Un viaggio verso Marte trasforma il nostro corpo: cosa rischiano gli astronauti
Quando gli astronauti tornano sulla Terra dopo una missione di mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) non è insolito vederli accompagnati a braccio o su una sedia a rotelle, appena scesi dalla navetta del rientro. La ragione è la prolungata esposizione alla microgravità nello spazio, che ha effetti significativi sul nostro organismo. Il recente studio “Incomplete recovery of bone strength and trabecular microarchitecture at the distal tibia 1 year after return from long duration spaceflight” pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha ad esempio dimostrato che durante le missioni più lunghe gli astronauti perdono decenni di massa ossea, inoltre meno della metà la recupera pienamente a 12 mesi dal rientro. Poiché tra gli obiettivi più ambiziosi della nuova corsa allo spazio vi è la conquista di Marte, sul quale dovremmo sbarcare il prossimo decennio, medici e scienziati si stanno domandando se gli astronauti saranno pronti per affrontare una simile impresa in sicurezza.
Come specificato in un comunicato stampa dal dottor Lex van Loon, ricercatore presso il College of Health and Medicine della Australian National University (ANU), sebbene gli astronauti siano esposti a molteplici rischi durante un viaggio verso il “Pianeta Rosso”, la preoccupazione principale riguarda l'esposizione prolungata alla suddetta microgravità (prossima allo zero) e alle radiazioni solari e cosmiche. Secondo l'esperto, infatti, tale esposizione potrebbe innescare cambiamenti “fondamentali” nell'organismo umano. “Sappiamo che ci vogliono dai sei ai sette mesi per viaggiare su Marte e questo potrebbe far cambiare la struttura dei vasi sanguigni o la forza del tuo cuore a causa dell'assenza di gravità sperimentata come risultato del viaggio spaziale a gravità zero”, ha affermato il dottor van Loon. Lo scienziato assieme ad alcuni colleghi ha messo a punto un innovativo modello matematico progettato per capire se un astronauta può affrontare il viaggio verso Marte e soprattutto essere operativo una volta giunto a destinazione. Alcuni ritengono infatti che dopo un volo così lungo gli astronauti potrebbero addirittura non essere in grado di scendere sul suolo del Pianeta Rosso; altri pensano invece che il viaggio possa essere addirittura mortale a causa delle radiazioni. “Con l'ascesa delle agenzie di volo spaziale commerciale come SpaceX e Blue Origin, c'è più spazio per le persone ricche ma non necessariamente sane per andare nello spazio, quindi vogliamo usare modelli matematici per prevedere se qualcuno è in grado di volare su Marte”, ha aggiunto van Loon.
A sottolineare le potenziali conseguenze nefaste del volo verso Marte vi è l'astrofisica ed esperta di medicina di emergenza Emma Tucker, anch'essa della Scuola di Medicina dell'ANU. La scienziata ha specificato che l'esposizione prolungata alla microgravità può rendere il cuore più pigro, perché non deve più lavorare con vigore come farebbe sulla Terra, per pompare sangue in tutto l'organismo vincendo la forza di gravità. “Quando sei sulla Terra, la gravità attira il fluido nella metà inferiore del nostro corpo, motivo per cui alcune persone scoprono che le gambe iniziano a gonfiarsi verso la fine della giornata. Ma quando vai nello spazio, l'attrazione gravitazionale scompare, il che significa che il fluido si sposta nella metà superiore del corpo e ciò innesca una risposta che induce il corpo a pensare che ci sia troppo fluido”, ha affermato la dottoressa Tucker. “Di conseguenza, inizi ad andare molto in bagno, inizi a liberarti dei liquidi in eccesso, non hai sete e non bevi tanto, il che significa che inizi a disidratarti nello spazio. Questo è il motivo per cui potresti vedere gli astronauti svenire al telegiornale quando mettono nuovamente piede sulla Terra. Questo è un evento abbastanza comune a causa dei viaggi nello spazio, e più a lungo rimani nello spazio, più è probabile che tu collassi quando ritorni alla gravità. Lo scopo del nostro modello è prevedere, con grande precisione, se un astronauta può arrivare in sicurezza su Marte senza svenire . Crediamo che sia possibile”, ha chiosato l'esperta.
Va anche tenuto presente che su Marte non ci sarà alcun medico a supportare e seguire gli astronauti non appena “ammartati”, nemmeno via radio, considerando i minuti interminabili (fino a 20) che trascorrono per le comunicazioni con la Terra. Al momento i dati del modello matematico si basano solo sugli astronauti in perfetta salute e di circa mezza età impiegati nelle missioni spaziali; per renderlo più efficace sperano di poter al più presto arricchire l'algoritmo con i dati dei turisti spaziali che diventeranno sempre più numerosi. I dettagli della ricerca “Computational modeling of orthostatic intolerance for travel to Mars” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica NPJ Microgravity del circuito Nature.