicurezza di farmaci potenzialmente salvavita per voi, la vostra famiglia, i vostri amici e i vostri vicini. Molti dei farmaci presenti nei vostri armadietti oggi non esisterebbero senza la ricerca medica e senza questi primati la ricerca si ferma".

L'opposizione dei cittadini

Le parole dell'azienda, e la promessa della creazione di posti di lavoro, non sono però stati sufficienti a placare gli animi dei residenti, che non si sono fermate alle critiche. Il 15 febbraio 2024 i residenti di Bainbridge hanno intentato una causa contro la città di Bainbridge, la Contea di Decatur, il Consiglio dell'Istruzione della Contea di Decatur e il Consiglio degli Assessori della Contea di Decatur, per aver approvato in forma privata il piano per la costruzione dell'impianto, violando – secondo l'accusa – la legge secondo cui le riunioni sarebbero dovute essere pubbliche.

I cittadini i riferiscono a una riunione dell'11 dicembre in cui gli enti cittadini hanno approvato un piano di abbattimento fiscale ventennale del valore di almeno 58 milioni di dollari con l'obiettivo di attrarre l'azienda e il suo impianto. Secondo la causa, le agenzie non avrebbero pubblicato avvisi o ordini del giorno, né registrato la presenza o l'assenza dei loro membri o identificato i singoli membri che hanno votato per l'approvazione del progetto. Secondo i querelanti queste violazioni basterebbero a rendere gli accordi nulli e non vincolanti.

La lotta degli animalisti

Anche gli animalisti si sono uniti al coro di critiche. PETA si è schierata dalla parte dei querelanti gli enti cittadini che hanno approvato la costruzione della struttura. "Gli enti pubblici dovrebbero rappresentare i loro elettori, non avidi uomini d'affari provenienti da altri Stati", afferma Kathy Guillermo, vicepresidente senior di PETA per le indagini sui laboratori.

La preoccupazione principale dell'associazione animalista riguarda ovviamente il trattamento che potrebbero subire gli animali. "La struttura progettata importerebbe, alleverebbe e immagazzinerebbe scimmie destinate a essere avvelenate, mutilate e uccise in inutili esperimenti di laboratorio, rischiando la diffusione di malattie infettive e degradando l'ambiente", sostiene PETA, nonostante le rassicurazioni dell'azienda che è pronta a garantire il rispetto degli animali.

"La loro saluta e benessere restano la nostra priorità", ha detto SHM anticipando che gli animali nella struttura staranno bene: "Le scimmie saranno alloggiate in gruppi in modo che possano interagire e giocare tra loro". Ma animalisti e residenti non ci stanno e sono altrettanto fermi: non hanno nessuna intenzione di accettare quella che hanno già ribattezzato "la fattoria delle scimmie".

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