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Un test salivare per il cancro alla prostata: uno studio ha dimostrato che è più efficace degli esami standard

Un gruppo di ricercatori inglesi ha individuato un nuovo test che a partire dall’analisi di un campione di saliva potrebbe individuare il rischio di sviluppare il cancro alla prostata. I risultati mostrano un margine di precisione e affidabilità maggiore di quelli attribuiti agli attuali esami diagnostici oggi disponibili per questa forma di tumore.
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Potremmo essere di fronte a una svolta nella lotta contro il cancro alla prostata, uno dei tumori più diffusi tra gli uomini e destinato a essere sempre più frequente: si stima infatti che entro il 2040 le diagnosi raddoppieranno.

Un gruppo di ricercatori dell'Institute of Cancer Research di Londra e della Royal Marsden NHS Foundation Trust ha messo a punto un nuovo test salivare che si è rivelato efficace nell'identificare gli uomini a rischio di tumore alla prostata più dell'esame standard oggi utilizzato nella diagnosi precoce di questa forma di tumore, ovvero il dosaggio del PSA.

I risultati dello studio sono stati presentati in occasione dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO) di Chicago, uno dei più importati eventi dedicati alla ricerca contro il cancro.

Come potrebbe funzionare il nuovo test per la ricerca del tumore alla prostata

Si tratta di un semplice test salivare facile e non invasivo (può essere effettuato anche a casa), che permette attraverso l'analisi di un campione di Dna di calcolare il rischio genetico di sviluppare il cancro alla prostata.

Nello studio "BARCODE 1" i ricercatori hanno confrontato i risultati del nuovo test con quelli del dosaggio del PSA, cioè del cosiddetto "antigene prostatico specifico", su più di 6.000 uomini europei ta i 55 e i 69 anni, la fascia di età in cui il rischio di cancro la prostata è in aumento.

Il test, che ricerca "tracce" della predisposizione genetica a questa forma di tumore, ha calcolato il "rischio poligenico" o "rischio genetico". Si tratta di un punteggio che in base alla presenza o meno di un certo numero di varianti genetiche restituisce una stima della probabilità che si sviluppi una certa malattia. Per questo test i ricercatori hanno considerato 130 varianti genetiche legate al cancro della prostata, individuate dopo aver studiato il Dna di migliaia di uomini.

Più efficace del dosaggio del PSA

Le persone in cui il test salivare ha dato un punteggio superiore a dieci sono state poi sottoposte ad altri esami diagnostici, ovvero una risonanza magnetica e una biopsia prostatica. Nel 40% dei casi (187 partecipanti) gli esami hanno confermato la presenza della malattia.

Questi risultati danno ottime speranze sul fronte della diagnosi precoce perché il test si è rivelato capace di intercettare diagnosi che sarebbero sfuggite al dosaggio del PSA: solo infatti il 25% delle persone con alto dosaggio di PSA – si legge nel resoconto dello studio – svilupperà il tumore. Sappiamo quanto la diagnosi precoce, così come la prevenzione siano fondamentali nella lotta contro il tumore. Qui vi abbiamo parlato di come la ricerca stia cercando di capire il ruolo dell'attività sessuale nell'influenzare il rischio di tumore alla prostata.

D'altronde quello che è oggi considerato il principale strumento di diagnosi precoce, il dosaggio di PSA, ha molti limiti, ormai confermati dalla comunità scientifica. Uno di questi riguarda proprio le false diagnosi: tre diagnosi su quattro di rischio di cancro alla prostata effettuate tramite dosaggio di PSA non corrispondono al vero. Ma questo si scopre solo dopo altre visite, risonanze e biopsie che invece potrebbero essere evitate.

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