Un esame delle urine può rivelare il cancro ai polmoni anni prima dei sintomi
Un esame delle urine potrebbe rilevare i primi segni del cancro ai polmoni anni prima della comparsa dei sintomi, identificando un composto che indica la presenza delle cosiddette “cellule zombie”, le cellule senescenti che possono anticipare l’insorgenza della malattia: lo sviluppo del test, il primo nel suo genere, si deve agli scienziati dell’Università di Cambridge e dell’Early Cancer Institute del Regno Unito, che hanno esaminato le proteine escrete dalle cellule senescenti – cellule vive ma incapaci di crescere e dividersi, la cui attività può promuove l’emergere delle cellule cancerose.
Il test si basa su alcune di queste proteine identificate dagli studiosi. “Abbiamo progettato un test basato sulle proteine che scindono i peptidi, che si trovano a livelli più alti in presenza di cellule zombie e che a loro volta compaiono nelle fasi iniziali del cancro – spiega la professoressa Ljiljana Fruk, che insieme al team guidato dal dottor Daniel Munoz Espin, ha creato un sensore iniettabile che interagisce con le proteine delle cellule zombie e rilascia un composto facilmente rilevabile nelle urine, segnalandone la presenza.
“La diagnosi precoce del cancro richiede strumenti e strategie convenienti che consentano una diagnosi rapida e accurata – ha aggiunto la professoressa Fruk in una nota del Cancer Research UK che finanzia la ricerca – . Un semplice esame delle urine potrebbe aiutare i medici a identificare i segni delle fasi iniziali del cancro, potenzialmente mesi o addirittura anni prima che compaiano sintomi evidenti”.
L’esame delle urine per la diagnosi precoce del cancro ai polmoni
L’esame delle urine che può rilevare precocemente il cancro ai polmoni si basa su un sensore iniettabile che viene processato da alcune specifiche proteasi, ovvero proteine in grado di scindere altre proteine in peptidi, espresse ad alti livelli dalle cellule senescenti che possono promuovere lo sviluppo del cancro.
L’interazione di queste proteasi con il sensore rilascia un composto che può essere rilevato direttamente nelle urine, segnalando così la presenza delle cellule senescenti, il cui accumulo nei tessuti riveste un ruolo critico nell’emergere delle cellule cancerose.
Recenti ricerche scientifiche hanno infatti evidenziato un forte legame tra l’accumulo di cellule senescenti e l’insorgenza e la progressione di molteplici disturbi cronici e legati all’età, tra cui tra cui malattie cardiovascolari, fibrosi, disturbi neurologici, obesità e sindromi infiammatorie, e l’attività mediata da queste cellule è stata riconosciuta come un tratto distintivo sia dell’invecchiamento sia dello sviluppo del cancro.
“Abbiamo quasi completato un test funzionale delle urine per rilevare le cellule ‘zombie’ nel cancro ai polmoni, che potrebbero indicare i primi segni della malattia ed evitare la necessità di procedure invasive” ha precisato la professoressa Fruk che, oltre a aiutare i medici nella diagnosi precoce di questa neoplasia, spera che la sua ricerca, unitamente agli sforzi congiunti di altri dipartimenti universitari, porti allo sviluppo di sonde in grado di rilevare altri tipi di tumore.
“Sviluppare trattamenti più efficaci contro il cancro richiede una diagnosi precoce e terapie migliori, ma anche lavorare con altre discipline per una visione più olistica della malattia, che è una parte essenziale della mia ricerca” ha concluso Fruk.