Un’astronave madre aliena potrebbe essere nel Sistema solare, secondo un funzionario del Pentagono
Un'astronave madre aliena in grado di diffondere piccole sonde sulla Terra potrebbe essere nascosta da qualche parte nel Sistema solare, lontana da occhi indiscreti. È quanto suggerisce un documento redatto dal dottor Abraham Avi Loeb, astronomo presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, e da Sean M. Kirkpatrick, un funzionario del Pentagono, il Ministero della Difesa statunitense. Loeb è balzato più volte agli onori della cronaca internazionale per gli studi su Oumuamua, il misterioso "visitatore interstellare" che nel 2017 ha attraversato il Sistema solare, mentre Kirkpatrick è il direttore dell'All-domain Anomaly Resolution Office (AARO) del Pentagono, una sezione del Dipartimento della Difesa (DoD) istituito per indagare sulle centinaia di UFO – o meglio di UAP, acronimo di fenomeni aerei non identificati – che sono stati recentemente avvistati nei cieli degli USA.
Nel 2021 l'intelligence americana ha presentato al Congresso un attesissimo rapporto sugli UAP, per circa la metà dei quali non c'è una spiegazione chiara, ad esempio a causa di manovre “impossibili” e sistemi di propulsione non rilevabili dai sensori tradizionali. L'ipotesi più plausibile è che si tratti o di artefatti della strumentazione oppure di tecnologia militare sperimentale, degli stessi Stati Uniti (magari non rilevata a tutti i dipartimenti) o di Paesi stranieri che cercano di carpire informazioni, ma non si è mai chiusa del tutto la porta alla possibilità che possa trattarsi di veicoli extraterrestri. Proprio qui entra in scena lo studio di Loeb e Kirkpatrick, secondo i quali un'astronave madre aliena in “agguato” nel nostro sistema potrebbe essere in fase di esplorazione attraverso piccole sonde come droni, che hanno chiamato “dandelion seeds”, ovvero semi di dente di leone (o tarassaco).
L'ipotesi è che questa astronave possa aver compiuto una traiettoria analoga a quella dell'asteroide Oumuamua – del quale è stata appena spiegata l'insolita accelerazione – e abbia lasciato dietro di sé, sotto la spinta gravitazionale o grazie a una certa capacità di manovra, una moltitudine di queste sonde. L'obiettivo sarebbe quello di studiare i pianeti rocciosi del Sistema solare come Venere, Marte e ovviamente la Terra, che da grandi distanze potrebbero apparire tutti e tre molto interessanti dal punto di vista di potenziali risorse. Solo a uno sguardo più “ravvicinato” e approfondito la Terra mostrerebbe le firme spettrali dell'acqua. Su pianeti come il nostro queste sonde, secondo gli autori dello studio, potrebbero usare la luce del Sole per ricaricare le batterie e utilizzare l'acqua come combustibile. Sarebbero infatti in grado di spostarsi indistintamente nello spazio, nell'atmosfera di un pianeta e anche in acqua. Curiosamente tra gli UAP più misteriosi c'è proprio un oggetto sferico che è in grado di volare e immergersi, come mostra il video sottostante.
Ma perché una civiltà aliena sarebbe venuta a visitare i pianeti del Sistema solare? Secondo i ricercatori potrebbero esserci due possibili ragioni; quella di raccogliere materie prime dalle superfici per scopi di autoreplicazione oppure per semplici questioni di esplorazione scientifica, un po' come facciamo noi con le nostre sonde. È interessante notare che secondo gli autori del documento gli alieni non verrebbero per un qualche interesse verso di noi, la specie umana. Poiché molte delle stelle della Via Lattea sono più antiche del Sole, infatti, è possibile che la nave madre sia completamente automatizzata e che la civiltà aliena che l'ha costruita possa essere persino estinta. Ovviamente si tratta solo di ipotesi, alcune delle quali decisamente fantasiose, ma del resto fin quando non avremo una spiegazione chiara e definitiva per tutti gli UAP la componente fantascientifica continuerà a stuzzicare la nostra mente. Le teorie sull'astronave madre sono state pubblicate nel documento Physical Constraints on Unidentified Aerial Phenomena.