Una dieta ricca di grassi e zuccheri in gravidanza aumenta il rischio di problemi al cuore e diabete nel bambino
Una dieta ricca di grassi e zuccheri durante gravidanza aumenta il rischio di problemi al cuore nel bambino, accrescendo anche la probabilità di diabete di tipo 2 in età adulta: lo rileva un nuovo studio pubblicato sul Journal of Physiology, che dimostra per la prima volta come un’alimentazione materna ricca di grassi (saturi e trans) e zuccheri vada ad alterare il livelli di un ormone tiroideo fondamentale per lo sviluppo del cuore nel bambino. Seguire una dieta ricca di grassi e zuccheri durante la gravidanza aumenta anche le probabilità che il bambino diventi insulino-resistente in età adulta, innescando potenzialmente il diabete e causando malattie cardiovascolari. Tutto questo, osservano gli autori dello studio, anche se il bambino ha un peso normale alla nascita.
“Si tratta di risultati molto significativi, perché dimostrano un chiaro legame tra una dieta materna non sana e una cattiva salute cardiovascolare del bambino – ha affermato la dottoressa Melanie Bertossa dell’Università dell’Australia Meridionale di Adelaide e autrice principale della ricerca – . C’è stato un lungo dibattito sulla possibilità che un’alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri in gravidanza potesse determinare alterazioni negli ormoni tiroidei: le nostre prove mostrano che induce uno stato ipotiroideo”.
Il team coordinato dottoressa Bertossa e guidato dalla professoressa di fisiologia Janna Morrison del Dipartimento di Salute e innovazione biomedica dell’Australia Meridionale, ha infatti rilevato una riduzione nelle concentrazioni di un ormone tiroideo, noto come triiodotironina, o T3, che agisce come un interruttore nella gestazione, dicendo al cuore del feto di iniziare a prepararsi alla vita dopo la nascita.
“Senza questo segnale – ha aggiunto Bertossa – il cuore del feto si sviluppa in modo diverso”. Il team ha inoltre osservato che diete ricche di grassi e zuccheri possono inoltre alterare i percorsi molecolari coinvolti nella segnalazione dell’insulina e di proteine critiche nell’assorbimento di glucosio nel cuore fetale. “Ciò aumenta il rischio di resistenza cardiaca all’insulina, che spesso porta al diabete in età adulta”.
Dieta ricca di grassi e zuccheri in gravidanza e problemi al cuore e diabete nel bambino
Seguire una dieta ricca di grassi e zuccheri prima e durante la gravidanza predispone il bambino a un rischio maggiore di disturbi cardiometabolici nel corso della vita, determinati da una riduzione dell’ormone tiroideo T3 durante lo sviluppo del feto.
Questa correlazione è stata dimostrata in primati non umani, che per la loro somiglianza fisiologica e di sviluppo con gli esseri umani, sono un prezioso modello per lo studio di queste condizioni e, in particolare, analizzando campioni di tessuto di feti di babbuini in gravidanza, alimentati con una dieta ricca di grassi e zuccheri in un istituto di ricerca biomedica negli Stati Uniti. I risultati di questa indagine sono poi state confrontati con quelli ottenuti dall’analisi di campioni di tessuto di feti di babbuini sottoposti a una dieta di controllo.
“I nostri risultati mostrano che lo stato tiroideo del cuore fetale è sensibile ai cambiamenti nella disponibilità del substrato e che queste alterazioni possono compromettere lo sviluppo cardiaco e contribuire all’emergere di un fenotipo cardiaco insulino-resistente” hanno spiegato i ricercatori.
“Alla nascita – ha spiegato la dottoressa Bertossa – abbiamo quasi tutte le cellule cardiache che avremo nella vita: il cuore non produce abbastanza nuove cellule muscolari dopo la nascita per riparare eventuali danni, per cui i cambiamenti che hanno un impatto negativo su queste cellule prima della nascita potrebbero persistere per tutta la vita”. Questi cambiamenti permanenti possono essere la causa di un ulteriore declino della salute cardiaca una volta che i bambini raggiungono l’adolescenza e l’età adulta.
“Il nostro studio dimostra l’importanza di una buona alimentazione materna prima e durante la gravidanza, non solo per il bene della madre, ma anche per la salute del bambino – ha osservato la professoressa Morrison – . Gli scarsi risultati cardiaci nei bambini con un peso alla nascita normale dovrebbero quindi essere segnale da tenere in considerazione nella futura pratica clinica: lo screening cardiometabolico dovrebbe quindi essere eseguito su tutti i bambini, non solo su quelli nati troppo piccoli o troppo grandi, con l’obiettivo di rilevare prima i rischi di malattie cardiache”.