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Un noto integratore sembra aumentare il rischio di ictus e aritmie nelle persone sane

Gli integratori a base di olio di pesce, da decenni promossi per proteggere il cuore, alleviare l’infiammazione e migliorare la salute del cervello, potrebbero effettivamente aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache nelle persone sane: “Benefici solo in chi soffre di patologie cardiache”.
A cura di Valeria Aiello
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Capsule di olio di pesce, uno dei integratori di acidi grassi omega-3 più conosciuti / Credit: Pixabay
Capsule di olio di pesce, uno dei integratori di acidi grassi omega-3 più conosciuti / Credit: Pixabay

Gli integratori possono fare più male che bene quando la loro assunzione non è legata a una carenza alimentare oppure a particolari condizioni. Questi prodotti possono infatti nascondere grosse insidie, non solo perché potrebbero farci sentire falsamente protetti da molte malattie ma anche per gli effetti negativi associati all’uso non corretto.

In altre parole, gli integratori possono non essere del tutto innocui, come si tende a pensare, ma arrecare addirittura danni alla salute, inclusa quella del cardiovascolare, come evidenziato da un crescente numero di studi. Tra questi, c’è una ricerca appena pubblicata sul British Medical Journal, da cui emerge che gli integratori a base di olio di pesce, da decenni per promossi per proteggere il cuore, alleviare l’infiammazione e migliorare la salute del cervello, potrebbero aumentare – anziché diminuire – il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nelle persone sane.

Gli integratori di olio di pesce possono aumentare il rischio di ictus e aritmie nelle persone sane

L’olio di pesce è una fonte di acidi grassi Omega-3 e, come tale, è utilizzato come integratore alimentare per la salute del cuore, perché può contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari abbassando il livello di trigliceridi nel sangue. Tuttavia, questi benefici sono stati osservati solo in chi soffre di patologie cardiovascolari.

Nelle persone in salute, l’uso regolare di integratori di olio di pesce è associato a un aumento del rischio del 13% di sviluppare aritmie e del 5% di avere un ictus – spiegano gli autori della nuova ricerca – . Al contrario, l’integrazione può essere utile in coloro che soffrono di malattie cardiovascolari, nei quali è associata a una riduzione del 15% della progressione dalla fibrillazione atriale all’infarto e una diminuzione del 9% della progressione dall’insufficienza cardiaca all’esito fatale”.

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno utilizzato i dati della UK Biobank, il più grande database biomedico del Regno Unito, prendendo in esame le informazioni cliniche di 415.737 persone senza malattie cardiovascolari di età compresa tra i 40 e 69 anni, di cui circa un terzo ha affermato di utilizzare regolarmente integratori di olio di pesce.

La loro salute è stata monitorata per quasi 12 anni, durante i quali 18.367 partecipanti hanno sviluppato fibrillazione atriale, 22.636 hanno avuto un infarto/ictus o hanno sviluppato insufficienza cardiaca, e 22.140 sono morte. Tra coloro che avevano sviluppato fibrillazione atriale, gli studiosi hanno riscontrato 3.085 casi di insufficienza cardiaca, 1.180 di ictus e 1.415 di infarto.

L’analisi dei dati ha quindi mostrato che l’uso regolare di integratori di olio di pesce può aver avuto ruoli diversi nella progressione delle malattie cardiovascolari, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus nelle persone con una buona salute cardiovascolare, e riducendolo la probabilità di progressione della malattia e morte in coloro che avevano sviluppato una patologia cardiovascolare.

I nostri risultati suggeriscono cautela nell’uso di integratori di olio di pesce per la prevenzione primaria a causa degli incerti benefici cardiovascolari e degli effetti avversi  – hanno aggiunto gli studiosi – . Sono tuttavia necessari ulteriori studi per determinare se potenziali fattori confondenti modificano gli effetti degli integratori di olio di pesce nonché i meccanismi precisi legati allo sviluppo e alla prognosi degli eventi di malattia cardiovascolare”.

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