Un uovo di dinosauro dentro un altro uovo scoperto per la prima volta: perché è un fossile prezioso
Per la prima volta è stata identificata nei dinosauri (e nei rettili in generale) una condizione patologica che colpisce gli uccelli, l'ovum-in-ovo. Come suggerisce il nome latino, è una malformazione che si caratterizza per la crescita di un uovo all'interno di un altro uovo. In parole semplici, determina la produzione di uova deformate con più gusci. Gli scienziati hanno scoperto l'ovum-in-ovo in un nido con uova fossilizzate di un dinosauro appartenente ai titanosauridi, giganteschi sauropodi che potevano raggiungere i 35 metri di lunghezza per circa 100 tonnellate di peso. Erano tra gli animali più grandi mai vissuti sulla Terra. La scoperta che anche i titanosauri soffrissero di questa malformazione indica una vicinanza ancora maggiore tra i dinosauri e i moderni uccelli.
A scoprire e descrivere l'ovum-in-ovo nei dinosauri titanosauridi è stato un team di ricerca indiano guidato da scienziati del Centro per gli Studi Avanzati dell'Università di Delhi, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola Secondaria Superiore del Distretto di Dhar. Gli scienziati, coordinati dal professor Guntupalli VR Prasad, docente presso il Dipartimento di Geologia dell'ateneo indiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver esaminato un nido di titanosauride scoperto nella Formazione Lameta del Cretaceo superiore, sita nell'India centro-occidentale. La formazione cretacica si trova nel cuore del Parco nazionale dei fossili di dinosauro Bagh, dove sono stati trovati oltre cinquanta nidi di questi affascinanti rettili estinti. In un nido di titanosauro analizzato recentemente c'erano dieci uova; in una di esse è stato riscontrato l'ovum-in-ovo. La presenza del guscio secondario è chiaramente visibile nelle immagini condivise dai paleontologi.
Per gli esperti si tratta di una scoperta significativa poiché, come indicato, fino ad oggi l'ovum-in-ovo non era mai stata osservata nei dinosauri e nei rettili in generale, ma solo negli uccelli. Ciò suggerisce una vicinanza tra l'ovidotto dei dinosauri titanosauridi con e quello dei moderni volatili. A differenza dei rettili, infatti, gli uccelli hanno un utero specializzato che permette la deposizione sequenziale delle uova, mentre i rettili hanno un utero generalizzato grazie al quale possono deporre centinaia di uova in una sola sessione. Basti pensare a ciò che accade con le tartarughe marine sulle spiagge. L'utero degli uccelli “lavora” su un uovo alla volta, prima di passare a quello successivo. Proprio questa caratteristica di produzione sequenziale è alla base del difetto dell'ovum-in-ovo. Vederlo in un dinosauro sauropode suggerisce che anche questi maestosi animali potessero sviluppare e deporre le uova in sequenza esattamente come fanno i loro moderni discendenti alati. Curiosamente i coccodrilli, stretti parenti dei dinosauri e degli uccelli (con i quali fanno parte del gruppo degli arcosauromorfi), pur avendo un utero specializzato depongono le uova in modo generalizzato come altri rettili.
“La scoperta dell'ovum-in-ovo in un nido di dinosauro titanosauride suggerisce che la loro morfologia dell'ovidotto era simile a quella degli uccelli, aprendo la possibilità per la deposizione sequenziale delle uova in questo gruppo di dinosauri sauropodi”, hanno dichiarato il professor Prasad e i colleghi. “Questa nuova scoperta sottolinea che la patologia dell'ovum-in-ovo non è esclusiva degli uccelli e i sauropodi condividono un comportamento riproduttivo molto simile a quello di altri arcosauri”, ha aggiunto l'esperto. I dettagli della ricerca “First ovum-in-ovo pathological titanosaurid egg throws light on the reproductive biology of sauropod dinosaurs” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista Scientific Reports del circuito Nature.