Un uomo ha vissuto 100 giorni con un cuore artificiale: è il primo caso al mondo

Un uomo in Australia di 40 anni è stato tenuto in vita per oltre 100 giorni da un cuore completamente artificiale, prima di ricevere un cuore umano da donatori. Prima di lui, il periodo più lungo di utilizzo non ha superato i 27 giorni. Secondo i medici che si sono occupati del caso, si tratta di un "successo clinico assoluto". L'uomo è il primo in Australia e il sesto in tutto il mondo a ricevere il cuore artificiale.
Il dispositivo si chiama "cuore artificiale BiVACOR" ed è stato inventato qualche tempo fa dal dottor Daniel Timms, nel Queensland, in un programma congiunto tra la Monash University e l'azienda di tecnologie mediche BiVACOR. Si tratta della prima pompa di sangue rotante impiantabile al mondo progettata per sostituire entrambi i ventricoli del cuore.
Sebbene finora sia stata utilizzata solo per brevi periodi come "ponte" per i pazienti in attesa di un nuovo cuore umano da donatori, secondo i medici che hanno eseguito il trapianto potrebbe presto rivoluzionare il trattamento dell'insufficienza cardiaca a livello internazionali e il settore dei trapianti di cuori: "Entro il prossimo decennio – spiega il professore Chris Hayward che ha seguito il caso – vedremo il cuore artificiale diventare l'alternativa per i pazienti che non possono aspettare un cuore donatore o in assenza di un cuore disponibile".
La storia del primo paziente
A novembre 2024 il paziente, un uomo di 40 anni del Nuovo Galles del Sud, che soffriva di una grave forma di insufficienza cardiaca tale da rendere necessario un nuovo cuore, ha ricevuto il dispositivo BiVACOR all'ospedale St Vincent di Sydney in un intervento durato sei ore. Era stato lo stesso uomo a offrirsi volontario per ricevere il cuore artificiale, in attesa di un cuore umano disponibile. Il dispositivo è infatti ancora oggetto di sperimentazione e non ha ancora ottenuto l'approvazione necessaria per essere utilizzato sui pazienti.
Dopo il trapianto, l'uomo è rimasto in ospedale per diversi mesi ed è stato dimesso solo a febbraio. Poi, finalmente a marzo, ha ricevuto la notizia che aspettava da tempo: era disponibile un cuore umano per lui. Per tutto questo tempo, è rimasto in vita soltanto grazie al cuore artificiale. Prima di lui, l'anno scorso, altri cinque pazienti hanno ricevuto il dispositivo, ma tutti per pochi giorni. Il periodo più lungo è stato di 27 giorni.
Come può rivoluzionare il settore dei trapianti
Il risultato ottenuto sul paziente australiano è secondo l'equipe medica che se ne è occupata una "pietra miliare" nella storia dei trapianti di cuore, un settore che ancora oggi è molto critico a causa delle difficoltà nel soddisfare la grande domanda di cuori esistente. Ad esempio in Australia – spiega il Guardian – dei 23 milioni che ogni anno avrebbero bisogno di un nuovo cuore, solo 6.000 riescono a riceverlo.
Ecco perché questo nuovo dispositivo – spiega al Guardian il professor David Colquhoun dell'Università del Queensland, esterno al caso del paziente australiano – rappresenta un importante passo in avanti nel settore dei cuori artificiali necessari per i pazienti che sono in attesa di un cuore da donatore. Anche se, allo stato attuale delle cose – prosegue l'esperto – i cuori artificiali oggi disponibili non sono paragonabili a un cuore umano da donatore, almeno in termini di durata: a fronte del record segnato dal paziente australiano, un cuore umano trapiantato può durare molto di più, in media anche più di dieci anni.