Una causa dell’invecchiamento del sistema immunitario si nasconde nel timo
Calo delle difese immunitarie e sistema immunitario indebolito sono condizioni che, più si va avanti con l’età, più rischiano di renderci vulnerabili alle infezioni. Una delle cause di questo declino risiede nella progressiva perdità di funzionalità del timo, la ghiandola linfatica che svolge un ruolo chiave nella regolazione del sistema immunitario, perché coinvolta nella maturazione e nel rilascio nel sangue di un tipo di globuli bianchi, chiamati linfociti T. Queste cellule sono chiamate T proprio perché maturano nel timo – anche se alcune maturano anche nelle tonsille – e svolgono un ruolo centrale nella cosiddetta immunità cellulo-mediata.
La funzionalità del timo è quindi essenziale nella difesa immunitaria ma, con il passare degli anni, questa ghiandola si restringe, lasciando che parte del volume timico venga sostituita da tessuto fibroadiposo, con la conseguente riduzione della capacità di produrre linfociti T maturi. Il motivo per cui il timo si restringe non è ancora stato completamente chiarito, ma un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Nature Immunology ha fornito un importante indizio sui meccanismi alla base di questo processo. Per la prima volta, un team di ricerca guidato dall’Istituto Walter and Eliza Hall (WEHI) di Parkville, in Australia, ha infatti identificato due nuovi gruppi di cellule che causano la perdita della funzionalità del timo.
Timo e invecchiamento del sistema immunitario
Il timo è una ghiandola linfatica che si trova nel torace, davanti alla trachea, la cui funzione principale è quella di garantire la maturazione dei linfociti T, un tipo di globuli bianchi che svolge un ruolo di fondamentale importanza nel garantire l’immunità cellulo-mediata.
L’attività di questa ghiandola non è però costante, ma si riduce nel tempo, in un processo chiamato chiamato involuzione timica, che parte dalla pubertà, quando il timo inizia a rimpicciolirsi, fino a pesare soltanto 5-15 grammi all’età di 75 anni, da un massimo di circa 20-50 grammi raggiunto al termine dello sviluppo. Ciò comporta una riduzione della sua capacità di maturare linfociti T – il cui rinnovamento continua a essere effettuato negli organi linfatici periferici – e il progressivo indebolimento del sistema immunitario.
Alcune cellule causano la perdita della funzionalità del timo
Il motivo per cui il timo sia il primo organo a invecchiare non è ancora completamente chiarito, ma un indizio che potrebbe aiutare a comprendere perché si restringe e perde progressivamente la sua funzione con l’avanzare dell’età arriva da una ricerca del WEHI, frutto di una collaborazione internazionale con gruppi del Fred Hutch Cancer Center di Seattle e del Memorial Sloan Kettering Cancer Centre di New York, che fornisce informazioni cruciali su uno dei meccanismi alla base di questo processo.
Alla base ci sarebbe infatti un “effetto cicatriziale” mediato da due gruppi di cellule o meglio, due stati atipici delle cellule epiteliali timiche (TEC). Queste TEC associate all’età, creano ammassi e anche delle “cicatrici” nel timo, impedendo all’organo di rigenerarsi dopo un danno. Secondo la co-autrice dello studio, la dottoressa Kelin Zhao del WEHI, i risultati hanno mostrato per la prima volta come questo processo di cicatrizzazione agisca come una barriera alla rigenerazione e alla funzionalità del timo.
“Sebbene gran parte della ricerca sulla perdita di funzionalità del timo si sia concentrata sul processo di restringimento, abbiamo dimostrato che i cambiamenti che si verificano all’interno dell'organo incidono anche sulla sua capacità di funzionare con l’età – ha affermato la dott.ssa Zhao – . Osservando questi gruppi di cellule in azione e mostrando come contribuiscono alla perdita della funzionalità del timo, siamo stati in grado di ottenere risultati che nessun altro aveva mai raggiunto prima”.
La scoperta di questi due gruppi di cellule consentirà ai ricercatori di verificare il loro potenziale come target di future terapie farmacologiche, volte ad esempio ad evitare la loro aggregazione. Prenderle di mira “potrà aiutare a far tornare indietro l’orologio del timo che invecchia e potenziare la funzione delle cellule T negli esseri umani man mano che invecchiamo – ha aggiunto Zhao – . Questo è l’obiettivo per cui sta lavorando il nostro team”.