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Un nuovo vaccino contro il cancro previene la recidiva del tumore al rene, Burioni: “Risultato eccezionale”

Si tratta di un vaccino personalizzato, chiamato NeoVax, attualmente in fase di sperimentazione in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare ad alto rischio di recidiva: nei primi nove pazienti trattati, nessuno ha mostrato segni di ricomparsa della malattia a tre anni dalla vaccinazione. L’immunologo Burioni: “Se l’efficacia sarà confermata, mi chiedo se ci saranno ancora novax a rifiutarlo”.
A cura di Valeria Aiello
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Il professor Roberto Burioni ha accolto con entusiasmo il "risultato eccezionale" ottenuto dal nuovo vaccino contro il cancro al rene
Il professor Roberto Burioni ha accolto con entusiasmo il "risultato eccezionale" ottenuto dal nuovo vaccino contro il cancro al rene

Un importante risultato nel trattamento del tumore al rene è stato raggiunto da un nuovo tipo di vaccino, chiamato NeoVax, un vaccino personalizzato contro il cancro attualmente in fase di sperimentazione in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare, una delle forme più gravi e comuni di tumore maligno dei reni. Nei primi nove pazienti trattati, tutti ad alto rischio di recidiva a causa dello stadio avanzato della malattia, il vaccino ha generato una robusta risposta immunitaria, dando prova di proteggere dal ritorno del cancro: a tre anni dalla somministrazione, nessuno dei pazienti ha mostrato segni di recidiva, come dettagliato nei risultati dello studio clinico appena pubblicati su Nature.

Questo passo avanti in ambito oncologico è stato accolto con entusiasmo dai medici e scienziati del Dana-Faber Cancer Institute di Boston che hanno sviluppato il vaccino personalizzato NeoVax, progettato per istruire il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare specificatamente le cellule tumorali sulla base delle mutazioni genetiche di ogni singolo paziente. Anche Roberto Burioni ha commentato il risultato ottenuto con questo vaccino, definito “eccezionale” in un post su Facebook. “Se l’efficacia sarà confermata – ha aggiunto l’immunologo – mi chiedo se ci saranno novax così coerenti da rifiutarlo”.

Cos’è il vaccino personalizzato contro il cancro al rene NeoVax

Il vaccino personalizzato contro il cancro al rene NeoVax è un vaccino attualmente in fase di sperimentazione, specificamente progettato per ogni singolo paziente: il vaccino è costituito da piccoli frammenti di proteine mutate provenienti dalle cellule tumorali di una persona, chiamate neoantigeni, che stimolano la risposta immunitaria a riconoscere ed eliminare queste stesse cellule li esprimono.

Questi neoantigeni sono la firma molecolare di un tumore, altamente specifici per il cancro e non presenti in nessun’altra cellula del corpohanno evidenziato gli sviluppatori, che durante la personalizzazione del vaccino contro il carcinoma renale a cellule chiare hanno anche utilizzato algoritmi predittivi per valutare quali neoantigeni avessero migliori probabilità di indurre una risposta immunitaria più robusta. Ogni vaccino prodotto è stato quindi somministrato nell’ambito dello studio clinico, in una serie di cinque dosi iniziali seguite da due richiami.

I neoantigeni presi di mira da questo vaccino aiutano a indirizzare le risposte immunitarie verso le cellule tumorali, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia sul bersaglio e ridurre la tossicità immunitaria fuori bersaglio” ha affermato ricercatore principale Toni Choueiri, direttore del Lank Center for Genitourinary Cancer presso il Dana-Farber. L’approccio aveva già mostrato risultati promettenti nel trattamento del melanoma, una grave forma di cancro della pelle che ha presenta molte più mutazioni, quindi molti possibili neoantigeni rispetto al carcinoma renale, ma non era chiaro se questo stesso approccio potesse funzionare anche per questo tipo di tumore.

I risultati raggiunti nel primo studio clinico

Nella sperimentazione di fase I, progettata per determinare sicurezza, dosaggio ottimale e stabilire se e quanto bene i pazienti rispondano alla terapia prima di ulteriori test su più persone, i primi nove pazienti arruolati, tutti con carcinoma renale a cellule chiare ad alto rischio di recidiva, hanno ricevuto il vaccino dopo l’intervento chirurgico di asportazione del rene colpito dalla malattia. Cinque pazienti hanno ricevuto anche il farmaco ipilimumab, una forma di immunoterapia somministrata come adiuvante contro il cancro.

A tre anni dalla vaccinazione, nessuno dei 9 pazienti ha avuto una recidiva del carcinoma renale. “Uno dei nove è morto per altri motivi (complicazioni correlate alla salute mentale, ndr) ma all’autopsia non aveva più il cancro” ha osservato Burioni, riportando i risultati delle analisi post-mortem.

Il ricercatori hanno anche osservato che il vaccino ha indotto una robusta risposta immunitaria (il numero di cellule T indotte dal vaccino è aumentato di 166 volte, in media, e queste cellule T protettive sono rimaste nel corpo a livelli elevati fino a tre anni), mostrando solo lievi effetti collaterali, come lievi reazioni locali nel sito di iniezione e sintomi simil-influenzali. “Non ci sono stati altri effetti collaterali più gravi – hanno precisato gli studiosi – . Questi risultati supportano la fattibilità della creazione di un vaccino neoantigenico personalizzato altamente immunogenico in un tumore con un carico di mutazione inferiore e sono incoraggianti, anche se saranno necessari studi su larga scala per comprendere appieno l'efficacia clinica di questo approccio”.

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