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Una cometa diretta verso la Terra può diventare luminosa come Venere: possibile evento eccezionale

La cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) scoperta all’inizio dell’anno ha tutte le carte in regola per regalare uno spettacolo astronomico straordinario. La sua luminosità potrebbe raggiungere quella del pianeta Venere, diventando perfettamente visibile a occhio nudo.
A cura di Andrea Centini
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La "cometa dei Neanderthal" fotografata nel cielo dei Castelli Romani tra il 24 e il 25 gennaio 2023. Credit: Andrea Centini
La "cometa dei Neanderthal" fotografata nel cielo dei Castelli Romani tra il 24 e il 25 gennaio 2023. Credit: Andrea Centini

Tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno di quest'anno una cometa potrebbe regalarci uno spettacolo assolutamente meraviglioso. Non solo si ritiene che C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) – questo il nome della “palla di ghiaccio” – possa diventare perfettamente visibile a occhio nudo, ma la sua luminosità (stimata) potrebbe persino eguagliare quella del pianeta Venere. Per rendersi conto del paragone, basta ricordare che il “Pianeta dell'Amore”, con una magnitudine di quasi – 5 al suo apice, è il terzo oggetto più luminoso della volta celeste. Viene superato soltanto dal Sole e dalla Luna. Non a caso appare nel cielo – all'alba o al tramonto – come un vero e proprio faretto scintillante, in grado anche in grado di confondere i piloti degli aerei di linea. Una cometa con una simile luminosità sarebbe visibile anche di giorno. Nel firmamento, se accompagnata da una lunga e dettagliata coda, potrebbe finire a pieno titolo tra gli eventi astronomici più suggestivi di sempre.

Al momento non c'è alcuna certezza che la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) possa arrivare a una simile visibilità, ma non mancano le speranze per un exploit memorabile. Secondo i calcoli degli esperti, il corpo celeste raggiungerà il perielio – la massima vicinanza al Sole – venerdì 27 settembre 2024, raggiungendo una distanza di “appena” 58 milioni di chilometri. Un'inezia dal punto di vista astronomico. Ma la fase migliore per osservarla ci sarà una decina di giorni dopo, dato che il perigeo, la massima vicinanza alla Terra, verrà toccato sabato 12 ottobre, quando la cometa si troverà a 71 milioni di chilometri dal nostro pianeta. L'apice della luminosità dovrebbe essere raggiunto attorno all'8 ottobre, quando potrebbe trovarsi in una posizione ideale tra la stella e la Terra. Come spiegato da Live Science, infatti, in quel corridoio la cometa andrebbe incontro a un fenomeno conosciuto come “forward scattering of sunlight”, che possiamo tradurre come “diffusione in avanti della luce solare”. In parole molto semplici, nel caso in cui la cometa fosse particolarmente ricca di polveri e gas, la luce verrebbe proiettata verso la Terra proprio in virtù di quella posizione peculiare. Ciò potrebbe aumentare sensibilmente la luminosità del corpo celeste, rendendolo ancor più visibile e spettacolare.

Nei (potenziali) giorni migliori la cometa dovrebbe essere ben visibile a occhio nudo nel cielo occidentale dell'emisfero boreale, dove si trova anche l'Italia. Ma come indicato, al momento non possiamo averne certezza. Anche perché come diceva il ricercatore canadese David Levy, “le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno come gli pare”. La metafora è legata alla proverbiale imprevedibilità di questi oggetti, che spesso si preannunciano estremamente spettacolari per poi deludere puntualmente le aspettative. Altre volte passano in sordina e diventano bellissimi solo una volta a ridosso del nostro pianeta. Con la cometa C/2023 A, scoperta attraverso il telescopio Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) in Sud Africa il 22 febbraio 2023, i rischi di una cocente delusione sono particolarmente elevati.

Dalla sua orbita i ricercatori hanno calcolato che la cometa proviene dalla Nube di Oort, una remotissima regione sita al confine estremo del Sistema Solare; i corpi di ghiaccio originari di questo luogo buio e gelido, infatti, essendo ricchi di elementi volatili quando si avvicinano all'orbita di Marte spesso subiscono un vero e proprio tracollo della luminosità, a causa della repentina sublimazione innescata dal riscaldamento solare che può portare al collasso del nucleo cometario. I ricercatori sottolineano che se a luglio la luminosità di C/2023 A continuerà a crescere e non a diminuire nel cielo australe, allora ci sono ottime speranze di poterla vedere al massimo dello splendore nei nostri cieli a inizio ottobre. Non ci resta che incrociare le dita e attendere fiduciosi.

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